ROMA – Per il procuratore capo della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe, il decreto legge che sospende fino al 30 settembre i termini processuali e di prescrizione e i processi penali senza detenuti “è soltanto uno spot“. “Vorrei capire – aggiunge – se siamo di fronte a trascuratezza, incompetenza o forse malafede“. “E’ la Giustizia che fallisce in pieno il suo compito”, ha detto il procuratore partecipando alla riunione straordinaria del Comitato direttivo dell”Anm con all”ordine del giorno la situazione di emergenza a Bari.
Commentando i contenuti del decreto, Volpe sostiene che “per recuperare i tre mesi di sospensione dei processi ci vorranno tre anni. Le cancellerie saranno costrette a fare almeno 60mila notifiche per convocare le nuove udienze e per i costi inutilmente sostenuti”, come consulenze e intercettazioni per processi che non arriveranno a sentenza, “bisognerebbe informare la Procura della Corte dei Conti“.
Per ogni giornata di giustizia penale sospesa, le cancellerie del Tribunale di Bari dovranno predisporre almeno mille notifiche. È il calcolo approssimativo fatto dagli addetti ai lavori, avvocati e magistrati, commentando le conseguenze concrete che avrà il decreto legge adottato ieri dal Consiglio dei Ministri per sospendere i processi penali fino al 30 settembre e smantellare la tendopoli.
Calcolando, infatti, che ogni giorno si celebrano circa 200 processi con mediamente cinque parti da convocare (tra imputati, avvocati, parti offese e testimoni), le cancellerie dovranno predisporre circa 5mila notifiche a settimana per comunicare agli interessati le nuove date di udienza. C’è poi la questione delle misure cautelari. I processi con detenuti continueranno a celebrarsi normalmente ma “la bozza di decreto – spiega Rossella Calia Di Pinto, giudice barese e componente della Giunta distrettuale dell’Anm – parla solo di custodia cautelare. Dovrebbero essere sospesi tutti i processi nei confronti di coloro che sono sottoposti a misure non custodiali, come il divieto di avvicinamento, per esempio gli stalker o gli imputati per maltrattamenti e minacce, che rischiano di scadere. Una conseguenza devastante per le parti lese di quei reati“.
“Io ascolto e dialogo con tutti, ma la polemica non mi interessa” . Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede reagisce alle polemiche sollevate dai magistrati e dagli avvocati sul decreto con il quale è stata disposta la sospensione dei processi a Bari. In un post su Facebook Bonafede afferma che tutte le parti in causa sono state informate “passo dopo passo, addirittura fino al momento prima di recarmi a Palazzo Chigi per presentare il decreto legge in Consiglio dei Ministri.E in quelle telefonate nessuno ha sollevato alcuna perplessità sulla sospensione dei processi“. Il decreto “era stato richiesto dalla Commissione permanente, dove siede anche l’Anm e tutte le parti in causa, come primo passo per affrontare l’emergenza, al quale ne sarebbero seguiti altri. Infatti, nei prossimi giorni sarà individuato l’immobile dove saranno trasferiti gli uffici giudiziari di Bari”, afferma ancora Bonafede. “Forse c’è qualcuno a cui sarebbe piaciuto vedere ancora celebrare i processi in un tendone, magari anche in piena estate“.