E’ finita in aula del Palazzo di giustizia romano di piazzale Clodio l’illusione collettiva di realizzare uno stadio nell’area di Tor di Valle, mentre si è conclusa la sorte processuale dei molti affaristi e politici protagonisti di quella stagione. Ormai sei anni fa costruttori, politici, affaristi, funzionari pubblici, accusati di corruzione ed altri reati, sono finiti fa sul banco degli imputati. L’ipotesi, formulata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dai pm fra i quali Giulia Guccione e Luigia Spinelli era quella di un’associazione a delinquere finalizzata “allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione”.
L’inchiesta nata da una serie di intercettazioni nei confronti dell’imprenditore/costruttore Sergio Scarpellini (attualmente deceduto) si era frastagliata in diverse tranche processuali. A processo erano finiti politici che spingevano per l’assunzione del figlio ed altri che si facevano largo tra colleghi di partito grazie a finanziamenti ad personam, consulenti di provenienza M5s come Luca Lanzalone l’ex Amministratore Delegato di Acea (nominato dalla sindaca Virginia Raggi), piegati agli intenti dei costruttori, ma anche professionisti come Fabio Serini, manager Ipa, che trattavano la propria nomina in cambio di favori. Tramontata l’illusione collettiva e istituzionale di realizzare lo stadio della Roma nell’area di Tor di Valle, infatti sarà Pietralata, a ospitare la nuva casa calcistica della Roma e dei suoi tifosi
Complessivamente le pene sono state più morbide di quelle richieste dalla procura romana. Le condanne nove in tutto: 8 anni di carcere all’ex presidente del consiglio comunale Marcello De Vito (M5s) e 2 anni con rito abbreviato per il costruttore romano Luca Parnasi che avrebbe finanziato schieramenti politici bipartisan (dal Pd alla Lega), indotto soprintendenti a promuovere il suo progetto di stadio, dopo aver “oliato” consulenti e amministratori societari. Nei suoi confronti l’accusa aveva chiesto, nonostante il rito abbreviato, una condanna ad otto anni e mezzo di carcere per episodi avvenuti fra il 2017 e il 2018. Molte assoluzioni fra le quali quelle all’ex assessore regionale Michele Civita e il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi.
Tutte le condanne e le assoluzioni
Condannati Camillo Mezzacapo a 9 anni, Marcello De Vito ex presidente dell’assemblea capitolina, a 8 anni e 8 mesi con interdizione perpetua dai pubblici uffici; Andrea Manzoni a 8 anni, 6 anni e 2 mesi a Gianluca Bardelli, Luca Lanzalone a 3 anni, e Luca Parnasi a 2 anni. Condannati anche Adriano Palozzi a 1 anno e 10 mesi, il deputato ed ex-tesoriere della Lega Giulio Centemero ad 1 anno, l’immobiliarista campano Giuseppe Statuto ad 1 anno e 6 mesi.
Assolti Vanessa Adabire Aznar, Davide Bordoni, Michele Civita, Paolo Desideri, Giampaolo Gola, Domenico Petrolo, Fortunato Pititto, Francesco Prosperetti, Claudio Santini,Fabio Serini, Gianluca Talone, Zabor Zaffiri.
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