Per tre magistrati rinviata la pensione. Per il procuratore Sebastio tutto tace…
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Redazione CdG 1947
A Taranto si vocifera sul possibile incarico al procuratore Carlo Maria Capristo, attualmente a capo della procura di Trani, al posto di Franco Sebastio (che ha già perso un ricorso al Tar di Lecce e ne ha presentato un altro a quello del Lazio) come nuovo capo della procura tarantina, mentre ricorrono voci da ambienti ministeriali , che per la poltrona di capo della procura, avrebbe fatto richiesta anche un magistrato attualmente in organico alla procura della repubblica di Roma, sul cui nome vige però il riserbo più assoluto
Il procuratore Raffaele Guariniello e il procuratore generale Marcello Maddalena potrebbero restare al loro posto per qualche mese. In realtà al momento non lo sanno nemmeno loro, anche vi sono buone speranze. Non resta che attendere per capire le decisioni del Governo e del Csm dopo la decisione del Consiglio di Stato che ha accolto soltanto il ricorso presentato da tre alti magistrati, Mario Cicala ex presidente dell’Anm , Antonio Merone e Antonino De Blasi per i quali il Consiglio di Stato in via cautelare ha “congelato” il loro pensionamento. Decisione che non è stata adottata per altre toghe per le quali una settimana fa lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura aveva ufficializzato la “fine” del servizio per sopraggiunto limite di età che si è abbassata da 75 a 70 anni.
I tre magistrati della Cassazione, ai quali si sono poi aggregati altri due colleghi, avvocati dello Stato, avevano impugnato il loro pensionamento anticipato, presentando un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, in veste di Presidente del Csm il quale a sua volta aveva trasferimento il procedimento per dovuta competenza al Consiglio di Stato, secondo quanto previsto dalla Legge. La decisione dei giudici amministrativi al momento, e quindi in via cautelare è stata quella di sospendere il loro pensionamento in attesa che il Ministero della Giustizia e Palazzo dei Marescialli (sede del Csm) producano la documentazione necessaria per “valutare l’incidenza del loro pensionamento sulla funzionalità degli uffici giudiziari“.
Il Governo Renzi, con il decreto legge 90/2014 di riforma della pubblica amministrazione, ha abrogato il trattenimento in servizio biennale per tutti i dipendenti pubblici che avessero maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia. La misura, in vigore dall’autunno del 2014, ha travolto anche la possibilità per i magistrati di “trattenersi” in servizio per un ulteriore periodo di 5 anni dopo il compimento dell’età massima ordinamentale, fissata per questo comparto a 70 anni. La riforma ha previsto però un periodo transitorio sino al 31 dicembre di quest’anno, di recente parzialmente prorogato con il decreto legge sulla giustizia (articolo 18, Dl 83/2015) sino al 2016, per consentire la sostituzione graduale dei vertici degli uffici giudiziari, tutti ultra 70enni ed evitando così sconquassi al sistema giudiziario. Il ministro di Giustizia AndreaOrlando in un’intervista al TG1 delle 20, ha preannunciato che ” ricorreremo in tutte le sedi consentite, perchè riteniamo questo intervento abnorme, che rischia di avere un impatto negativo su tutto il funzionamento del sistema-giustizia“.
“Aspettiamo e vediamo – ha commentato il procuratore generale Maddalena – bisogna vedere cosa deciderà di fare il governo e il parlamento. Al momento c’è una sospensione cautelare, e l’unica cosa che potrebbe cambiare potrtebbe essere se il governo decidesse di fare un decreto legge prorogando per tutti il limite di età ai 75 anni: io guadagnerei dieci mesi, Guariniello tre. Edoardo Denaro 2 anni e 4 mesi. Ma io ammetto che mi sono già abituato all’idea di andare in pensione…” aggiungendo di non avere intenzione di fare ricorso “se però ci fosse un provvedimento di proroga, certo andrò avanti“. Un comportamento e uno stile questo, molto rispettoso delle istituzioni e ben diverso da altri magistrati che hanno optato per la “guerriglia” giudiziaria contro lo Stato per non abbandonare la propria poltrona. Probabilmente Guariniello potrebbe decidere nella stessa direzione di Maddalena.
La decisione del Consiglio di Stato è stata una “doccia fredda” per chi aveva presentato delle domande per i vari incarichi messi a concorso dal Csm, con più richieste in tutta Italia, basandosi esclusivamente sull’ anzianità ed i meriti dei concorrenti alle varie Procure. Mentre a Taranto si vocifera del possibile incarico al procuratore Carlo Maria Capristo, attualmente a capo della procura di Trani, al posto di Franco Sebastio (che ha già perso un ricorso al Tar di Lecce e ne ha presentato un altro a quello del Lazio) come nuovo capo della procura tarantina, mentre ricorrono voci da ambienti ministeriali , che per la poltrona di capo della procura, avrebbe fatto richiesta anche un magistrato attualmente in organico alla procura della repubblica di Roma, sul cui nome vige però il riserbo più assoluto.
Nessuna speranza invece per il procuratore aggiunto di Taranto dr. Pietro Argentino, a causa anche di una disputa giudiziaria pendente dinnanzi alla Procura di Catanzaro per delle reciproche denunce intercorse con dei giudici di Potenza, i quali in occasione del processo al pm Matteo di Giorgio (con condanna) avevano ordinato ai sensi dell’art. 207 cp “la trasmissione al PM in sede degli atti processuali relativi ai testi seguenti, quanto al “reato di falsa testimonianza“, vicenda per la quale vi è anche un procedimento disciplinare a suo carico aperto dinnanzi al Csm.
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