di Valentina Taranto
L’Eros, come “dio dell’ebbrezza e dell’estasi ma anche della pena“, è il leit motiv che caratterizza la 42a edizione del Festival della Valle d’Itria, in programma al Palazzo Ducale di Martina Franca (Taranto) dal 14 luglio al 5 agosto, che propone quest’anno sette opere liriche: un omaggio a Giovanni Paisiello nel bicentenario della sua scomparsa, un altro a Saverio Mercante e Agostino Steffani, musicisti pugliesi che hanno lavorato a lungo con la scuola napoletana, un altro a Mozart, una breve incursione nel Novecento e concerti di belcanto.
La manifestazione è stata presentata con una conferenza stampa dal presidente della ‘Fondazione Paolo Grassi‘, Franco Punzi, e dal direttore artistico, Alberto Triola, svoltasi presso la Presidenza della Regione Puglia alla presenza dell’assessore regionale al Turismo, Loredana Capone e di Giuseppe Castaldo Commissario del Comune di Martina Franca .
“Questa edizione, in particolare – ha detto la Capone – racconta di come la storia della musica nel nostro paese non possa prescindere dal contributo dei musicisti pugliesi. La scelta della direzione artistica di dedicare a Giovanni Paisiello, nel bicentenario della nascita, questa edizione del festival e, nello stesso tempo, l’omaggio a Saverio Mercadante, rappresenta, in maniera sublime la capacità del festival, a quarantadue anni dalla sua fondazione, di essere dentro la storia e dentro lo spirito della Puglia. La vicenda artistica di questi due grandi musicisti è la rappresentazione più efficace del cosmopolitismo culturale di questa terra, ferma nelle sue nobili tradizioni ma aperta al mondo e al dialogo, da cui trae spunti e ispirazione ma anche opportunità”.
Lo spettacolo, dopo il Don Checco dello scorso anno, rinnova la collaborazione con la Fondazione del Teatro di San Carlo di Napoli, a conferma del valore di una partnership tutt’altro che estemporanea con la massima istituzione culturale di una grande capitale della storia della musica europea. Questa coproduzione si configura come l’evento di punta di una serie di iniziative collaterali che vedono il Festival della Valle d’ Itria e il Teatro San Carlo uniti nelle celebrazioni paiselliane, tra le quali un convegno di studi internazionale, una mostra monografica, documentale e iconografica.
L’apertura del festival sarà affidata a Paisiello con “La grotta di Trofonio”, una commedia per musica che anticipa i temi di “Così fan tutte” di Mozart. “La maturità del festival si riscontra – ha aggiunto l’assessore Capone – nella sua capacità di costruire e rinnovare collaborazioni con altre prestigiose istituzioni culturali. La Fondazione Teatro San Carlo, non è soltanto un punto di riferimento della storia della musica a livello internazionale, è anche il simbolo di un sud senza complessi di inferiorità. Un sud in cui la Puglia si riconosce e ha un ruolo da protagonista”
“E infine – ha concluso nel suo intervento la Capone – la scelta di puntare sui giovani, sia nella individuazione degli artisti e sia nella formazione del pubblico. É una scelta che fa onore al festival e alla sua direzione artistica. Una scelta di fiducia nella musica, nel teatro e nell’arte ma anche in una terra, la Puglia, che attraverso il talento artistico ha costruito la grandezza del suo passato ma anche la sfida del presente e la scommessa del futuro.” La chiusura del festival sempre dedicata a Paisiello con “Don Chisciotte della Mancia” che andrà in scena nella masseria fortificata San Francesco a Matera.