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21 Novembre 2024 22:07

Processo al sindaco di Roma: la Procura chiede una condanna a 10 mesi

 Secondo la Procura di Roma la sindaca Virginia Raggi "mentì alla responsabile dell'Anticorruzione del Campidoglio nel dicembre del 2016" perché se avesse detto che la nomina di Renato Marra era stata gestita dal fratello Raffaele, sarebbe incorsa in un'inchiesta ed "in base al codice etico allora vigente negli M5S, avrebbe dovuto dimettersi".

ROMA – E la reclusione a dieci mesi la richiesta della pubblica accusa rappresentata dalla Procura di Roma nei confronti per la sindaca Virginia Raggi, imputata per falso nell’ambito del processo sulle nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Campidoglio. Domani la sentenza.

Secondo la Procura di Roma la sindaca Virginia Raggi “mentì alla responsabile dell’Anticorruzione del Campidoglio nel dicembre del 2016” perché se avesse detto che la nomina di Renato Marra era stata gestita dal fratello Raffaele, sarebbe incorsa in un’inchiesta ed “in base al codice etico allora vigente negli M5S, avrebbe dovuto dimettersi“. Così in aula ha detto il procuratore aggiunto Paolo Ielo che ha chiesto alla corte l’acquisizione del codice etico M5S vigente nel 2016. Ielo ha chiesto al giudice l’acquisizione del codice etico M5S vigente nel 2016 , che prevedeva in caso di indagine penale a carico di un ‘portavoce‘ la sua ineleggibilità o, se già eletto, le dimissioni. “Se la sindaca avesse detto la verità e avesse riconosciuto il ruolo di Raffaele Marra nella scelta del fratello – ha spiegato Ielol’apertura di un procedimento penale a suo carico sarebbe stata assai probabile. Lei era consapevole che in casi di iscrizione a modello 21 (cioè come indagata in un fascicolo penale, ndr) rischiava il posto è per questo mentì. Il codice etico venne  modificato nel gennaio del 2017“.

Il  vicepremier del M5S Luigi Di Maio nel frattempo è stato abbastanza chiaro ed esplicito:”Per quanto riguarda il sindaco di Roma, io non conosco l’esito del processo ma il nostro codice di comportamento parla chiaro e lo conoscete” a cui la la sindaca Raggi, replica irritualmente con le proprie  dichiarazioni spontanee nel corso dell’udienza sul processo sulle nomine in Campidoglio. “Il codice etico del 2016 relativamente agli indagati non è stato mai applicato“. “Solo in un caso, quello del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, si arrivò alla sospensione perché non aveva comunicato la sua iscrizione nel registro degli indagati” ha detto la Raggi.

Le dichiarazioni spontanee della Raggi . Se il buon giorno si vede dal mattino, rimasi interdetta quando, in occasione del nostro primo incontro, mi disse ’cara non ti preoccupare, starò con te per un anno, un anno e mezzo al massimo’. All’epoca non capii bene questa affermazione, alla luce di quello che ha detto oggi capisco che non aveva molta voglia di starci, apprendo oggi tutta questa ritrosia a venire da noi”, ha aggiunto la sindaca Raggi nel corso delle spontanee dichiarazioni in aula. E sui motivi perchè la Raineri avesse indicato proprio il termine di un anno e mezzo, la Raggi ha replicato: “Un anno e mezzo dopo il nostro arrivo ci sarebbe stata la preparazione alle elezioni politiche 2018 e sapevo, per quello che mi diceva il dottor Minenna, erano interessati a dare un supporto molto fattivo al M5S in tutte istituzioni nelle quali i Cinque stelle erano presente o si apprestavano a entrare“. Quindi secondo il sindaco le ragioni del termine di un anno e mezzo di mandato messo dalla Raineri potevano essere legate a una volontà del magistrato di ricoprire altre cariche: “Magari un altro incarico dopo le elezioni politiche nazionali“, ha concluso.

Ma il vertice del Movimento non è d’accordo con la sindaca e fa sapere che se la Raggi verrà condannata è fuori. “Dunque dimissioni subito, e, in caso di mancato passo indietro, ‘cartellino rosso“: per i 5 Stelle l’espulsione sembra l’unica via praticabile. Ma in caso di condanna cosa accadrà per la vita politica ed amministrativa della Capitale ? Questione di valutazioni politiche, che si traducono in possibili differenti scenari. In Campidoglio nelle ultime ore i grillini si dicono convinti che “i vertici del Movimento faranno di tutto per non far cadere la giunta”, soprattutto per non esporsi all’assalto della Lega su Roma in concomitanza con le elezioni europee. Ma i diretti interessati sembrano essere di opinione opposta. A Palazzo Chigi e nei ministeri pentastellati e negli uffici milanesi della Casaleggio si spera nell’assoluzione. Ma come spiegano fonti governative consultate dall’AdnKronos in caso di condanna “per il M5S sarebbe inevitabile il ritorno alle urne” .

Le conseguenze di una probabile condanna  conduce a due ipotesi: le dimissioni senza appello della prima cittadina, oppure delle dimissioni “a tempo”. La seconda opzione garantirebbe 20 giorni di stand by a Raggi per decidere se lasciare oppure andare avanti senza simbolo, uscendo dal Movimento 5 Stelle, cercando di convincere i 28 consiglieri grillini a restare in consiglio con una maggioranza compatta. Esclusa a priori l’ipotesi di un voto su Rousseau, la plurihackerata piattaforma grillina, per decidere il futuro della sindaca. Domani la sentenza.

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