Blitz dei Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto. 13 persone sono state condotte in carcere e 3 hanno ottenuto i domiciliari. L’indagine, che ha portato anche alla denuncia in stato di libertà di altre 14 persone indagate, è stata supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali. Alle prime ore di questa mattina oltre 60 Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto, con l’ausilio di militari dello Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori “Puglia” e del Nucleo Cinofili di Modugno, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. Angelo Zizzari del Tribunale di Lecce, su richiesta del pm Milto Stefano De Nozza della Direzione Distrettuale Antimafia a carico di 16 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di aver costituito una associazione per delinquere, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con base nella Città Vecchia di Taranto
L’indagine, svolta dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto, che ha portato anche alla denuncia in stato di libertà di altre 14 persone indagate, avrebbe consentito di ricostruire, con metodi di indagine classica, quali servizi di osservazione e pedinamento ed anche attività tecniche, portate avanti con supporti tecnologici avanzati, l’articolazione dei due gruppi, di cui uno ritenuto egemone, nello spaccio di cocaina ed eroina nei vicoli della Città Vecchia, mentre l’altro molto attivo nella zona di Paolo VI.
Un gruppo, ritenuto egemone, era attivo nello spaccio di cocaina ed eroina nei vicoli della Città Vecchia, mentre l’altro operava nella zona del rione Paolo VI. Sul terrazzo dell’abitazione utilizzata come base logistica è stato trovato anche un fucile d’assalto “AK-47”, completo di baionetta e munizionamento. Le vedette, che “pattugliavano” costantemente le vie di accesso, erano sempre pronte ad avvisare le persone presenti giorno e notte nell’appartamento per la preparazione delle dosi.
OCC-COMPLETA-GIPLa vendita al dettaglio avveniva facendo calare un cestino da una piccola finestra al livello della strada, dove erano presenti gli acquirenti. Questi ultimi, provenienti soprattutto dai paesi limitrofi, e che talvolta erano costretti ad aspettare in fila il proprio turno, prima di ricevere la dose richiesta, avrebbero dovuto lasciare i soldi all’interno del cestino, riempito poi con la droga. Parte degli arrestati utilizzavano un’abitazione sfitta, come presunta base per i propri traffici illeciti.
L’appartamento, occupato abusivamente, sarebbe stato trasformato in un vero e proprio “fortino della droga,” grazie all’istallazione di porte blindate, grate anti-intrusione e telecamere, che potevano garantire una sorta di “sicurezza” a chi era all’interno. Sul terrazzo dell’abitazione era stato, inoltre, occultato anche un fucile d’assalto “AK-47”, completo di baionetta e munizionamento. Le vedette “pattugliavano” costantemente le vie di accesso, ed erano sempre pronte ad avvisare le persone presenti giorno e notte nell’appartamento, si ritiene impegnate nella preparazione delle dosi per la successiva vendita al dettaglio,
L’altro gruppo avrebbe avuto come base un circolo ricreativo abusivo, ricavato in un sottoscala, all’interno del quale vi erano degli apparecchi per il gioco d’azzardo non funzionanti, utilizzati per simulare un locale ad uso ludico. Era stato, quindi, praticato un foro nel muro, collegando il locale ad un altro esercizio attiguo, dal quale sarebbe avvenuto lo scambio soldi-droga. Anche questo locale aveva una porta in ferro corazzata, per rendere difficile l’accesso alle forze dell’ordine.
Gli acquirenti provenienti soprattutto dai paesi limitrofi al capoluogo e che talvolta erano costretti ad aspettare in fila il proprio turno, prima di ricevere la dose richiesta, avrebbero dovuto lasciare i soldi all’interno del cesto, riempito poi con la droga. Uno degli indagati, al livello della strada, comunicava ad un’altra persona affacciata alla finestra dell’appartamento la quantità di volta in volta richiesta dai “clienti”, calcolata in base alla somma di denaro consegnata ed inserita all’interno del cesto. Proprio ad uno degli acquirenti, intenzionato ad acquistare dell’hashish, era stato chiarito che lì venivano vendute solo “Bianca” o “Nera”, parole in codice per indicare la cocaina e l’eroina.
Complessivamente, durante l’attività investigativa, costantemente coordinata dalla D.D.A di Lecce e nella sua fase iniziale dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Taranto, sono stati sequestrati 20 mila euro in contanti e quasi 3 kg di sostanza stupefacente di vario tipo. Sono stati documentati continui viaggi in località del barese, della Basilicata e della Calabria, effettuati da “corrieri”, che si rifornivano di droga, da vendere poi nel capoluogo jonico.
I nomi degli arrestati in carcere
Il gip ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere per:
Anthony Caforio, 35enne di Taranto,
Cosimo Damiano Caforio, 29enne di Taranto,
Michele Caforio, 36enne di Taranto,
Salvatore D’Andria, 33enne di Taranto,
Mario Danzo, 50enne di Taranto,
Moris Maggio, 24enne di Taranto,
Massimo Mangieri, 50enne di Taranto,
Giuseppe Mongelli, 27enne di Massafra,
Alessandro Nazaro, 41enne di Taranto,
Marco Paladino, 36enne originario della provincia di Potenza,
Enrico Pedicone, 56enne di Taranto,
Augusto Christian Ressa, 23enne di Taranto,
Nicoletta Spina, 30enne di Taranto.
Arresti domiciliari per:
Giorgio Costantino, 48enne di Taranto,
Francesco Friolo, 45enne di Taranto,
Filippo Chioppa, 30enne di Taranto.