di Silvia Signore
A vincere è stato il favorito, ma sopratutto il grande cinema da guardare rigorosamente in sala e insieme un grande successo al botteghino. Oppenheimer, il kolossal di Christopher Nolan sul padre della bomba atomica, è calato sulla 96esima edizione degli Oscar con tutta la sua forza dirompente e ha accumulato addirittura sette premi su 13 nomination: miglior film, regia, attore protagonista (Cillian Murphy) e non protagonista (Robert Downey Jr), fotografia, montaggio, colonna sonora originale.
In un’edizione non memorabile, senza grandi momenti di spettacolo o colpi di scena, c’è stata solo una battuta politica fatta sul finire della cerimonia da Jimmy Kimmel che ha risposto con una battuta alle critiche lanciate da Donald Trump sulla sua conduzione. Leggendo una serie di passaggi del post pubblicato su Truth dal tycoon, in cui aveva definito Kimmel “il peggiore conduttore” agli Oscar, il comico ha risposto: “Grazie per aver seguito la serata, sono sorpreso che lei sia ancora in piedi, non e’ tardi in prigione?“.
Un vero e proprio trionfo pressochè annunciato, che riporta il cinema d’autore per le masse e insieme grande trionfatore d’incassi al centro della scena: il suo film ha incassato 958 milioni di dollari e adesso, dopo il trionfo agli Oscar, sembra destinato a superare i due film della serie ‘Il Cavaliere oscuro’ che hanno incassato poco più di un miliardo di dollari. Tre ore di potenza visiva, drammaturgica, interpretativa. Christopher Nolan mentre ritira il premio per la miglior regia dice: “Il cinema ha circa un centinaio di anni, ed essere qui a distanza di cent’anni è un grandissimo onore per me”.
i premi sono finiti dove si pensava finissero, con Cillian Murphy che vince come miglior attore protagonista e ritira il premio del suo “Oppenheimer” dedicando l’Oscar “a chi porta la pace nel mondo”. Nella notte di Los Angeles Christopher Nolan ha sfatato un tabù: non aveva mai vinto un Oscar malgrado due candidature per il miglior film (‘Inception‘ e Dunkirk‘), una per la regia (‘Dunkirk‘) e due per la sceneggiatura originale (‘Inception‘ e ‘Dunkirk‘). Adesso in un sol colpo ha conquistato una doppia vittoria che lo consacra – anche agli Oscar – come uno dei più grandi registi contemporanei: miglior regia e miglior film per ‘Oppenheimer‘.
Con ‘Oppenheimer’, inoltre si sana un’altra ingiustizia: Robert Downey Jr. ha ricevuto, seppure come attore non protagonista, un premio Oscar, 31 anni dopo quello che l’Academy diede quasi a titolo risarcitorio ad Al Pacino (‘Scent of a woman‘) preferendolo al giovane Downey Jr. autore di un’interpretazione magistrale in ‘Charlot‘ di Sir. Richard Attenborough (per cui vinse comunque il Bafta). E’ stata la prima volta anche per Cillian Murphy, attore presente in tanti film di Christopher Nolan, vincitore come miglior attore protagonista alla sua prima candidatura.
Niente da fare purtroppo per il nostro Matteo Garrone: l’odissea dei migranti raccontata in “Io capitano” è stata battuta da “La zona d’interesse” di Jonathan Glazer, il film inglese sulla banalità del male, incentrato sulla famiglia che vive la sua placida vita al di là del muro del campo di Auschwitz.
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