di REDAZIONE POLITICA
Paolo Mieli non si fa illusioni sulle settimane che stanno arrivando. “A partire dal primo giorno di scuola, prepariamoci a 20 giorni di caos indescrivibile. Sarà l’autunno più infernale di sempre”. In un’intervista al quotidiano La Verità, il noto giornalista, storico e scrittore vede il Paese davanti a un grosso bivio: “In autunno bisognerà decidere: tentare di portare a termine la legislatura e arrivare all’elezione del presidente della Repubblica oppure andare alle urne in primavera. In questo momento sento parecchi scricchiolii: crescono le probabilità di andare a elezioni anticipate”.
Innanzitutto arriva l’appuntamento elettorale. Con le Regionali che potrebbero causare “un brutto risveglio” alla maggioranza che sostiene il Governo. Con il referendum che è un pasticcio perché “tagliare i parlamentari si può, ma in un contesto di riscrittura e redistribuzione dei poteri dello Stato. Altrimenti è uno sputo sul Parlamento. E dare ragione a chi sostiene che, quando si parla di rappresentanza politica, meno siamo e meglio stiamo. Niente più che uno slogan”.
Paolo Mieli vede la necessità di tornare alla Seconda Repubblica, quella che tendeva al bipolarismo. “La Seconda Repubblica percorreva questa strada maestra, pur con tante variazioni sul tema, invece la Terza annaspa in uno stagno. E saranno anni infernali, con riforme che non si faranno e maggioranza che non terranno”.
A chi gli fa notare che con M5S una politica tripartita è inevitabile, Mieli dice che “la storia dei 5 stelle è finita. Anzi forse era già terminata l’estate scorsa quando la Lega gli portò via metà dei voti. Non hanno più nessun potere, se non quello di allearsi con la sinistra esortati dal loro guru”.