TARANTO – Alle prime ore di questa mattina, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto guidati dal tenente Massimiliano Croce, con il supporto di unità cinofile antidroga ed antiesplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione, a 8 provvedimenti cautelari (2 in carcere e 6 agli arresti domiciliari) emessi dal GIP dr. Michele Toriello del Tribunale di Lecce, effettuata nei Quartieri Tamburi e Paolo VI del capoluogo jonico e nella città di Bari, a seguito dell’ordinanza richiesta dal pm dr. Milto Stefano De Nozza dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Lecce , nei confronti di altrettante persone, tutte originarie di Taranto, ad eccezione di un arrestato che è residente a Bari, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, trasporto e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegali di armi.
L’operazione dei Carabinieri è stata convenzionalmente denominata “Sangue Blu” in relazione al contenuto di una conversazione nella quale uno dei soggetti a capo del sodalizio, fa emergere la propria consapevolezza di essere al “vertice di una famiglia di rango”: “Siamo “una famiglia di SANGUE BLU'”!!!! di SANGUE BLU’!!!! di SANGUE BLU’!!!”.
Le indagini dei Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto e coordinate dalla D.D.A. salentina, sono partire tra il 2014 ed il 2015 ed hanno scoperto un intenso traffico di stupefacenti nella città di Taranto parte del quale proveniente da Torre Annunziata e dalla Provincia di Bari. Le ordinanze di custodia cautelare appena eseguite dai Carabinieri di Taranto, costituiscono la concretizzazione di una secondo parte delle indagini, che aveva già portato all’arresto, nel mese di giugno 2017, di altre 13 persone, ritenuti responsabili a vario titolo dei medesimi reati contestati agli odierni indagati.
Nel corso delle attività investigative effettuate con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, nonché mediante il prezioso utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, è emerso che l’organizzazione criminale, nella sua articolazione territoriale localizzata nel quartiere “Tamburi”, gestiva un lucroso traffico di stupefacenti, piazzando sul “mercato” e vendendo cocaina, marjuana, eroina ed hashish, approvvigionandosi dalla provincia di Napoli ed in particolar modo da Torre Annunziata nonché dalla provincia di Bari, acquistando rilevanti quantità che comportavano un imponente impegno economico .
Lo stupefacente veniva immesso sulle piazze di spaccio del quartiere “Tamburi” dal quale si rifornivano numerosi consumatori provenienti dall’intera provincia ionica, dalle limitrofe province di Bari e di Brindisi e persino dalla vicina Basilicata. Il denaro ricavato dalla vendita della droga, veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti, oltre che per la remunerazione delle figure “operative” in seno all’organizzazione e cioè i custodi, i corrieri, le staffette ed i spacciatori al dettaglio.
Le dinamiche criminali emerse hanno dimostrato senza alcuna ombra di dubbio la costituzione di un vero e proprio sodalizio criminale, dedito alla perpetrazione dei reati necessari al suo consolidamento, alla riscossione dei proventi, alla predisposizione di strategie utili tanto ad aumentare e a consolidare la forza e la caratura del sodalizio quanto a mantenere l’egemonia sulle piazze di spaccio, come quelle del quartiere Tamburi di Taranto, storicamente crogiuolo di “contese” tra gruppi criminali rivali.
Le indagini hanno quindi rivelato inequivocabilmente tutti i più rilevanti momenti della vita del sodalizio, da quello della cura dei rapporti con i soggetti dai quali il sodalizio si approvvigionava di stupefacente, a quello della concreta acquisizione della droga, da quello dello stoccaggio e del taglio dello stupefacente, a quello dello smercio dello stesso in favore dei vari soggetti che ne curavano la vendita al dettaglio, da quello della creazione delle provviste di denaro necessario a pagare gli approvvigionamenti, a quello dell’incasso dei crediti, il tutto con piena unità d’intenti ed una costante sinergia.
Significativo si è rivelato l’immancabile linguaggio criptico adoperato per indicare lo stupefacente: ““ Carne – Lamiere – La Macchina – il Coso – la moto – il caffè”, nonché l’usuale appellare i consociati o elementi contigui al gruppo criminale tramite i “soprannomi” degli adepti.
Gli odierni indagati sottoposti a misure cautelari sono: Cosimo Marino’, Giovanni Romanazzi, Fabio Ferrigni, Ignazio Albano, Giuseppe Beneficio, Francesco Masella, Loris Giudetti e Alessandro Laforgia. ritenuti responsabili di aver fornito un fondamentale contributo per il mantenimento in vita del sodalizio, unitamente ai 13 soggetti precedentemente colpiti da ordinanza di custodia cautelare. Alessandro La Forgia, residente a Bari, durante l’ esecuzione dell’ordinanza dell’ Autorità Giudiziaria , è stato trovato in possesso questa mattina di una pistola calibro 7,65, che era stata ben nascosta dietro ad un mobile del bagno, completa di caricatore e 7 proiettili, di cui uno in canna e quindi pronta ad essere utilizzata per far fuoco.
Nel corso dell’attività sono stati eseguiti numerosissimi “riscontri” con perquisizioni e sequestri a carico di assuntori acquirenti, talora giovanissimi, soprattutto nel quartiere Tamburi; tra questi i più ingenti e significativi sono le precedenti operazioni eseguite dai Carabinieri della Sezione Operativa, che nel novembre 2014, hanno tratto in arresto Cosimo RESTA, classe 1956 e Tommaso DE LEONARDO classe 1962, entrambi “vicini” a Francesco VITALE (che è stato arrestato nella prima tranche dell’indagine), venendo trovato in possesso di 1 un chilo di cocaina. Al successivo arresto del marzo 2015 effettuato dai militari dell’ Arma, del pregiudicato Aldo SOLFRIZZI, classe 1992, che venne trovato anch’egli in possesso di 1 un chilo di cocaina, arrivando all’ultimo arresto nel settembre del 2016, sempre a Taranto di Pasquale LA NEVE , classe 1980, che venne trovato in possesso di quasi 600 grammi di cocaina.
Nell’ambito del procedimento, in cui sono indagate complessivamente circa cinquanta persone, il GIP di Lecce dr. Michele Toriello ha emesso otto ordinanze di custodia cautelare per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti nonché per il reato di detenzione ai fini di spaccio , disponendone la custodia cautelare in carcere a carico di 2 soggetti tradotti alla casa circondariale di Taranto, e di 6 posti agli arresti domiciliari, come di seguito indicati.
ELENCO SOGGETTI ARRESTATI
ASSOCIATI ALLA CASA CIRCONDARIALE TARANTO:
- MARINO’ Cosimo, nato a Taranto il 29.03.1993;
- ROMANAZZI Giovanni, nato a Taranto il 28.07.1975;
SOTTOPOSTI AGLI ARRESTI DOMICILIARI:
- FERRIGNI Fabio, nato a Taranto il 29.05.1975;
- ALBANO Ignazio, nato a Taranto il 06.03.1989;
- BENEFICIO Giuseppe, nato a Taranto il 19.12.1997;
- MASELLA Francesco, nato a Taranto il 23.02.1994;
- GIUDETTI Loris, nato a Taranto il 13.02.1992;
- LAFORGIA Alessandro, nato a Bari il 03.11.1981;