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5 Novembre 2024 07:20

Per Matthieu Jehl ad di Arcelor Mittal “il Governo è contro di noi”

La riunione è iniziata con  un'ora e mezza di ritardo sulla tabella di marcia prevista, ed è stata sospesa a diversi intervalli, e  dopo circa due ore di infruttuose discussioni, il tavolo è stato sospeso per cercare di redigere un verbale congiunto fra sindacati e azienda contenente una serie di impegni da parte di Arcelor Mittal Italia sulla sicurezza,  per poi procedere nel confronto sino a tarda sera. Le condizioni sul lavoro e le manutenzioni ordinarie e straordinarie sono state il punto principale del confronto

ROMA – Quello di ieri al Mise è stato il terzo incontro in un mese sulla situazione dello stabilimento ex-Ilva di Taranto,  convocato dal ministro Di Maio con i rappresentanti di ArcelorMittal Italia e i sindacati a seguito della tragedia causata da una tromba d’aria che lo scorso mercoledì sera 10 luglio ha fatto crollare in mare una delle tre gru, provocando la morte del gruista Cosimo Massaro che era nella cabina di guida che. Il suo corpo è stato ritrovato soltanto nel pomeriggio di sabato grazie all’intervento dei sommozzatori del Nucleo Carabinieri di Pescara.

Finora vi sono stati nove iscrizioni nel registro degli indagati della Procura di Taranto arrivati ai responsabili delle varie funzioni operative, di area, di reparto, di turno a cui si è aggiunto anche il nome di Teodoro Zezza, il capo turno precedente rispetto a quello durante il quale si è verificato l’incidente mortale.

Tra gli indagati figura anche il datore di lavoro e gestore del siderurgico di Taranto di Arcelor Mittal, Stefan Michel Van Campe. I sindacati dopo l’incidente  avevano proclamato uno sciopero ad oltranza che poi è stato revocato a seguito della convocazione al Mise. Al vertice erano presenti  anche Marco Bentivogli , segretario generale di Fim Cisl il quale ha parlato di “rischio di bomba sociale ed ecologica” , in quanto “gli altoforni  che sono rimasti accesi, e cioè Afo 1,2 e 4,  sono attualmente in stand-by, non accadeva da 60 anni, il siderurgico è ripiegato su se stesso e se non viene rimesso in pista e ambientalizzato potrebbe creare una bomba sociale di 20mila disoccupati e una bomba ecologica perché sarà interrotta l’ambientalizzazione“.

La riunione è iniziata con  un’ora e mezza di ritardo sulla tabella di marcia prevista, ed è stata sospesa a diversi intervalli, e  dopo circa due ore di infruttuose discussioni, il tavolo è stato sospeso per cercare di redigere un verbale congiunto fra sindacati e azienda contenente una serie di impegni da parte di Arcelor Mittal Italia sulla sicurezza,  per poi procedere nel confronto sino a tarda sera. Le condizioni sul lavoro e le manutenzioni ordinarie e straordinarie sono state il punto principale del confronto

Matthieu Jehl
Matthieu Jehl

“Nessuno vuole chiudere l’azienda – ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio -, ma ci sono un morto e un sequestro della magistratura, non si possono accusare governo e sindacati per questo“. ArcelorMittal ha replicato “Serve spirito collaborativo, non possiamo fare da solo“.  Il clima è stato particolarmente teso e fonti che hanno partecipato all’incontro raccontano che Matthieu Jehl l’ad di ArcelorMittal Italia abbia esternato il dubbio “che si stia lavorando contro la nostra l’azienda” sostenendo che “una situazione complessa come quella dell’ex Ilva si risolve con il Paese che aiuta, ma l’impressione sembra un’altra“. “L’incidente della scorsa settimana è una tragedia – ha aggiunto  l’ad di ArcelorMittal Italiadato che abbiamo lavorato duramente per migliorare gli standard di sicurezza, continuando con il nostro programma di investimenti ambientali, che sta procedendo bene e secondo i piani

Una nota dell’azienda diramata alla conclusione del vertice, ha spiegato come “ArcelorMittal ha espresso la necessità di un impegno da parte di tutti gli stakeholder per mantenere operativo l’impianto che ha un futuro“, aggiungendo che “dobbiamo lavorare insieme per raggiungere questo obiettivo mentre  nell’ultima settimana lo spirito collaborativo e il senso comune di intenti di cui abbiamo bisogno sono stati assenti . Nella nota,  si legge ancora  che “siamo sempre stati e continueremo ad essere aperti al dialogo, ma è fondamentale che tutte le parti si concentrino sulla ricerca di soluzioni per far fronte alle sfide che ci troviamo ad affrontare, non è qualcosa che possiamo fare da soli”.

