Nuovo processo per Piero Amara, l’ex legale esterno dell’ Eni finito al centro negli anni di vari procedimenti giudiziari e i cui verbali sulla ‘Loggia Ungheria‘ hanno anche ‘terremotato‘ la Procura milanese , il primo però a Milano, dove a a giudizio per l’accusa di calunnia nei confronti dell’ex componente del Csm Marco Mancinetti. Lo ha deciso il gup di Milano Lorenza Pasquinelli che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio dei pm Monia Di Marco e Stefano Civardi, che hanno mandato a giustizio in questo troncone processuale tranche anche il suo ex collaboratore Giuseppe Calafiore e l’imprenditore Fabrizio Centofanti che oggi era presente in aula. La prima udienza si terrà l’8 febbraio 2023 dinnanzi alla IV sezione del Tribunale Penale di Milano .
La vicenda vede al centro, in particolare, una registrazione del maggio 2019 che fu depositata in Procura a Milano da Calafiore e alcune affermazioni con cui Mancinetti sarebbe stato, secondo l’accusa, calunniato. Davanti al gup Lorenza Pasquinelli, le difese avevano presentato una serie di eccezioni preliminari, che sono state tutte respinte dal giudice. A Milano ci sono già diversi fascicoli, coordinati anche dall’aggiunto Maurizio Romanelli, nell’ambito dei quali deve essere accertato se Amara, con quelle sue dichiarazioni sulla “Loggia Ungheria” nell’inchiesta milanese sul cosiddetto “falso complotto Eni” abbia o meno calunniato le persone, tra cui rappresentanti delle istituzioni, che a suo dire avrebbero fatto parte della fantomatica associazione segreta. Tra i venti fascicoli (alcuni iscritti sulla base di denunce, altri d’ufficio) aperti uno vede, ad esempio, come presunta vittima di calunnia, l’ex ministro della Giustizia e avvocato Paola Severino.
Il fascicolo milanese nei confronti di Amara ha origine dalle indagini di Perugia che, dopo aver archiviato Mancinetti dall’accusa di istigazione alla corruzione e trasmessa l’archiviazione al Csm per i profili disciplinari, ha invitato i colleghi milanesi a comprendere come e perché sia stata “costruita” e “offerta” l’accusa di corruzione nei riguardi del giudice Marco Mancinetti. La vicenda nasceva dalle dichiarazioni dell’ex avvocato dell’Eni Piero Amara. Nella registrazione tra Centofanti e l’ex rettore di Tor Vergata si ascoltava l’affermazione “Era pronto a cacciare i soldi”.
Ma secondo il procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone non vi erano evidenze per andare a giudizio, e quindi la posizione di Mancinetti, accusato di induzione alla corruzione, venne archiviata, anche se nelle motivazioni Cantone non risparmiò nessuno: dalla versione improbabile di Mancinetti, le giustificazioni dell’ex rettore di Tor Vergata. Da qui si è arrivati al processo per calunnia nei confronti di Amara. Infatti secondo la Procura di Perugia, che ha inviato le carte a Milano, Amara avrebbe potuto sapere della registrazione per sfruttare quegli elementi a proprio vantaggio. Elementi usati anche per parlare della loggia Ungheria. Ed ora il “faccendiere” siciliano dovrà affrontare un nuovo processo per calunnia.