di REDAZIONE CRONACHE
Una cabina dalla funivia Stresa-Mottarone nel Verbano con a bordo almeno 15 persone è precipitata. Secondo le testimonianze del 118 e dei soccorritori i morti nell’incidente sono al momento 14. Due bambini sono stati soccorsi dal 118 e trasportati in elicottero fino all’Oval Lingotto dove con le ambulanze sono stati portati all’ospedale infantile Regina Margherita . Le loro condizioni sono molto gravi e sono stati trasportati. Il primo bambino di 6 anni Eitan Moshe ha riportato trauma cranico, toraco-addominale e fratture agli arti inferiori, ma sarebbe cosciente. Il più grande dei due bambini , che avrebbe intorno ai 10 anni, che era rimasto ferito ed era stato trasportato all’ Ospedale Regina Margherita di Torino non ce l’ha fatta.
I due bambini, di 6 e 10 anni, coinvolti nell’incidente della funivia Stresa-Mottarone erano sulla cabina della funivia ed adesso lottano per la vita. Non sono state ancora rese note al momento le identità o le nazionalità. Il primo bambino, quello di 5 anni, è arrivato nel pronto soccorso alle 14.45. Era cosciente quando l’ambulanza lo ha trasferito dall’elicottero con cui è arrivato dal Mottarone, fino all’ingresso dell’ospedale. Il secondo bambino, che avrebbe 9 anni è grave avendo riportato un grave trauma cranico e fratture alle gambe. Arrivato in condizioni critiche in ospedale dopo circa mezz’ora . I medici gli hanno subito praticato il massaggio cardiaco dopo che il suo cuore ha smesso di battere, e sono riusciti a rianimarlo. Quindi è stato sottoposto alla tac ed intubato.
“La situazione dei due bambini è critica – ha detto Giovanni La Valle direttore sanitario della Città della Salute – più grave quella del bambino un po’ più grande che, presumibilmente, ha circa 9-10 anni” ed ha avuto anche un arresto cardiaco. “Il bambino più piccolo che è arrivato cosciente e parlava italiano, ed ha un’eta’ di circa 5 anni, in questo momento è in sala operatoria per stabilizzare le fratture. Le prossime 12-15 ore saranno fondamentali”.
La cabina della funivia è crollata poco prima delle 13. Al momento non si conoscono ancora le cause ma la cabina, arrivata in prossimità dell’ultimo pilone, quindi in uno dei punti più alti del tragitto verso la montagna nei pressi del Lago Maggiore, è caduta, si ipotizza per il cedimento di una fune. Una testimone, Grazia Aguzzi racconta”Verso le 12.30 si è sentito un botto pazzesco, poi si è sentito come qualcosa che stesse rotolando e poi un’altra botta pazzesca. Infine tutto era in silenzio”.
Un’ altra testimone Vanessa Rizzo, che lavora all’adiacente maneggio dice: “Abbiamo sentito un piccolo boato e poi abbiamo visto i cavi volare per terra. Abbiamo visto le altre persone che scendevano con l’altra cabina: le hanno fatto scendere con le scale. Quando sono arrivati i vigili del fuoco non potevano passare perché i cavi erano proprio sulla strada”.
“L’impianto era assolutamente sicuro, era stata fatta la revisione generale, quindi un ciclo di manutenzione completo ma effettivamente qualcosa è accaduto. Ora bisognerà capire cosa realmente è successo, fare ipotesi oggi non va bene per il rispetto alle vittime a alle persone eventuali responsabili”. afferma Valeria Ghezzi, presidente di Anef, l’Associazione Nazionale Esercenti Impianti a Fune in merito alla tragedia sul Mottarone (Verbania) dove si è staccata una cabina della funivia causando il decesso di 9 persone e 3 codici rossi.
“Mi sento di escludere che causa della tragedia sul Mottarone sia da ricercare in un guasto elettrico”, dice il tecnico elettronico specializzato nella costruzione di impianti di risalita del comprensorio sciistico del Civetta nelle Dolomiti Bellunesi. “Dal punto della sicurezza impiantistica, ovvero impianto elettrico dell’intero impianto di risalita, a monte, a valle, dentro la cabina e sui piloni, mi sento di garantire che non possono esserci problematiche che portano ad incidenti come quello di oggi. La sicurezza viaggia su due canali, ovvero una serie di micro – interruttori di relè e logica digitale che operano in autonomia e non può essere che entrambi siano entrati in guasto nello stesso momento”.
“Un cavo di acciaio che dovrebbe essere il cavo portante della cabinovia caduta sul Mottarone – si è staccato e a seguito di questo saranno successe azioni concatenanti che hanno portato allo sgancio della cabinovia dal resto dei cavi che sono rimasti integri”. Si tratta di “due file di cavi” e “sarà da chiarire” perché la cabinovia – rimasta chiusa durante il lockdown e riaperta da poco – è caduta nel vuoto “all’altezza dell’ultimo pilastro”. Lo afferma Giorgio Santacroce, tenente colonnello del Nucleo operativo dei Carabinieri di Verbania, intervenuto sull’incidente della funivia caduta sul Mottarone dove hanno perso la vita 13 persone, tra cui “qualche straniero”. “Ma sull’identificazione preferiamo mantenere ancora la riservatezza”, aggiunge.
