di Alessandra Monti
La cerimonia è tornata in presenza, dal Dolby Theatre, con un terzetto di presentatrici, le attrici Regina Hall, Wanda Sykes e Amy Schumer che non ha perso l’ occasione per lanciare una frecciata: “Quest’anno l’Academy ha voluto tre donne per presentare, costano meno di un uomo”.
Tre candidature, tre premi per Coda: miglior film, miglior sceneggiatura originale, miglior attore non protagonista. Edizione che resterà negli annali per diversi motivi, la 94 esima degli Academy Awards, a cominciare dalla vittoria del film arrivato come outsider. Trionfo annunciato dalla vittoria di Troy Kotsur per “I segni del cuore”. Coda , il primo attore sordomuto a vincere un Oscar (la prima era stata Marlee Matlin, sua moglie nel film), festeggiato dai colleghi con stand ovation e applausi nel linguaggio dei segni.
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L’ Academy come prevedibile non non ha potuto ignorare il dramma in corso in Ucraina, occupata dalle truppe russe. La cerimonia si ferma per un minuto di silenzio e di riflessione con un messaggio di sostegno #standwithUkraine seguito alla presenza sul palco dell’attrice Mila Kunis attrice nata a Cernivci in Ucraina, compagna di Ashton Kutcher, la quale ha detto: “Nelle ultime settimane, il mondo è rimasto scioccato da un’invasione non provocata e da un atto di aggressione” e sullo schermo nero è apparsa la scritta che invitava a dare “supporto al popolo dell’Ucraina che sta affrontando invasione, conflitti e pregiudizi all’interno dei propri confini”. Già dal red carpet dalle star di Hollywood arrivano messaggi di solidarietà al popolo ucraino. Diversi attori, tra cui gli italiani Luisa Ranieri e Paolo Sorrentino, hanno mostrayo un nastro blu con la scritta “Con i rifugiati“.
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Momenti di tensione sul palco tra Chris Rock e Will Smith, che sembrava essere uno scherzo, un siparietto divertente, ma in realtà si è trattato di un vero scontro con Smith che ha perso le staffe, si è alzato dalla poltrona e ha sferrato un pugno al comico Rock che aveva fatto una battuta “ti prepari per Soldato Jane 2?“( con allusione a look di Demi Moore) rivolta alla moglie di Will Smith, l’attrice Jada Pinkett , che aveva spiegato tempo fa la scelta di rasarsi con un problema di alopecia.
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La star di King Richard non ha apprezzato la gag, è salito sul palco e dopo aver sferrato un pugno al comico gli ha detto: “Tieni il nome di mia moglie fuori dalla tua fottuta bocca“. In un primo momento gli spettatori hanno pensato a una “gag”, ma in realtà di è trattato di una reazione dettata da rabbia reale. “Non mi aspettavo che sarebbero stati gli Oscar più eccitanti di sempre”, ha detto il rapper Puff Diddy: “Will e Chris, lo aggiusteremo con amore“.
Tutti i premiati
Miglior film: I segni del cuore (Coda)
Miglior regia: Jane Campion (Il potere del cane)
Miglior attore: Will Smith (King Richard. Una famiglia vincente)
Miglior attrice; Jessica Chastain (Gli occhi di Tammy Faye)
Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose (West Side Story)
Miglior attore non protagonista: Troy Kotusr (Coda)
Miglior film internazionale: Drive my car di Ryûsuke Hamaguchi
Miglior sceneggiatura originale: Kenneth Branagh (Belfest)
Miglior sceneggiatura non originale: Siân Heder (I segni del cuore. Coda)
Miglior documentario: Summer of Soul (…Or, When the Revolution Could Not Be Televised) di Ahmir Questlove Thompson, Joseph Patel, Robert Fyvolent e David Dinerstein
Migliori costumi: Jenny Beavan (Cruella)
Miglior fotografia: Greig Fraser (Dune)
Migliori effetti speciali: Paul Lambert, Tristan Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer (Dune )
Miglior film di animazione: Jared Bush, Byron Howard, Yvett Merino e Clark Spencer (Encanto)
Miglior canzone: No Time to Die (No Time to Die), Billie Eilish, Finneas O’Connell
Miglior sonoro: Dune
Miglior montaggio: Joe Walker (Dune)
Miglior colonna sonora: Hans Zimmer (Dune)
Miglior scenografia: Patrice Vermette e Zsusanna Sipos (Dune)
Miglior trucco e acconciatura: Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh (Gli occhi di Tammy Faye)
Miglior corto animato: The Windshield Wiper
Miglior corto live action: The Long Goodbye
Miglior corto documentario: The Queen of Basketball