Mentre il commissario del porto di Taranto Sergio Prete si affanna nel tentativo di riconquistare la “poltrona” alla guida dell’ Autorità Portuale tarantina, dopo gli ingenti danni causati sotto la sua gestione deficitaria che ha visto scomparire del porto ogni movimento ed attività portuale, la società TCT-Taranto Container Terminal, di proprietà delle società Evergreen ed Hutchinson, che gestiva in concessione il molo polisettoriale di Taranto posta in liquidazione lo scorso giugno2015, ha inviato nei giorni scorsi 539 lettere di licenziamento ai suoi ormai ex-dipendenti.
La risoluzione del contratto di lavoro per i 359 operatori portuali, diventerà definitiva il prossimo11 settembre , quando finirà il periodo di cassa integrazione per la cessata attività siglata un anno fa.
La comunicazione spedita ai lavoratori è il naturale esito alla luce del verbale di mancato accordo firmato lo scorso 9 maggio dinnanzi al Servizio Controversie Collettive della Provincia di Taranto. La speranza delle sigle sindacali dei sindacati è che i nuovi investitori possano garantire priorità all’ assunzione del personale licenziato da TCT.
Al momento sono tre le offerte presentate per l’utilizzo in concessione della banchina del terminal container, fra le quali quella presentata da Italcave spa (gruppo Caramia) ammessa con riserva e dovrà presentare delle integrazioni documentali, e quella il consorzio in fase di costituzione composto da Saga Italia Spa una società del Gruppo Bollorè, leader mondiale nel campo dei trasporti internazionali e alla logistica integrata, dallo Ionian Shipping Consortium, Tecnomec Engineering Srl e Taranto Iniziative Produttive Srl .