ROMA – Dieci persone tra i quali anche “boss” ed esponenti di primo piano della criminalità organizzata e mafiosa garganica, accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, sono state arrestate raggiunte da misure cautelari eseguite questa mattina dagli agenti delle Squadre Mobili di Foggia e Bari e dello S.C.O. il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, coordinati nelle indagini dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Secondo gli investigatori, gli indagati agivano tra i territori di Foggia, Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, Pescara e Francavilla al mare.
L´indagine è partita nell´estate 2017 a seguito dei gravissimi fatti di sangue avvenuti tra luglio ed agosto dello stesso anno sul Gargano, ovvero l´omicidio di Omar Trotta avvenuto a Vieste (FG) ed il quadruplice omicidio di Mario Luciano Romito, di suo cognato e di due agricoltori in agro di San Marco in Lamis. Le attività tecniche avviate permettevano di accertare che, un nuovo “capo” aveva preso in mano le redini del gruppo criminale, avviando un copioso traffico di cocaina che interessava le piazze di Foggia, Manfredonia e Pescara. “Di importanza fondamentale – ha evidenziato Eugenio Masino dello S.C.O. di Roma – si sono rivelate le risultanze investigative raccolte con questa attività, che ci hanno permesso di acclarare contatti e collegamenti tra elementi e referenti della criminalità organizzata di Vieste, Manfredonia e Foggia. Una vera e propria “joint venture” tra criminali”.“
Come hanno illustrato in conferenza stampa questa mattina presso la Questura di Foggia , il Questore Mario Della Cioppa, affiancato del Dirigente della Squadra Mobile di Foggia Roberto Pititto, del dr. Eugenio Masino dello S.C.O. e del dr. Pasquale Testini Dirigente della Squadra Mobile di Bari, Claudio Iannoli ritenuto il nuovo “capo” di quest’associazione malavitosa-mafiosa sfruttando le sue importanti conoscenze, in particolare, con il pregiudicato foggiano Luciano de Filippo (vicino alla consorteria criminale dei Sinesi-Francavilla) ed il pregiudicato manfredoniano, Gaetano Renegaldo vicino alla consorteria criminale dei “Libergolis”, avviava un fiorente traffico di stupefacenti finalizzato a realizzare profitti illeciti fuori dalla cittadina viestana. Il manfredoniano Renegaldo, grazie all’intermediazione svolta dallo Iannoli, entrava in affari col sodalizio foggiano, iniziando a rifornirlo di cocaina, come confermato e comprovato nel corso dei numerosi incontri monitorati dalla Polizia di Stato ed avvenuti prevalentemente tra il manfredoniano ed il Mastrorazio, (un fedele “adepto” del De Filippo), prevalentemente destinata al mercato pescarese. L’approfondimento investigativo effettuato nei confronti del Renegaldo ha permesso poi di ricostruire la rete di fiancheggiatori del pregiudicato manfredoniano, il quale poteva contare sul prezioso apporto del cognato Antonio Balsamo.
Lo sviluppo delle indagini ha consentito di accertare che lo stupefacente acquistato dal gruppo veniva destinato, oltre che all´area garganica, nel tentativo di ampliare e massimizzare i profitti illeciti, anche al mercato pescarese. Difatti, i territori maggiormente coinvolti dal fenomeno del traffico di cocaina sono risultati essere i comuni di Foggia, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, Troia, Vieste, Pescara, Montesilvano e Francavilla a Mare. L’indagine ha permesso di contestualizzare e meglio qualificare due importanti sequestri di marijuana operati dalla polizia a Vieste e Peschici.
Il primo, avvenuto nel marzo 2017 a Vieste, con l’arresto di due cittadini albanesi, che avevano il compito di fare da guardiani della droga, i quali vennero sorpresi dalla Polizia di Stato in uno stabile in costruzione in località Tomarosso, a Vieste, in possesso di 570 Kg di marijuana, oltre ad una pistola Beretta calibro 9 mm corto, dalla matricola abrasa, ed una pistola Beretta calibro 7,65 anch’essa con matricola abrasa completa di caricatore ed otto cartucce 7,65. Alla vista della polizia (che operò in borghese n.d.r.), i due per evitare rappresaglie con altri eventuali clan si erano qualificati “Siamo amici di Claudio“ . Cioè di Claudio Iannoli.
