ROMA – Nelle vie e piazze di Genova sono risuonate le note dell’Inno di Mameli e il “Nessun Dorma” della Turandot. Così Salini Impregilo ha salutato il varo dell’ultima campata., colorando il ponte e pile con un fascio luminoso tricolore. Un’iniziativa che rappresenta un omaggio alle istituzioni, ai genovesi e un pensiero commosso per le vittime del crollo.
Il suono delle sirene di cantiere e l’eco più lontano e soffuso di quelle del porto: a mezzogiorno in punto di ieri la diciannnovesima campata d’acciaio del nuovo ponte sul Polcevera a Genova ha appena compiuto gli ultimi centimetri che la separavano dal punto finale della sua ascesa, a 40 metri d’altezza, completando i 1.067 metri del nuovo tracciato che ricongiungerà i tronconi della A10, spezzata il 14 agosto del 2018 dal disastroso crollo della pila 9 del ponte Morandi. Adesso il tracciato del nuovo ponte è completato, è lungo 1067 metri. A venti mesi dal crollo del Morandi, che provocò la morte di 43 persone, il nuovo viadotto riunisce le due sponde della valle.
Presenti alla cerimonia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, il sindaco di Genova Marco Bucci ed il governatore ligure Giovanni Toti.
I lavori, partiti a marzo del 2019, entrano così in una nuova fase. Che prevedono, già dai prossimi giorni, l’appoggio definitivo sulle diciotto pile a forma di ellisse, la realizzazione della soletta su cui correrà l’asfalto con una unica, lunga gettata e l’installazione delle tecnologie e dei lampioni che, a centro strada, illumineranno il ponte-nave firmato da Renzo Piano.
“Questo è qualcosa di più di un ponte, è l’esempio di un’Italia che ce la fa a ripartire, la dimostrazione che insieme possiamo fare tante cose”, ha detto il governatore ligure, Giovanni Toti.
“Per Genova e per San Giorgio”, ha detto il Sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera, Marco Bucci, ricordando un grido di guerra dell’antica Repubblica marinara, mentre nello stesso momento sventolava sui fianchi della campata un grande vessillo con la croce rossa in campo bianco . “Il ponte non è finito – ha aggiunto il primo cittadino del capoluogo ligure – questo ponte colpisce il cuore e la mente, per lo stile asciutto tipico dei genovesi. Il ponte e’ su, ma non e’ finito: c’e’ ancora tanto lavoro da fare nei prossimi due mesi e mezzo”.
“Bisogna centrare il ponte, calarlo sugli appositi piloni, abbassandolo di almeno 25-30 cm. Poi bisognera’ mettere la soletta in calcestruzzo e, a seguire, l’asfalto. Poi monteremo le barriere, i pannelli solari e l’illuminazione. Solo allora potremo inaugurarlo. E – ha concluso il sindaco – il giorno dell’inaugurazione canteremo vittoria”.