Dopo la nomina prima dei ministri e poi dei sottosegretari, la maggioranza di governo si appresta a comporre l’ultimo scenario sulle nomine parlamentari prima che l’attività politico-parlamentare possa prendere il via definitivo. Mercoledì prossimo infatti si eleggeranno i nuovi presidenti delle commissioni parlamentari ed anche se le trattative sembrano procedere in maniera veloce, sicuramente fino all’ultimo momento si andranno a riempire le varie caselle, tenendo conto di equilibri e compensazioni tra e nei partiti del centrodestra dopo la nascita del governo Meloni.
Concordata la suddivisione delle 24 presidenze di commissione (10 al Senato e 14 alla Camera) che vedrà l’attribuzione di 12 presidenze a Fratelli d’Italia, 7 alla Lega e 5 a Forza Italia, sembrano blindati alcuni nomi come quello di Stefania Craxi (Forza Italia) alla Commissione Esteri del Senato, di Giulio Tremonti (Fratelli d’ Italia) allo stesso organismo della Camera e di Giulia Bongiorno (Lega) alla commissione Giustizia del Senato.
Tra gli altri nomi in “pole position” a Montecitorio si segnalano per Fratelli d’Italia quelli di Federico Mollicone alla Cultura, di Marco Osnato alla Finanze, di Carolina Varchi alla Giustizia, mentre al Senato quelli di Alberto Balboni per la Affari costituzionali, Nicola Calandrini per la Finanze e Tesoro, Luca De Carlo per l’Agricoltura e Francesco Zaffini per la Salute.
La Lega al Senato è pronta a far scendere in campo un altro ex ministro, cioè Massimo Garavaglia che dovrebbe andare alla presidenza della commissione Attività produttive, mentre alla Camera Igor Iezzi è il nome più probabile per la commissione Affari costituzionali. In tre invece si contendono la guida della commissione Difesa, e cioè Nino Minardo, Eugenio Zoffilli e Paolo Formentini.
A parte della nomina di Stefania Craxi praticamente senza rivali, dovrebbe essere Silvio Berlusconi ad avere l’ultima parola in Forza Italia per evitare che si consumi l’ennesima contesa tra le due correnti interne del partito. Se alla commissione Agricoltura della Camera dovesse prevalere Francesco Battistoni, potrebbe diventare in salita la strada per Paolo Barelli, a meno che alla fine, considerando i posti disponibili al Senato, gli equilibri regionali e le nomine al Governo si riesca a sistemare tutte le tessere del mosaico.
Nella prossima settimana si dovrebbero definire anche gli altri organismi previsti per il funzionamento del Parlamento. Tra questi le Giunte, a partire da quella per il Regolamento che è guidata dai presidenti di Camera e Senato (dove il Pd indicherà i senatori Parrini e Giorgis) o quelle delle Autorizzazioni a Montecitorio e delle Immunità al Senato, guidate dalle opposizioni (la scorsa legislatura erano andate a Fratelli d’ Italia). Tra le opposizioni, in particolare tra Pd e M5s, si sta cercando una intesa complessiva che, magari, faccia da viatico per l’accordo sulle commissioni di Garanzia (Copasir e Vigilanza), che verranno costituite più in là per legge. Intanto tra i vari nomi circolati ci sono quelli di Guerini, Boccia o Borghi per il Copasir; Patuanelli ma anche Maria Elena Boschi per la Vigilanza; Franceschini per le Immunità. A Palazzo Madama, con il nuovo regolamento, nascerà anche il Comitato per le legislazione che prevede una turnazione per la presidenza.