ROMA – Fra i probabili concorrenti per la successione a Giuseppe Volpe, il capo della Procura di Bari che andrà in pensione ad agosto del prossimo anno negli ambienti giudiziari baresi circola anche il nome di Carlo Maria Capristo, l’attuale procuratore di Taranto, a conferma di quanto avevamo pubblicato nei giorni scorsi. Ipotesi sostenuta dalla circostanza che Capristo avrebbe legittimamente le carte in regola non solo professionalmente, ma anche “tecnicamente” per partecipare all’assegnazione della procura, in quanto a marzo 2020 finiscono i suoi primi quattro anni al vertice della procura tarantina e quindi il magistrato barese avrebbe il diritto di poter chiedere il trasferimento in una procura più grande e sicuramente più prestigiosa.
Da noi contattato il Procuratore di Taranto ha smentito queste voci. “Non sono alla ricerca di poltrone” ha dichiarato Capristo al CORRIERE DEL GIORNO “e voglio mantenere fermi i miei impegni per Taranto che enunciai al mio insediamento, salute permettendo. Non lascio mai gli impegni che assumo a metà“
Nonostante qualche articolo “pilotato” dai soliti amici degli amici... alla data odierna non risulta avviato alcun procedimento nei suoi confronti dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, nei confronti di Capristo, così come non è arrivata alcuna richiesta di rinvio a giudizio per il presunto depistaggio di alcune indagini sulle tangenti Eni, per la quale era stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Siracusa, a seguito di alcune lettere anonime. quale atto dovuto.
Capristo è stato ascoltato dal procuratore capo di Siracusa Maurizio De Lucia e dal pm Antonio Carchietti, ai quali ha chiarito persino documentalmente l’assoluta legalità dei suoi atti e comportamenti, che confermavano le indagini fatte a suo tempo dai magistrati di Trani, e la sua lettera di trasmissione alla Procura di Messina dopo la relazione redatta dai magistrati inquirenti.
E’ semplicemente ridicolo quanto scritto dal quotidiano La Repubblica, dalla redazione di Bari, che partendo dal presupposto che Capristo era il procuratore di Trani, ritiene “inevitabile” la possibilità che sia stato al corrente degli illeciti accaduti in quegli uffici giudiziari. In realtà al contrario di quanto scrive il giornale romano, che dimostra di essere poco e male informato, la posizione di Capristo è stata valutata dai magistrati della procura di Lecce salentini, che non hanno trovato alcun suo atto illecito, anomalia, coinvolgimento e non gli hanno contestano alcun addebito.
Oltre al nome di Capristo si fanno i nomi anche dei due procuratori aggiunti del capoluogo pugliese Roberto Rossi e Francesco Giannella che era l’ aggiunto alla Procura di Trani retta a suo tempo da Capristo, e quindi utilizzando il teorema farneticante di Repubblica “non poteva non sapere” ! Ma alla guida della procura di Bari potrebbero concorrere anche magistrati attualmente in servizio presso altre Procure, come Francesca Romana Pirrelli, procuratore aggiunto a Foggia, ed Elisabetta Pugliese, sostituto procuratore alla Direzione nazionale antimafia (Dna), la quale si era già candidata per la procura di Matera, dove si vide preferire dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura l’ex-procuratore aggiunto di Taranto, Pietro Argentino nonostante i suoi comportamenti poco trasparenti, nomina frutto di un accordo “politico” fra le correnti “deviate” del Csm ed in particolare quella di area che voleva portare sulla poltrona di Argentino (riuscendoci) come procuratore aggiunto a Taranto, l’ex segretario nazionale dell’ ANM, Maurizio Carbone che nonostante la sua intensa attività politico-sindacale, da oltre 20 anni faceva il sostituto procuratore della repubblica di Taranto.
Secondo l’ edizione barese del quotidiano La Repubblica, la Pirrelli e la Pugliese “sarebbero legittimate a partecipare al bando ma non è detto che vogliano farlo, così come Gaetano Paci, procuratore aggiunto a Reggio Calabria; Francesco Prete, attualmente capo della Procura di Velletri; Luca Masini, reggente a Salerno; Giovanni Russo, procuratore aggiunto della Dna. E proprio alla Dna sembra destinato il pm Giuseppe Gatti, mentre il collega Renato Nitti potrebbe diventare procuratore aggiunto al posto di Giorgio Lino Bruno , che a novembre prossimo lascerà il posto di coordinatore del pool reati contro la pubblica amministrazione: quello che a breve dovrebbe chiudere le indagini sul governatore pugliese Michele Emiliano“.
Legittimo chiedersi a questo punto, chi fornisce queste informazioni al quotidiano romano, che più volte è stato “beccato” per aver agito illegalmente nelle procure, ed utilizzato informazioni tele-pilotate dai soliti “amici degli amici” nelle procure ? E sopratutto come si fanno a pubblicare certe notizie ancora prima che vengano messe a concorso dal Csm !
Prima o poi qualcuno lo scoprirà. Palamara, Ferri , Palamara & company docet….