L’anno più letale per i migranti che hanno tentato di attraversare il Mediterraneo sarà secondo l’ Onu il 2016. Lo conferma William Spindler, il portavoce dell’Unhcr, il quale aggiunge: “Possiamo confermare che almeno 3.800 persone sono morte o disperse nel Mar Mediterraneo dall’inizio dell’anno, rendendo il bilancio delle vittime del 2016 il più alto mai registrato“. Nello scorso anno, il 2015 erano state 3.771 le persone morte durante la traversata.
“Abbiamo raccolto molte testimonianze – ha dichiarato Spindler – dalle persone soccorse durante il weekend e fatte sbarcare in Italia. In base ai resoconti abbiamo potuto comprendere quante persone sono morte o risultano disperse. Si tratta chiaramente di stime“.
In calo il numero dei migranti Il numero di persone che sono riuscite a compiere la traversata è invece drasticamente calato: sono infatti 327.800 i migranti che fino ad oggi hanno raggiunto le sponde nord del mar Mediterraneo, a fronte dei 1.015.078 del 2015. Se lo scorso anno perdeva la vita un migrante ogni 269, quest’anno il rapporto, drammatico, è di un morto ogni 88. Sulla rotta centrale, quella che porta in Italia, il dato sale a una vittima ogni 47.
Nel 2015 l’Unhcr aveva registrato per tutto l’anno un totale di 3.771 decessi nel Mediterraneo. Ma mentre nel 2015 1.015.078 persone avevano attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Europa, quest’anno il numero è di circa 327.800.
Aumentano i morti – Aumentato anche il tasso dei decessi: nel 2016 una persona ogni 88 ha perso la vita mentre tentava la traversata. Si tratta di un dato in netta crescita rispetto a uno ogni 269 registrato nel 2015. Nel Mediterraneo Centrale questo dato è addirittura più alto, con una morte ogni 47 arrivi
Metà degli sbarchi in Italia – Secondo l’Unhcr, circa la metà di coloro che tentano la traversata partono dal Nord Africa e raggiungono le coste italiane, attraverso la rotta più pericolosa del Mediterraneo. Questo è spiegabile, secondo l’agenzia dell’Onu, con il cambio di tattiche dei trafficanti di esseri umani: è sempre più forte infatti la tendenza a imbarcare quanti più migranti possibili per effettuare partenze di massa, rendendo più ardui i soccorsi. L’Unhcr ha esortato gli Stati membri dell’agenzia a intensificare gli sforzi per tentare di diminuire il numero di vittime, non solo attraverso una più intensa attività di monitoraggio dei mari ma anche rafforzando l’accesso a percorsi regolari che garantiscano sicurezza ai rifugiati.
31 morti – Non si fermano, intanto, gli sbarchi sulle coste italiane: ieri sono arrivate in Italia quasi 2.000 persone, trasportate dalle navi della Capitaneria di Porto di Messina e di Medici senza Frontiere. Insieme a loro sono state recuperate anche le salme di 31 persone che sono morte durante la traversata.