di Antonello de Gennaro
Dopo l’ennesima sconfessione del Consiglio di Stato sui criteri di nomina del CSM, le cui decisioni più importanti vengono rase al suolo dalle sentenze definitive dei giudici amministrativi di Palazzo Spada, sta per partire un vero e proprio valzer delle nomine. Una situazione imbarazzante che conferma la tesi difensiva di Luca Palamara che sosteneva “era un sistema, non potevo fare io tutto da solo“.
Non è bastato il ripetuto intervento del capo dello Stato Sergio Mattarella, che , purtroppo per lui, è anche il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, al richiamo al rispetto per la legalità, per la toga e per i meriti a riportare un doveroso e necessario equilibrio all’interno di Palazzo dei Marescialli, sede del CSM.
Potremmo fare un lungo elenco di procuratori capo nominati senza averne i titoli, eletti sulla base di accordi e compromessi fra le varie correnti della magistratura, che hanno ben poco da differenziarsi da quelle dei partiti. Così come incredibile il ribaltone di equilibri interni al CSM causato anche da disavventure giudiziarie che, come le note vicende delle riunioni notturne all’ Hotel Champagne hanno svelato, coinvolgono spesso e volentieri sinistra politica e quella giudiziaria.
Le Procure più importanti d’Italia, Roma e Milano, si trovano a vivere una lunga estate bollente, ma non per le calde temperature sotto il solleone. La procura di piazzale Clodio nella Capitale si trova di fatto con un procuratore capo ritenuto inidoneo, dopo l’annullamento della nomina di Michele Prestipino Giarritta da parte del Consiglio di Stato. Ma se Roma piange…Milano non ride ! Le manovre sulla successione a Francesco Greco l’ attuale procuratore capo della procura ambrosiana che lascerà tra cinque mesi per andare in pensione, sono partite avvelenate e surriscaldate anche dal clima bollente causato dal “caso Storari-Davigo”. Per la prima volta l’avvicendamento milanese dovrà affrontare la possibilità di dover affrontare un bivio tra la continuità dopo oltre un ventennio di efficientismo o lasciare spazio ad un nuovo corso.
Incredibilmente la nuova valutazione sui candidati toccherà alla 5a commissione ed al plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, cioè quegli stessi magistrati e membri laici che avevano eletto dei procuratori senza tenere contro dei curricula e trascorsi di carriere dei vari candidati costringendo i giudici amministrativi a contestare non pochi vizi di procedura e di merito, emersi nei vari ricorsi ed annullare non poche nomine, Roma compresa.
Se la sentirà il Quirinale di avvallare tutto ciò ? Ai posteri l’ardua sentenza.