ROMA – Le operazione di perquisizione effettuate ieri da parte dagli agenti dello SCO-Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, agenti della squadra mobile di Trapani e militari della Guardia Costiera, su disposizione della Procura di Trapani, a bordo della nave Vos Hestia di Save the Children presso il porto di Catania è relativa ad una ricerca di materiali per reati che, allo stato attuale, non riguardano Save the Children. Lo dichiara la stessa organizzazione con un comunicato in cui evidenzia che “come si evince dallo stesso decreto di perquisizione, la documentazione oggetto di ricerca è relativa a presunte condotte illecite commesse da terze persone“.
Attualmente la Vos Hestia di Save the Children non è sotto sequestro, ma a bordo i poliziotti dello Sco e della Squadra Mobile di Trapani hanno sequestrato alcuni computer ed altro materiale tecnico che, secondo la Procura potrebbe fornire elementi utili all’inchiesta. Marco Amato comandante della Vos Hestia, , era stato già indagato e nelle settimane scorse aveva ricevuto l’avviso di proroga delle indagini.
L’inchiesta della Procura di Trapani nasce proprio a bordo della nave di Save The Children perché era partita dalla segnalazione, strana, di addetti alla sicurezza della nave che avevano inviato una mail ad un funzionario dei servizi segreti italiani segnalando che alcune Ong avrebbero in qualche maniera favorito l’immigrazione clandestina. Ma a bordo della Vos Hestia, c’era anche un infiltrato, un agente dello SCO, che era stato a bordo della nave per 40 giorni ed ha filmato e fotografato alcune fasi dei soccorsi in mare della Juventa e della stessa Vos Hestia. Documentazione fotografica che è stato acquisita dalla Procura di Trapani, che ha successsivamebte interrogato i due addetti alla sicurezza della nave Juventa i quali davanti all’evidenza delle foto, hanno confermato le loro accuse per non aggravare le proprie posizioni personali.
Save the Children ribadisce con forza che” ha sempre agito nel rispetto della legge durante la propria missione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo e confermiamo, pertanto, ancora una volta, che l’Organizzazione non è indagata. Tutte le operazioni sono state condotte in strettissimo coordinamento con la guardia costiera italiana e nella massima collaborazione con le autorità. La nostra missione è sempre stata guidata unicamente dall’imperativo umanitario di salvare vite. Confidiamo che la magistratura, nella quale l’Organizzazione ha piena fiducia, faccia immediata chiarezza sull’intera vicenda“.
Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia aggiunge che “Oltre a ribadire la nostra totale estraneità alle indagini, Save the Children annuncia la sospensione della propria attività di ricerca e salvataggio in mare, come già pianificato, e del resto attuato anche lo scorso anno. La decisione arriva dopo aver valutato attentamente la riduzione del flusso di migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Europa, e le mutate condizioni di sicurezza ed efficacia delle operazioni di ricerca e soccorso in mare nell’area. Per troppo tempo abbiamo supplito all’inesistenza o inadeguatezza di politiche europee di ricerca e soccorso, nonché di accoglienza dei migranti, cercando di portare un contributo concreto e volto al salvataggio delle vite di bambini e adulti”.