La Corte di assise di Taranto aveva condannato in primo grado lo scorso 20 aprile 2013, Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, cugina e zia di Sarah Scazzi all’ergastolo per “omicidio volontario“, “sequestro di persona” e “concorso in soppressione di cadavere” ; ad otto anni Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima per “soppressione di cadavere “; Carmine Misseri e Cosimo Cosma (nel frattempo morto il 7 aprile scorso) fratello e nipote di Michele, a sei anni di reclusione ; Vito Russo jr. ex legale di Sabrina a due anni di reclusione . Tre favoreggiatori, Giuseppe Nigro, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano a pene comprese tra un anno e quattro mesi e un anno di reclusione .
Dinanzi alla Corte di assise di appello di Taranto presieduta dal giudice dr.ssa Rosa Patrizia Sinisi, a latere Susanna De Felice, oltre i giudici popolari, è iniziato il processo di secondo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana (Taranto) strangolata e buttata in un pozzo tragicamente il 26 agosto 2010. Otto gli imputati.
In aula erano presenti Sabrina e Michele Misseri, nonché Concetta Serrano, la madre di Sarah e sorella di Cosima.
Il presidente Sinisi dopo aver dato lettura preliminarmente ai motivi di appello, ha lasciato la parola alle parti. Il sostituto procuratore generale Antonella Montanaro ha chiesto la sospensione dei termini cautelari nei confronti di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, entrambe detenute nel carcere di Taranto e condannate all’ergastolo in primo grado, la quale contrariamente potrebbe lasciare il carcere il 20 gennaio 2015 , considerata la “particolare complessità” del processo e nell’eventualità di un rinnovo parziale dell’istruttoria dibattimentale. I termini di custodia cautelare delle due donne scadono il 20 aprile 2015.
LA RICHIESTA DELLA DIFESA: ASCOLTARE MICHELE MISSERI – Fra i motivi dell’ appello presentato dai legali degli otto imputati balza agli occhi anche una richiesta per la parziale rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale che prevede quindi un nuovo esame per Michele Misseri, il quale, dopo essersi accusato inizialmente del delitto contribuendo al rinvenimento dei resti di Sarah Scazzi, accusò e chiamò in correità sua figlia Sabrina, accusandola del delitto, per poi successivamente autoaccusarsi a partire dalla fine del 2010 di ogni responsabilità del delitto ed anche della soppressione del cadavere .
Ad uccidere Sarah Scazzi è stato lo zio Michele Misseri e il movente del delitto è di natura sessuale, questa E’ la posizione dei legali di Sabrina Misseri, i quali per voce dell’avvocato Prof. Franco Coppi, hanno spiegato i motivi delle proprie richieste difensive, adducendo circostanze che lo stesso Misseri ha ribadito in più occasioni mimando persino le fasi dell’omicidio in alcune interviste alle televisioni. “Il quadro emerso dal primo grado – ha commenta l’avvocato Nicola Marseglia, difensore di Sabrina insieme al professor Franco Coppi – è troppo indiziario e gli elementi di prova non consentono di arrivare ad una condanna“.
La Procura della repubblica di Taranto ha aperto un procedimento per il reato di autocalunnia, nei confronti di Michele Misseri. I legali della figlia Sabrina Misseri hanno inoltre chiesto nei motivi di appello, anche la inutilizzabilita’ delle dichiarazioni rese dall’imputata nel settembre 2010, quando era ancora “persona informata sui fatti“; e si impugnano anche una serie di ordinanze emesse dalla Corte di Assise di Taranto, si chiedendo l’acquisizione di una conversazione intercorsa tra Michele Misseri e la figlia, e persino le dichiarazioni rese dall’agricoltore in una intervista televisiva.
“Ci auguriamo più serenità – ha dichiarato l’avvocato Franco Deiaco, difensore di Cosima Serrano , prima di entrare nell’aula della Corte d’Appello di Taranto – ed una più dettagliata analisi degli elementi del primo grado. Non va dimenticato che Taranto è stata gia condannata per ingiusta detenzione”. Il legale di Cosima Serrano ha quindi chiesto in aula un sopralluogo nella villetta della famiglia per potersi rendere meglio conto dei luoghi in cui sarebbe maturato l’omicidio. Anche avvocato Luigi Rella, della difesa di Cosima, motivando la richiesta di appello ha sostenuto che la Procura della Repubblica avrebbe ‘spostato‘ il luogo del delitto dal garage della villa dei Misseri , trasferendolo all’interno dell’abitazione.
L’avvocato Luca Latanza legale difensore di Michele Misseri , ha chiesto una perizia psichiatrica sul suo assistito, davanti la quale richiesta si è opposta il procuratore Montanaro che rivolgendosi alla difesa dell’agricoltore ha detto : “Mettiamoci d’accordo o Michele Misseri è in grado di intendere e di volere, e quindi può essere esaminato. Oppure si hanno dei dubbi, forse è pazzo e allora va fatta una perizia psichiatrica“.
La Procura generale rappresentata dalla dr.ssa Montanaro inoltre si è opposta anche allealtre richieste presentate dal collegio difensivo degli imputati, richiedendo al Tribunale anche l’acquisizione del contenuto di due telefonate intercorse, la prima intercettata il 7 ottobre 2010 tra Sabrina e la madre Cosima, e la seconda avvenuta il 7 novembre 2010 tra Sabrina e Carmine Misseri, fratello di Michele.
“DISGUSTATI, NON VOGLIAMO RIVEDERLO” – “E’ disgustante vedere o sentire eventualmente Michele Misseri fare le sue sceneggiate. Continua la recita del trasformista” hanno ribattuto gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, legali della famiglia di Sarah Scazzi, alla richiesta di interrogare ancora una volta Michele Misseri.
L’ avvocato Biscotti ha ricordato che nell’inchiesta ci sono due momenti che coinvolgono Michele Misseri, dalla “straordinaria intensità: i momenti di silenzio che precedono l’indicazione del luogo in cui ha gettato il corpo di Sarah, quando si libera da un peso» (6 ottobre 2010), e durante l’incidente probatorio (19 novembre 2010) allorquando Misseri dichiarò “ognuno deve assumersi le responsabilità“.
La Corte d’Assise d’Appello di Taranto, dopo aver svolto una breve camera di consiglio, ha quindi rinviato ed aggiornato lo stesso processo al prossimo 21 novembre. Nella prossima udienza la Corte scioglierà le riserve conseguenti alle numerose richieste avanzate dal collegio difensivo e dalla procura Generale.