di Valentina Taranto
La giornata di Santa Cecilia, è l’ anticamera tutta tarantina delle feste natalizie, appaga davvero tutti i sensi, ed è una festa piena di atmosfera, da cogliere nei sorrisi generosi dei veri tarantini e nei riti semplici di una tradizione rimasta lontana da contaminazioni. Una celebrazione tutta tarantina, perché in anticipo sul periodo dell’Avvento, quello cioè che prepara alla Natività, come la Quaresima prepara alla Pasqua .
Il signor Francesco Franco, è un uomo semplice ed appassionato delle tradizioni tarantine e soprattutto delle Pastorali, le Nuvène, patrimonio culturale tarantino molto conosciute dai più anziani, che in questo periodo vengono suonate ed ascoltate nelle case delle famiglie ancora innamorate di una cultura che non si può disperdere: la tarantinità. È lui che da diversi anni cura l’organizzatore ed il passaggio della banda, quasi nella totalità delle vie del quartiere Tamburi, ed affronta i costi relativi alle luminare ed ai concerti bandistici al fine di coltivare la cultura e la speranza di un ambiente salubre.
Gli organizzatori nella nota inviata alla stampa hanno messo in luce, il mancato sostegno all’iniziativa da parte dell’Amministrazione Comunale. Ma noi non ci meravigliamo ben sapendo che alcuni assessori della Giunta Stefàno assessori sono ormai letteralmente sdraiati sul “tappetino” delle solite iniziative proposte dalla Confcommercio di Taranto, cioè di quella stessa associazione che da mesi e mesi attacca proprio il Comune di Taranto su ogni problematica possibile ed immaginabile, salvo poi passare con il “cappello” in mano ad incassare dal Comune consulenze, contributi oltre a presentare faraonici progetti (da noi denunciati e bloccati) la cui vera utilità in realtà è quella ripianare i conti degli “affarucci” , interessi personali e debiti di alcuni componenti dagli anni al vertice dell’associazione dei commercianti, che ha ormai perso credibilità a livello istituzionale.
Ad affrontare i costi dell’organizzazione della festa di Santa Cecilia, quest’anno sono stati gli stessi abitanti del quartiere Tamburi , che con un contributo in denaro anche minimo, cercano di godersi qualche ora di sana melodia. “Tutto questo avviene in una zona in cui si parla spesso di degrado urbano, malattia e morte – si legge nella nota inviata dagli organizzatori alla stampa – Il quartiere, simbolo dell’incuria dei potenti. Questa è la dimostrazione che nel quartiere c’è gente che non si piange addosso, che ha voglia di vita e si rimbocca le maniche”. Per creare una cornice di festosa e sana allegria è stata chiamata una delle più note ed apprezzate bande pugliesi: la Banda Municipale “Città di Crispiano”, diretta dal maestro Francesco Bolognino.
La banda farà da colonna sonora ad una serie di numerose iniziative collegate alla preparazione delle “pettole“, un tipico dolce della tradizione tarantina, semplici ma squisite frittelle ricoperte di zucchero, che da sempre rappresentano un simbolo di coesione: La tradizione di un tempo è che chi le preparava invitava parenti ed amici a gustarle presso la propria casa, o le confezionava offrirle e portale a casa di amici ed ancora calde e fragranti. E’ proprio nello spirito di voler continuare e non perdere questa tradizione che gli organizzatori invitano la cittadinanza ad intervenire numerosa. L’appuntamento è fissato nei pressi del Ponte della Ferrovia alle ore 4.00 del 22 novembre.
Chissà che il Sindaco Stefàno leggendo questa nota, non capisca che il Comune di Taranto ha sbagliato a non sostenere questa iniziativa e voglia rimediare, magari partecipandovi in prima persona. Sarebbe un gesto di umiltà e rispetto nei confronti di un quartiere, di una cittadinanza che da anni subisce, ed anche troppo. Noi portiamo rispetto ed amiamo questi semplici cittadini che si impegnano solo al fine di garantire il rispetto delle tradizioni, e che non cercano palcoscenici elettorali . Questa è la Taranto “migliore” che dobbiamo rispettare e tutelare.
Ricetta per le pettole: 1/2 kg di farina, 1 cubetto di lievito di birra, acqua e olio extra vergine di oliva. Impastare la farina con acqua tiepida ed il lievito, fino ad ottenere un’impasto fluido e colloso. Far riposare per almeno un’ora coprendo con una coperta. Raccogliere l’impasto con un cucchiaio e calarlo spingendolo con un dito nella padella di olio bollente. Estrarle appena dorate e servirle con una spolverata di zucchero. Alcune ottime varianti prevedono un pizzico di sale nell’impasto, unito ad acciughe, cavoli o tonno. Ogni pettola può avere una forma diversa, ma avrà sempre il suo sapore unico!