di Alessandra Monti
La Polizia Postale del Compartimento della Liguria, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, ha arrestato una 40enne russa, da anni residente nel capoluogo ligure, in quanto appartenente ad un’organizzazione transnazionale dedita alle frodi informatiche, alla ricettazione ed al riciclaggio. La donna nella vita quotidiana, era una tranquilla madre di famiglia, ma dietro un’apparente normalità in realtà, si nascondeva un’avvenente esperta hacker: era infatti un ingegnere informatico con la passione per il crimine e le cryptovalute.
I traffici illeciti della donna, diventata il terminale ligure di un’associazione a delinquere dedita alle frodi informatiche e al riciclaggio, non sono sfuggiti agli esperti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova che l’hanno arrestata, a seguito di un’attenta e meticolosa indagine .
La 40enne russa era esperta nel creare nuove identità, ritirando presso punti di recapito della provincia di Genova, sempre diversi, gli oggetti che acquistava sui portali di e-commerce utilizzando fondi, carte di credito e conti bancari di ignari malcapitati. La donna per eludere eventuali controlli, si presentava munita di documenti falsi presso i punti di ritiro oppure in altri casi reclutava ed utilizzava terze persone le quali, ritiravano i pacchi in sua vece percependo un compenso.
Telefonini di ultima generazione e materiale elettronico di altissima qualità, venivano successivamente spediti in Russia, a favore di soggetti appartenenti all’organizzazione oppure messi in vendita sui noti portali dedicati al commercio elettronico , ed i lucrosi guadagni in seguito venivano riciclati tramite acquisti di criptovalute presso numerosi exchange internazionali.
Gli investigatori della Polizia Postale, grazie ad indagini tecnico informatiche coniugate a quelle tradizionali, hanno appurato l’appartenenza della donna ad un’organizzazione transnazionale dedita alle frodi informatiche, alla ricettazione ed al riciclaggio, con la conseguente emissione da parte del G.I.P. presso il Tribunale di Genova di una Ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagata.
Nel corso della perquisizione domiciliare, gli investigatori della sezione “financial cybercrime” della Polizia Postale hanno sequestrato numerosi POS e centinaia di carte di credito appositamente attivate per riciclare i proventi derivanti da truffe e frodi informatiche. E’ tuttora al vaglio degli investigatori l’analisi del corposo materiale informatico sequestrato.