“E’ un po’ presto per dare delle spiegazioni sulla dinamica dell’incidente. L’impianto è sotto sequestro, non abbiamo ancora sentito il gestore della funivia, prima completiamo la fase di soccorso”, afferma il tenente colonnello Santacroce, sottolineando che “la cabina può portare anche più persone: in questo periodo di Covid i posti sono ridotti”, ma 15 persone erano “regolari”.
La Funivia del Mottarone è stata chiusa nel 2014 per garantirne una revisione generale, ed è stata riaperta il 13 agosto 2016. La manutenzione straordinaria ha previsto una serie di interventi tra cui la sostituzione dei motori, dei quadri elettrici, dell’apparato elettronico, dei trasformatori. È stata eseguita anche una magnetoscopia sulle funi, una sorta di esame ai raggi x per verificarne la tenuta. Le cabine sono state smontate, ricondizionate e rimontate con impianto acustico e videocamera di sorveglianza a bordo. I lavori di revisione tecnica dell’impianto sono costati 4 milioni e 400 mila euro, finanziati dalla Regione Piemonte, dal Comune di Stresa, e dalla società di gestione.
Il procuratore di Verbania Olimpia Bossi ha disposto il sequestro dell’impianto della funivia del Mottarone. Dai primi accertamenti sembrerebbe confermato che un cavo della funivia si è tranciato di netto, mentre bisognerà perché la cabina si sia staccata nonostante i sistemi di sicurezza.
Il cordoglio del Quirinale e di Palazzo Chigi
“Il tragico incidente alla funivia Stresa-Mottarone suscita profondo dolore per le vittime e grande apprensione per quanti stanno lottando in queste ore per la vita . Esprimo alle famiglie colpite e alle comunità in lutto la partecipazione di tutta l’Italia. A questi sentimenti si affianca il richiamo al rigoroso rispetto di ogni norma di sicurezza per tutte le condizioni che riguardano i trasporti delle persone” dice in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il presidente del consiglio Mario Draghi che segue ogni aggiornamento in costante contatto con il ministro Enrico Giovannini, con la Protezione Civile e le autorità locali, ha manifestato la solidarietà del Governo: “Ho appreso con profondo dolore la notizia del tragico incidente della funivia Stresa – Mottarone. Esprimo il cordoglio di tutto il Governo alle famiglie delle vittime, con un pensiero particolare rivolto ai bimbi rimasti gravemente feriti e ai loro familiari”.
“Un dramma terribile, ho già parlato con il prefetto e la direttrice dei Vigili del Fuoco e la Protezione Civile. Stiamo cercando di comprendere quanto è accaduto, ma è un dramma veramente terribile”. È quanto dichiara il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, interpellato dall’AGI.
Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti: “Sono colpito e profondamente addolorato per la tragedia della funivia Stresa-Mottarone. Una montagna che mi è familiare e che oggi è lo scenario di un evento terribile: sono vicino alle famiglie delle vittime e prego, in particolare, per la salvezza dei due bambini che ora sono in ospedale”.
Ci sono anche sei lombardi tra le vittime dell’incidente della funivia al Mottarone. Le famiglie sono state avvisate in serata dopo gli accertamenti del caso. Nella lista a disposizione delle autorità ci sono tre residenti a Pavia, i genitori e il loro bambino di due anni: si tratta di Amit Biran, 30 anni, Tal Peleg, 27 anni (nati entrambi in Israele) e Tom Biran, 2 anni, nato a Pavia, abitanti in via Ca’ Bella. C’è inoltre una coppia di fidanzati di Varese, Silvia Malnati 27 anni, abitante in via Rovereto, e Alessandro Merlo, 29 anni, residente in via Pergine.
Il sesto nome è quello di Vittorio Zorloni, 55 anni, residente a Vedano Olona in via Matteotti. Le altre vittime sono di Diamante, in provincia di Cosenza (Serena Cosentino, 28 anni, e l’iraniano Mohammadreza Shahisavandi, 33 anni); due sono di Castel San Giovanni (Piacenza), Angelo Gasparro, 45 anni, e Roberta Pistolato, 40 anni. L’elenco si completa con l’israeliano Tshak Cohen 83 anni, residente in Israele. Si sta accertando la parentela con la famiglia pavese. Allo stato ci sono due vittime da identificare, e un ferito grave, il figlio di 6 anni dei Biran, Eitan Moshe.
L’elenco completo dei nomi delle vittime
– Biran Amit, nato in Israele il 2 febbraio 1991 e residente a Pavia
– Peleg Tal, nato in Israele il 13 agosto 1994 e residente a Pavia
– Biran Tom, nato a Pavia il 16 marzo 2019 e residente a Pavia
– Cohen Konisky Barbara, nata in Israele l’ 11 febbraio del 1950
– Shahaisavandi Mohammadreza, nato in Iran il 25 agosto 1998, residente a Diamante (Cosenza)
– Cosentino Serena, nata a Belvedere Marittimo (Cosenza) il 4 maggio del 1994 e residente a Diamante (Cosenza)
– Malnati Silvia, nata a Varese il 7 luglio del 1994, residente a Varese
– Merlo Alessandro, nato a Varese il 13 aprile del 1992, residente a Varese
– Zorloni Vittorio nato a Seregno, Milano, l’8 settembre del 1966, residente a Vedano Olona (Varese)
– Gasparro Angelo Vito, nato a Bari il 24 aprile 1976, residente a Castel San Giovanni (Piacenza)
– Pistolato Roberta, nata a Bari il 23 maggio del 1981, residente a Castel San Giovanni (Piacenza)
Ancora non è nota l’identità dei due bambini coinvolti.