“Presidente De Luca, sono quella stronza di Meloni. Come sta?”. Con queste parole pronunciate con freddezza quasi gelida la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha salutato a muso duro il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca (Pd) durante i saluti istituzionali a Caivano. Il dialogo avvenuto durante l’odierna visita del premier a Caivano, per l’inaugurazione del centro sportivo nell’ex impianto Delphinia, catturato in video è diventato subito virale.
Una diretta e amara replica della Meloni a quando, tre mesi fa, il presidente della Regione Campania fu catturato dalla telecamera del programma “Tagadà” su La7 alla Camera dicendo “Lavora tu, stronza!”. con un chiaro riferimento diretto alla premier che dalla Calabria gli aveva detto: “Se si lavorasse invece di fare le manifestazioni si potrebbe ottenere qualche risultato in più“.
Dopo il gelo iniziale calato durante i primi saluti, in cui De Luca ha cercato di mantenere la calma replicando con un formale “Benvenuta, bene… di salute”, ha risposto a denti stretti alla leader di Fratelli d’Italia che appunto gli aveva domandato in modo graffiante come stesse. La premier nel suo intervento ha aggiunto: “Voglio dire senza polemica al presidente di De Luca che ieri ha parlato di una passeggiata del governo che se tutte le volte che la politica passeggia portasse questi risultati avremmo sicuramente una politica più rispettata dai nostri cittadini, quindi continueremo a passeggiare“. Ma il governatore campano non se ne duole, e replica: “Non ho capito bene a cosa si riferisse, credo che non abbia avuto una informazione corretta, non ho mai parlato di passeggiate a Caivano. Ha fatto una polemica del tutto sbagliata e fuori contesto ma soprattutto priva di un riferimento oggettivo. Mi ero permesso di prendere in giro un po’ Durigon ieri per la passeggiata che abbiamo fatto al molo Beverello. Ma sono esponenti di governo che non hanno molta ironia, sono molto nervosi in questo periodo”.
La Meloni a Caivano ha voluto togliersi il fatidico sassolino dalla scarpa. E ha deciso di farlo proprio nel territorio del governatore campano De Luca. Il faccia a faccia tra i due politici è, infatti, avvenuto all’inaugurazione del nuovo centro sportivo a Caivano comune alle porte di Napoli, dove lo stupro di gruppo di due cuginette di 11 e 12 anni innescò per decreto la stretta sulle baby gang. Un impianto voluto e finanziato dalla presidenza del Consiglio, che lo ha visitato assieme al sottosegretario Alfredo Mantovano. Ad assistere alla scena, lì accanto, c’erano il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, dello Sport Andrea Abodi, e il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, dal capo della Polizia Vittorio Pisani e dal presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma.
La premier ha visitato il centro e si è trattenuta con don Maurizio Patriciello, il parroco della chiesa del Parco Verde di Caivano che per primo si era appellato a lei e che ieri l’ha ringraziata dicendo che “non avrei scommesso un euro che qualcuno dei nostri governatori sarebbe venuto. Ed ecco che è successo quello che è successo. Io quello che sto vendendo faccio fatica a crederlo“. Successivamente la Meloni ha fatto visita al Comune diventato per il Governo un simbolo della lotta alla criminalità, rivendicando l’orgoglio di aver riportato a Caivano “anche la speranza e la gioia delle cose normali, banali“.
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Alla fine dello scorso agosto le terribili storie del Parco Verde di Caivano sconvolsero gli italiani ed ebbero grande risalto sui media. Parole chiave: violenza, droga, spaccio, camorra, degrado, emergenza sociale. Giorgia Meloni accolse l’appello del parroco don Maurizio Patriciello a salvare “i dannati del Parco Verde” e decise di metterci la faccia. “Basta zone franche”, promise la premier, che ieri ha rivendicato i lavori a tempo di record: “Era una scommessa rischiosa e abbiamo mantenuto la promessa. L’annuncio è diventato un fatto, ha acceso una speranza“. Nove mesi dopo, a 11 giorni dal voto per le Elezioni Europee, il centro sportivo intitolato a Pino Daniele dove si praticheranno 44 discipline sembra un miraggio nel deserto. Sport e Salute, azienda pubblica che fa capo al Mef, ha infatti promosso un intervento su un’area complessiva di 50mila metri quadri, per un impegno economico di 9milioni e 300mila euro. Il risultato è stato la riqualificazione della palestra, della piscina e la creazione di campi da calcio, tennis e padel, una pista d’atletica e uno skate park. Infine un parco urbano attrezzato, dedicato al giudice Rosario Livatino, con un teatro da 500 posti e un anfiteatro all’aperto.
“Abbiamo riportato il parco giochi, l’asilo comunale dove far crescere i propri bambini, abbiamo portato più docenti nelle scuole, assistenti sociali che mancano e abbiamo riportato un centro dove poter stare insieme, fare sport, fare comunità, respirare il bello della vita“, ha affermato il capo del governo, che nell’occasione ha incontrato anche il parroco del luogo, don Maurizio Patriciello, da sempre in prima linea contro il degrado e la criminalità, costretto a vivere sotto protezione delle forze d’ordine che lo scortano.
Che ne sarà di tutte le periferie d’Italia sfregiate dalla criminalità, dall’abbandono, dal degrado? La risposta della premier è un’altra, impegnativa promessa: “È solo una tappa. Esporteremo questo modello, avremo molte altre Caivano“. Un impegno quello di Caivano, che avrebbe dovuto essere preso da tempo dal governatore De Luca. Ma così non è stato. La differenza è che la Meloni notoriamente ama mantenere le sue promesse
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