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3 Luglio 2024 07:58
3 Luglio 2024 07:58

Omicidio Giulia Cecchettin. Arrestato in Germania Filippo Turetta. Verrà estradato in Italia entro 48 ore

Ricercato per l’omicidio dell’ex fidanzata, trovata morta ieri, è stato fermato a 150 km da Lipsia in auto con luci spente. Dall’incontro alla caccia, le tappe dell’orrore. Ecco cosa è accaduto in una settimana. Giulia Cecchettin picchiata e trascinata per 50 metri

Filippo Turetta è stato arrestato in Germania. Ricercato per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Checchetin si erano perse le sue tracce da domenica scorsa – quando la sua auto è stata intercettata in Austria – è stato fermato su mandato di arresto europeo dopo aver sequestrato sabato scorso 11 novembre, ed ucciso la ex fidanzata Giulia che lo respingeva da mesi. “Nel giro di 48 ore sarà in Italia per essere processato”, ha dichiarato il ministro degli esteri e vicepremier Antonio Tajani. Nel frattempo sarà verosimilmente trasferito nel carcere di Lipsia. I giudici tedeschi decideranno poi sull’estradizione.

L’omicida studente universitario padovano, 22enne è stato arrestato all’alba mentre era fermo sulla corsia d’emergenza di un’autostrada in Bassa Sassonia, a 150 chilometri da Lipsia. Era al lato della strada, con le luci spente, mentre la legge tedesca prevede che le luci siano sempre accese. Secondo gli agenti, era finita la benzina e Filippo in fuga da una settimana non aveva soldi per fare nuovamente rifornimento. 

I poliziotti tedeschi si sono fermati per un controllo e hanno riconosciuto il giovane e la targa, che era stata segnalata a tutte le polizie europee dall’Interpol. Sarà compito quindi di giudice tedesco dover valutare il Mae, cioè il mandato di arresto europeo, ed a decidere sulla consegna di Filippo Turetta alla giustizia italiana.

Giulia Cecchetin

Il ritrovamento del cadavere e la morte di Giulia

Sul cadavere della giovane studentessa di Vigonovo ritrovato nella zona di Piancavallo in provincia di Pordenone a circa 1.000 metri di altitudine in fondo a un dirupo a cinquanta metri dalla sede stradale, sono presenti ferite da arma da taglio al collo e alla testa. Ci sono anche lesioni sulle braccia e sulle mani a significare che Giulia ha cercato di difendersi dal suo omicida.  

Le ultime immagini dei due studenti risalgono alle ore 23,30 circa proprio di sabato 11 quando le telecamere di videosorveglianza dello stabilimento ‘Dior’ di Fosso’ in provincia di Venezia avevano ripreso la violenta aggressione di Filippo nei confronti di Giulia.

Come hanno descritto gli inquirenti, la ragazza è stata prima colpita a calci mentre era a terra e poi nuovamente ferita con colpi che hanno “provocato copiosi sanguinamenti e, apparentemente esanime, caricata da Turetta nella propria auto“. Tra le ipotesi quella del decesso al momento dell’aggressione, caricata in auto e poi accoltellata e gettata nel dirupo, oppure che l’omicida abbia ucciso la giovane donne tra le montagne di Piancavallo non distante dal lago di Barcis nella notte di domenica scorsa.

L’arresto di Filippo Turetta

Da quando l’auto del 22enne era stata avvistata in Austria si erano fatte mille ipotesi sul destino del giovane in fuga da Vigonovo (Venezia) dopo aver tramortito, colpito con più coltellate l’ex fidanzata Giulia ed essersi disfatto del corpo scaricandolo da un dirupo a Piancavallo, vicino al lago di Barcis.

L’arresto è avvenuto ieri sera, sabato 18 novembre, poco dopo le 22, alle nei pressi di Naumburg mentre il ragazzo era accanto alla sua Punto nera, ferma sulla corsia d’emergenza della A9 in direzione Monaco all’altezza di Bad Dürrenberg. La polizia è arrivata sul punto dopo che un automobilista anonimo ha chiamato il 112 perché c’era una macchina sulla corsia d’emergenza, senza luci, con il passeggero accanto alla macchina. L’anonimo avrebbe detto alla polizia che gli sembrava “pericoloso” che stesse sulla corsia d’emergenza senza luci: il codice della strada tedesco prevede che le luci siano sempre accese.

Su di lui era stata emessa un’ordinanza di arresto, quindi diffuso un mandato di arresto europeo per omicidio volontario aggravato, dopo che le forze dell’ordine avevano visionato le immagini delle telecamere della zona industriale di Fossò. Immagini inequivocabili: la sera di sabato 11 novembre i due litigano animatamente nell’auto, muovono le mani, poi Filippo sembra colpirla al viso. Lei scende dall’auto, scappa, lui la insegue, la prende per il cappuccio del giaccone e la colpisce violentemente, forse con un coltello. Giulia cade, sanguinante ed esanime. Filippo la prende per i piedi, apre il portabagagli e la getta dentro. Con quel corpo il 22enne ha viaggiato per oltre 100 chilometri fino a quel lago artificiale nel cuore della Valcellina dove ieri è stata trovata dopo giorni di ricerche e speranze.

