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22 Novembre 2024 05:38

PROCESSO ALL’EX GIUDICE DE BENEDICTIS. IL GOVERNO SI COSTITUISCE PARTE CIVILE

L'ex giudice barese De Benedictis si è dimesso dalla magistratura e ha reso sinora cinque interrogatori, ma secondo la gip Proto sono tuttora sussistenti e attuali le esigenze cautelari, perché essendo l'ex giudice un collezionista, potrebbe reiterare il reato. Da qui la decisione di non concedere a De Benedictis gli arresti domiciliari.

di REDAZIONE CRONACHE

E’ cominciata dinanzi al Gup del Tribunale di Lecce con la richiesta di costituzione di parte civile della Presidenza dei Consiglio dei Ministri e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, l’udienza preliminare nei confronti di 9 imputati, accusati di presunte corruzioni in atti giudiziari relative a tangenti in cambio di scarcerazioni. tra i quali l’ex gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis e l’avvocato penalista barese Giancarlo Chiariello. Per questa vicenda De Benedictis e Chiariello erano finiti in carcere il 24 aprile scorso e successivamente hanno ottenuto entrambi gli arresti domiciliati. 

La procura di Lecce chiede il rinvio a giudizio, oltre all’ex gip De Benedictis e all’avvocato Chiariello, anche per Alberto Chiariello, e per l’avvocato Marianna Casadibari legale dello studio Chiariello, e per Danilo Pietro della Malva, Roberto Dello Russo, Pio Michele Gianquitto e Antonio Ippedico, che avrebbero usufruito delle scarcerazioni frutto degli accordi corruttivi. Chiesto il processo anche per Nicola Vito Soriano appuntato dei Carabinieri in servizio nella sezione di polizia giudiziaria della Procura di Bari, chiamato a rispondere di corruzione e di rivelazione del segreto d’ufficio.

La prossima udienza è stata fissata per il 26 novembre, in cui il Gup scioglierà la riserva sulla costituzione delle parti e le difese gli imputati potranno avanzare richieste di riti alternativi. Lunedì scorso per la seconda volta la Gip del Tribunale di Lecce, Giulia Proto, ha rigettato (la precedente era stata il 13 luglio) la richiesta presentata dagli avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone, di sostituzione della misura cautelare carceraria con quella degli arresti domiciliari.

il Tribunale di Lecce

Al centro dell’inchiesta esaminata dal gup ci sono quattro episodi. Presunte tangenti che sarebbero state versate dall’avvocato Chiariello al giudice De Benedictis, per la scarcerazione di Ippedico, Dello Russo, Gianquitto e Della Malva. De Benedictis il 9 aprile fu sorpreso in flagranza dopo aver ricevuto dei soldi da Chiariello. Nell’abitazione del giudice furono trovati 60mila euro in contanti, in casa di Alberto Chiariello, figlio di Giancarlo e anche lui indagato, furono trovati invece un milione e 200mila euro in due zainetti.

La Procura di Lecce ha chiesto il rinvio a giudizio per il penalista barese Giancarlo Chiariello, per altri due avvocati, per i quattro indagati che avrebbero usufruito delle scarcerazioni frutto di corruzione e per un appuntato dei Carabinieri in servizio nella sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Bari.  L’ex gip barese è tuttora detenuto in cella per un’altra vicenda relativa alla detenzione di un arsenale con armi anche da guerra, sulla quale le indagini sono ancora in corso.

L’ex giudice barese De Benedictis si è dimesso dalla magistratura e ha reso sinora cinque interrogatori, ma secondo la gip Proto sono tuttora sussistenti e attuali le esigenze cautelari, perché essendo l’ex giudice un collezionista, potrebbe reiterare il reato. Da qui la decisione di non concedere a De Benedictis gli arresti domiciliari.

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