BARI – Il presidente della Popolare di Bari Marco Jacobini in scadenza di mandato a fine anno si è dimesso . Una decisione che arriva a tre giorni dopo la nomina del nuovo Cda. Nella stessa seduta consiliare, Gregorio Monachino, si è dimesso a sua volta dalla carica di direttore generale, venendo nominato per cooptazione nel nuovo membro del consiglio di amministrazione. La Banca ha ringraziato il presidente dimissionario Jacobini e i “componenti del cda uscente per il lavoro svolto“.
Al suo posto come domenica scorsa il nostro giornale aveva anticipato è stato nominato il nipote Gianvito Giannelli. “Certo non resto incollato alla poltrona” aveva dichiarato Jacobini al termine del consiglio di amministrazione che aveva eletto il nuovo Cda. Da sempre alla guida dell’istituto di credito barese, Marco Jacobini lascia oggi la presidenza della banca in una crisi economica profonda e pesante con una perdita è di 420 milioni) , che si è salvata salvato soltanto da una Legge del Governo che grazie alla possibilità di spostare alcune poste in bilancio, ha consentito di poter evitare il “crack”.
La Banca Popolare di Bari è stata fondata negli anni Sessanta da Luigi Jacobini, il padre dell’attuale presidente appena dimessosi Marco, e contava su pochi soci. Marco Jacobini entra nel 1978 in banca ed 11 anni dopo, nel 1989 arriva alla guida comando . Con il passare degli anni arrivano ai vertici anche i suo figli Luigi (attuale vicedirettore generale) e Gianluca ( condirettore generale). La banca cresce con 29 acquisizioni. Gli azionisti passano da 50 mila a 69 mila in pochi anni. I dipendenti crescono fino agli attuali 3 mila, con centinaia di filiali in varie regioni.
La Popolare di Bari aveva chiuso il bilancio con un rosso profondissimo. Attorno a tutto questo le ispezioni della Consob , quella ancora in corso di Banca d’Italia, e le inchieste della Procura di Bari, per truffa, false comunicazioni agli organi di vigilanza che vede, a vario titolo, indagati alcuni vertici dell’istituto barese e lo stesso Jacobini .
La Bpb è finita infatti al centro di alcuni fascicoli aperti dalla Procura di Bari, con indagini complesse coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, come ad esempio quelle riguardanti alcuni fidi milionari che la banca barese ha concesso ad aziende sull’orlo del fallimento. Un altro filone delle indagine è incentrato sui prestiti rilasciati a degli imprenditori con la condizione che una parte fossero destinati all’acquisto di azioni della Bpb. Nel marzo scorso la Procura barese ha fatto notificare a Marco Jacobini ed a Vincenzo De Bustis (all’epoca dei fatto direttore generale) un avviso di conclusione delle indagini per un caso riguardante proprio l’acquisto di titoli azionari.