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26 Dicembre 2024 19:12

Operazione antiterrorismo del ROS dei Carabinieri. Arrestato un cittadino pakistano

La misura cautelare è il frutto di una complessa ed articolata attività di indagine dei Carabinieri del ROS, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo dell’ Aquila, durante la quale si dimostrava un rapido ed intenso processo di “autoradicalizzazione” islamica del pakistano, che aveva assunto connotazioni estremiste di natura salafita.

di REDAZIONE CRONACHE

Il Comando Generale dell’ Arma dei Carabinieri ha reso noto oggi un’ operazione dello scorso 15 dicembre in cui i militari del R.O.S. – Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri hanno eseguito a Bari un decreto di fermo della Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di L’Aquila nei confronti del 31enne pakistano Arslan Faiz. Il fermo è stato convalidato dal giudice e ieri pomeriggio il competente GIP del Tribunale dell’ Aquila, su richiesta della Procura, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare a carico del pakistano, con l’accusa di istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo.

Il pakistano Arslan Faiz già residente da circa 3 anni a Francavilla al Mare (CH) ed impiegato come auto lavaggista, era stato precedentemente colpito, in data 18 agosto scorso, dal provvedimento di espulsione dal territorio nazionale per ordine e sicurezza pubblica, emesso dal Prefetto di Chieti, e si trovava perciò in attesa dell’esecuzione del rimpatrio coattivo.

La misura cautelare è il frutto di una complessa ed articolata attività di indagine dei Carabinieri del ROS, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo dell’ Aquila, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Michele Renzo e del sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli, durante la quale si dimostrava un rapido ed intenso processo di “autoradicalizzazione” islamica del pakistano, che aveva assunto connotazioni estremiste di natura salafita.

Alcune immagini condivise dall’indagato pakistano sul suo profilo Facebook.

Indizio, quest’ultimo, che spingeva gli inquirenti a svolgere ulteriori attività investigative nei confronti del Faiz , che riuscivano a documentare una sua continua attività di propaganda apologetica utilizzando il socialmedia Facebook, consistente in “post” e commenti a favore dei metodi terroristici e delle vittorie delle milizie talebane. Gli inquirenti hanno altresì dimostrato come Faiz abbia inoltrato a più persone, via WhatsApp, video e fotogrammi di propaganda jihadista, palesando un’esplicita attività di istigazione a commettere i delitti di partecipazione ad associazioni con finalità di terrorismo ed attentati terroristici.

Il Faiz si rivolgeva in lingua urdu ai propri concittadini, sia quelli residenti in Italia che in Pakistan, tentando di influenzarli in senso radicale, pubblicando immagini elogiative dei talebani, e in particolare dell’organizzazione terroristica Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP). Sul suo telefono, precedentemente sequestrato, sono stati infatti rinvenuti molti video e fotografie, alcuni dei quali anche pubblicati e condivisi sui social, dei campi di addestramento in Afghanistan, di miliziani armati, effigi di Osama Bin Laden e dei leader talebani, con espressioni elogiative nei confronti delle organizzazioni jihadiste, invitanti anche esplicitamente al martirio contro gli “infedeli”. 

Il processo penale che dovrà stabilire l’eventuale responsabilità penale del Faiz rispetto alle accuse mosse dalla Procura Distrettuale sarà incardinato dinanzi al Tribunale di L’Aquila.

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