di ANTONELLO de GENNARO
Si è tenuta oggi dinnanzi al Tribunale Penale di Potenza la prima udienza del processo nei confronti dell’ex procuratore di Trani e poi di Taranto, Carlo Maria Capristo, durata circa sei ore, in cui sono stati ascoltati i due accusatori: i pm baresi Silvia Curione e Lanfranco Marazia, rispettivamente marito e moglie, chiamate a testimoniare dal pubblico ministero dr.ssa Anna Gloria Piccinini. L’ex procuratore Capristo risponde delle accuse di presunte pressioni sulla pm Silvia Curione, che era in servizio a Trani quando Capristo era capo di quell’ufficio. Oltre all’ex procuratore, sono imputati nel processo anche tre imprenditori di Bitonto, Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo. Il collegio giudicante è composto dal presidente dr. Rosario Baglioni a latere dr.ssa Marianna Zampoli e dr. Francesco Valente.
Gli imputati secondo l’accusa mossa dalla Procura di Potenza, in concorso con l’ispettore di Polizia Michele Scivittaro che è uscito dal processo dopo aver patteggiato una pena ad 1 anno e 10 mesi di reclusione, avrebbero cercato di indurre la pm Curione a procedere in sede penale, senza che ne ricorressero i presupposti, contro una persona che gli imprenditori avevano “infondatamente denunciato per usura in loro danno“.
I due testimoni ascoltati oggi hanno ripercorso le rispettive attività svolte nelle Procura di Trani ( pm Silvia Curione) e di Taranto (pm Lanfranco Marazia) , ed i reciproci rapporti intercorsi con Capristo. I due magistrati incalzati dalle produzioni documentali esibite e depositate dal collegio difensivo comporto dall’avvocatessa Angela Pignatari del Foro di Potenza e dall’avv. Riccardo Olivo del Foro diRoma, hanno dovuto ammettere di essere stati stimati da Capristo per un lungo periodo, salvo cambiare idea senza alcun ragionevole serio motivo, ed alla luce delle loro testimonianze non sembrano aver portato alcun contributo all’impianto accusatorio che si è rivelato allo stato attuale fragile e lacunoso.
Verso la fine dell’udienza vi sono state delle schermaglie fra il collegio della difesa di Capristo ed il pm Piccinini, la quale si è vista contestare dal presidente del collegio giudicante dr. Rosario Baglioni , di aver depositato una lista di testimoni senza indicare su cosa dovranno rispondere. “Questo non è e non sarà mai un processo alla gestione ed organizzazione degli uffici delle procure di Taranto e Trani, sia chiaro” ha chiarito con fermezza il presidente Baglioni.
L’ex procuratore venne arrestato il 19 maggio 2020, nonostante i suoi noti e gravi problemi di salute, dalla Procura di Potenza e rimesso in libertà ad agosto, dopo circa tre mesi agli arresti domiciliari. La prossima udienza, durante la quale saranno ascoltati altri sette testimoni dell’ accusa, si svolgerà il prossimo 16 giugno.
Chissà se appariranno nel corso del processo gli interrogatori dei dirigenti dell’ ex-ILVA svolti dal procuratore Capo di Potenza dr. Francesco Curcio tenutisi nelle ore serali presso la caserma della Guardia di Finanza di Taranto, alla ricerca di prove contro Capristo. Sarà interessante capire in questo processo sulla base di quali reali elementi probatori sia stato possibile arrestare un procuratore capo. Anche perchè al momento dagli atti dell’inchiesta sembra l’ennesima follia giudiziaria di una magistratura “manettara” smaniosa dalla voglia di protagonismo mediatico più che della ricerca della giustizia.
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