Il successivo 15 giugno dello stesso anno era stato individuato a Peschici, uno stabile in costruzione, utilizzato come probabile deposito di droga, . Nel corso della perquisizione mirata vennero recuperati 950 kg di marijuana , ripartita in numerose buste di plastica di diverse dimesioni. Sul posto sopraggiunse subito dopo Raffaele De Noia, proprietario dell’immobile utilizzato come deposito, il quale venne immediatamente arrestato. Sulla base di alcuni riferimenti fatti dai due cittadini albanesi, nel corso del primo sequestro, “Siamo amici di Claudio”, vennero avviate attività tecniche investigative su Claudio Iannoli, (a lato nella foto) ritenuto un elemento di primo piano della criminalità viestana, il quale faceva parte della consorteria criminale guidata da Girolamo Perna.
Nel tentativo di aumentare i propri illeciti profitti, il gruppo facente capo al duo Iannoli – De Filippo, che si avvaleva della piena compartecipazione della compagna Wanda Campaniello, aveva installato a Pescara una vera e propria base logistica, potendo contare sull’apporto dei sodali Caldarelli e Scaglione. Le attività investigative effettuate hanno consentivano infatti di individuare uno dei canali di approvvigionamento dello stupefacente del gruppo criminale, a conferma dell’accordo malavitoso raggiunto tra i foggiani ed il manfredoniano Gaetano Renegaldo per la fornitura della cocaina da mettere in vendita nel territorio abruzzese, assicurandogli elevati profitti . Nel mese di dicembre 2017, monitorando gli spostamenti dello Iannoli, gli investigatori della Polizia sono riusciti ad identificare il Renegaldo, pregiudicato particolarmente attivo nello spaccio di droga nella città di Manfredonia, che si avvaleva di una capillare rete di spaccio al dettaglio che raggiungeva anche i comuni limitrofi.
L´ acquisizione di consistenti elementi probatori a carico dei soggetti facenti parte del sodalizio criminoso in questione, trovava riscontro nell’ arresto in flagranza di quattro persone e nel sequestro di un laboratorio per la lavorazione ed il confezionamento della cocaina, nonché di gr. 300 di hashish. Il gruppo criminale, inoltre, si avvaleva della piena collaborazione di una donna, la quale aveva impiantato a Pescara una vera e propria base logistica, potendo contare sull´apporto di altri due soggetti. Emergeva anche un vero e proprio accordo per la fornitura della cocaina da smerciare in territorio abruzzese, tra i foggiani ed il manfredoniano; tra i fiancheggiatori di quest´ultimo si distingueva, per il prezioso contributo, il cognato Antonio Balsamo, incaricato in numerosissime occasioni di fargli da autista.
L´operazione odierna si pone in continuità con quella denominata “Agosto di Fuoco”, in realtà protrattasi per cinque mesi, da giugno a novembre 2018, con cui la Polizia di Stato, in tre distinte operazioni, tutte coordinate dalla DDA di Bari, ha complessivamente arrestato, per traffico di droga aggravato dal metodo mafioso, diciassette malavitosi. Questi i loro nomi:
Antonio Balsamo (classe 1972, nato a Manfredonia), Stefano Caldarelli (classe 1982, nato a Pescara),Wanda Campanello (classe 1986, nata a Foggia), Luciano De Filippo (classe 1971, nato a Foggia), Claudio Iannoli (classe 1976, nato a Carate Brianza), Alessandro Mastrorazio (classe 1978, nato a Foggia), Gaetano Renegaldo (classe 1978 , nato a Manfredonia), Andrea Scaglione (classe 1994, nato ad Atri in provincia di Teramo), Christian Serra (classe 1975, nato a Chieti) e Ivan Ventura (classe 1981 nato a Foggia).