Al termine dell’incontro i sindacati si sono dichiarati però “insoddisfatti” in quanto si aspettavano delle assicurazioni e risposte sul tema delle sicurezza che non sono arrivate. Bentivogli ha ricordato che “Il tempo massimo per la sicurezza, l’ambiente, il rilancio e la riqualificazione industriale dello stabilimento di Taranto è scaduto ormai da anni. Bisogna, quindi, lavorare con tutt’altro passo e tutt’altra celerità” soffermandosi sull’incidente mortale della scorsa settimana ha  detto che “Bisogna che l’azienda ascolti con maggiore attenzione tutte le segnalazioni dei rappresentanti dei lavoratori, abbiamo chiesto anche al governo, alla gestione commissariale e all’azienda di inserire un elemento di discontinuità rispetto alle sottovalutazioni che sono state fatte sin qui”.

Al termine dell’ incontro il segretario generale della FIM-CISL ha ritenuto l’ “incontro assolutamente insoddisfacente: siamo ancora agli impegni che dovranno essere presi, per soluzioni che forse arriveranno“. Rocco Palombella segretario generale di Uilm ha chiesto  “una task force di sicurezza con 6-700 manutentori ora in cassa integrazione” ed all’uscita dell’incontro al Mise ha dichiarato: “Dopo un lungo confronto si è arrivati a un verbale di riunione sottoscritto dal Ministro Di Maio, ArcelorMittal, sindacati e commissari straordinari”.L’ articolato accordo – ha aggiunto Palombellaè stato realizzato in conseguenza della tragica morte di giovedì scorso e introduce una serie di impegni in capo al ministro e all’azienda. In particolare  il ministro Di Maio ha riconfermato l’impegno di dare piena applicazione agli accordi sottoscritti come il piano ambientale e l’accordo del 6 settembre 2018. Inoltre ha riconfermato la continuità produttiva dei vari stabilimenti e in modo particolare quello di Taranto“.

“Il ministro Di Maio si è impegnato a perseguire la strada della tutela legale a fronte dello svolgimento relativo al piano ambientale, anche per via legislativa” ha proseguito Palombellaper quanto riguarda il sequestro dell’altoforno Afo2 il ministro ha confermato l’impegno affinché Arcelor Mittal e commissari straordinari avviino una nuova richiesta di dissequestro a fronte della presentazione di interventi manutentivi rispondenti alle prescrizioni previste“. “Rispetto agli impegni che ha assunto Arcelor Mittal  – ha spiegato il segretario generale di Uilm   – è prevista la presentazione di un piano di investimenti straordinari legati alla manutenzione. A partire da subito si avvieranno incontri con le Rsu delle diverse aree dello stabilimento per effettuare una verifica di interventi manutentivi necessari per mettere in sicurezza gli impianti“.

“L’accordo prevede anche l’istituzione una task force con l’obiettivo di monitorare lo stabilimento e verificare sicurezza di tutte le aree e un presidio con l’ausilio di enti, organi di vigilanza e ispezione. Infine – conclude – per quanto riguarda invece le cause che hanno determinato il crollo della gru, l’azienda si è impegnata a effettuare uno studio di fattibilità e di realizzazione rispetto all’adozione di soluzioni tecniche/organizzative. Gli impegni assunti oggi dal governo e AM possono rappresentare un importante contributo alla ricerca di soluzioni affinché non ci siano più tragedie come quella di giovedì scorso e che rendano realmente sicuro i luoghi di lavoro all’interno dello stabilimento di Taranto“.  Gianni Venturi della Fiom Cgil ha chiesto a sua volta “risposte concrete, altrimenti, è molto probabile che ripartano gli scioperi“.

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