ROMA – Il parlamentare romano di Sinistra italiana , Stefano Fassina viceministro (per il Pd) dell’Economia e delle Finanze nel governo Letta fino al 2014, vuole far luce portare in parlamento la vicenda della Banca Popolare di Bari. annunciando: “Presenteremo un’interrogazione al governo per chiarire la vicenda. La banca esca però dal Medioevo della gestione familistica”.
“Ho una grande preoccupazione – ha aggiunto Fassina in un intervista al quotidiano LA REPUBBLICA – per le tipologie di reati contestati. L’associazione per delinquere è un’ipotesi di reato particolarmente grave, per non parlare di quelle che abbiamo già visto purtroppo in tanti altri casi che hanno segnato le banche italiane. Mi riferisco all’ipotesi della falsificazione dei prospetti“.
Il 4 settembre riprenderà l’attività in commissione ha continuato ed in quell’occasione “presenteremo una interrogazione al ministro dell’Economia per avere elementi maggiori, perché si tratta della più importante banca al Sud. Stiamo parlando di un pezzo decisivo del funzionamento dell’economia meridionale che può avere importanti conseguenze sugli oltre 69mila soci, le aziende e i risparmiatori. Ma c’è dell’altro. Da un lato auspichiamo velocità nelle indagini, dall’altro sarebbe utile un intervento di Bankitalia che possa chiarire lo stato della banca o ribadirne la sua solidità, altrimenti finiamo in quel circuito di profezie che si autoavverano: un circolo vizioso che può danneggiare la solidità della banca stessa”.
Mentre il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, barese, notoriamente molto “vicino” alla famiglia Jacobini, che controlla la Popolare di Bari, per la quale si spendeva in commissione Finanze alla Camera durante i lavori parlamentari che hanno portato alla nuova Legge sulle popolari e bcc, invece, temeva il pericolo di squali all’orizzonte, “pronti a fare shopping al Sud“, Fassina la pensa in altra maniera. “È evidente che la Popolare di Bari sia importante. Ha una raccolta molto appetibile, quindi è plausibile che vi possano essere tanti interessi a forzare e speculare anche sulle indagini della magistratura. Ma da parte nostra vi sarebbe una radicale opposizione a una ripetizione degli errori compiuti con le banche venete. Ora però non bisogna contribuire a creare panico. Seguiremo con molta attenzione la vicenda perché dobbiamo assolutamente garantire che il Mezzogiorno possa contare su una banca importante“, concludendo “con grande franchezza, dobbiamo fare in modo che le gestioni familistiche cessino, perché anche le banche devono finalmente uscire dal Medioevo. Avere una struttura bancaria concentrata nelle mani di una sola famiglia non aiuta certamente le performance della stessa banca“.