La fuga di Filippo prosegue in solitaria. Con la sua Gran Punto punta verso il Friuli, poi raggiunge San Candido domenica mattina 12 novembre ed entra in Austria dove per ben due volte passa sotto un targasystem tra Lienz e la Carinzia. Le sue tracce si perdono fino a oggi quando alla guida della sua autoè stato bloccato ed arrestato in Germania .

“Con l’arresto si è chiuso un cerchio, non conosco i dettagli, né le condizioni di Filippo Turetta. La famiglia Cecchettin ha appreso la notizia dell’arresto in Germania con grande dignità”. Sono le parole del generale di brigata dell’Arma dei Carabinieri, Nicola Conforti, comandante provinciale a Venezia, a Vigonovo, dopo aver incontrato i parenti di Giulia.

Da procedura Turetta dovrà essere consegnato intanto a un giudice che analizzerà la regolarità del mandato di cattura internazionale. Dalla procura della Sassonia-Anhalt fanno sapere che non daranno informazioni finché la procedura non sarà conclusa. In teoria la Germania dovrà adottare una decisione sull’estradizione entro 60 giorni dall’arresto. Se Turetta acconsente, la decisione potrebbe arrivare prima, entro 10 giorni. Alla fine della procedura d’esame del mandato di cattura, Turetta dovrebbe essere consegnato alle autorità italiane attraverso lo Scip, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Saranno gli agenti italiani ad andarlo a prendere in Germania per riportarlo in Italia

I messaggi del papà e della sorella

“L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non picchia, non urla, non uccide”. È il pensiero pubblicato su Facebook da Gino Cecchettin, il papà di Giulia, dopo che la ragazza è stata trovata morta vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Tantissimi i commenti di affetto e solidarietà.  Poi un secondo messaggio con la foto della figlia: “Amore mio mi manchi già tantissimo, abbraccia la mamma e dalle un bacio da parte mia“.

“Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima“. Cita l’attivista peruviana Cristina Torres Caceres e poi aggiunge “Leggete, c’è bisogno di capire che “i mostri” non nascono dall’oggi al domani, c’è una cultura che li protegge e li alimenta” e conclude  “Io non starò mai zitta, non mi farete mai tacere”. Questa invece un stories che si legge sul profilo Instagram di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, a poche ore dalla notizia dell’arresto di Filppo Turetta.

Elena Cecchettin e la sorella Giulia (fonte | Instagram )

L’omaggio a Giulia

Assieme ai fiori, ai biglietti e ai peluche anche un piccolo ‘tocco’ della laurea attaccato alla cancellata della villetta di Vigonovo dove Giulia Cecchettin viveva, quel ‘tocco’ che non indosserà mai. Mentre continua stamattina il via vai di persone davanti alla casetta a due piani a Vigonovo della famiglia Cecchettin anche con bambini che si fanno il segno della croce.

Tra i tanti messaggi spicca “Giulia riposa in pace tra le braccia della tua mamma, sei la figlia di tutti noi”. Tutto avviene sotto il controllo di pattuglie dei Carabinieri, mentre i giornalisti attendono l’eventuale uscita di qualche familiare per i loro appuntamenti con le varie testate televisive. 

La laurea

“Ho impressa l’immagine di Giulia abbracciata all’albero con i suoi pupazzetti attaccati allo zaino. Ho parlato con la rettrice di Padova: non è che Giulia riceverà una laurea, Giulia riceverà la sua laurea in ingegneria, perché le mancava solo la discussione della tesi, lei si è laureata avrà quello che le spetta. Le hanno tolto tutto il resto: la vita e il diritto di continuare ad amare”. Lo ha affermato il ministro dell’Università Annamaria Bernini, intervenendo all’evento organizzato da Forza Italia a Taormina.

Lutto regionale

“Ho dato disposizioni perché nel giorno delle esequie di Giulia sia dichiarato il lutto regionale. Avremo tutte le bandiere delle istituzioni a mezz’asta e l’intero Veneto si stringera’ in un abbraccio alla famiglia, agli amici di Giulia, a tutti coloro che le hanno voluto bene” ha scritto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

“Il dolore e lo sgomento coinvolgono, in queste giornate, l’intera comunita’ veneta: ci si interroga sui perche’ di una vita spezzata senza senso, sull’oltraggio a una ragazza che era simbolo per il proprio impegno nella vita e per il suo sorriso gentile – ha proseguito il governatore Zaia -. Dopo questi giorni di frenetiche ricerche, di speranze, di dolore, la dichiarazione del lutto regionale vogliamo diventi anche, nel ricordo di Giulia, un segnale estremamente determinato contro la violenza sulle donne. Propongo quindi di indossare non solo il 25 novembre ma anche nel giorno dei funerali il fiocco rosso, divenuto simbolo contro la violenza di genere, e di esporre nei luoghi pubblici e privati oggetti di colore rosso“.

Infine, Luca Zaia invitale amministrazioni locali a operare, secondo le iniziative che vorranno adottare: una panchina di colore rosso, per ogni comune, potrebbe ad esempio essere importante, ma sono certo che anche i sindaci nei giorni delle esequie e in seguito sapranno realizzare adeguate iniziative ad alto impatto comunicativo e simbolico” e conclude affermando “il Veneto, nel ricordo di Giulia, lancerà nel giorno delle esequie un forte segnale contro ogni, odiosa, violenza sulle donne”.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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