Sabina Beganovic (in arte Began) l'”ape regina” delle bunga-bunga-girls berlusconiane, vestita completamente di nero, ha deciso di partecipare oggi all’ultima udienza del processo ‘escort’ in cui è imputata dinnanzi al Tribunale di Bari. Dopo poche parole pronunciate davanti ai giudici di Bari rendendo dichiarazioni spontanee nel processo ‘escort’, è scoppiata subito a piangere .”Ho amato molto quest’uomo e avrei fatto qualunque cosa per lui. Berlusconi era un uomo meraviglioso – ha detto la Began – fantastico. Per me è stato prima un fidanzato poi come un padre“.
E’ stata la prima volta da quando, sono passati quasi 2 anni fa, il processo è iniziato che l”ape regina’ delle feste dell’ex premier Silvio Berlusconi, è stata presente in aula, per l ‘ultima udienza del processo che la vede sul banco degli imputati insieme con altre sei persone, tra cui l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini (presente anche lui in aula), con le accuse di reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Sia la Began che Gianpi Tarantini, hanno reso entrambi delle dichiarazioni spontanee a cui hanno fatto seguito le arringhe difensive dei loro avvocati e del legale di un altro coimputato, Massimiliano Verdoscia, accusato insieme con Tarantini anche di associazione per delinquere.
Sabina Beganovic rischia la condanna a 3 anni di reclusione nel processo ‘escort‘. Con la voce rotta dal pianto ha spiegato ai giudici di aver “organizzato tante cene, l’ho fatto per lui (Silvio Berlusconi, ndr), – ha detto – perché lui diceva che aveva bisogno di loro. Volevo compiacerlo. Oggi mi pento e chiedo a Dio di perdonarmi. Quando si ama una persona gli si dedica la vita. Io volevo difendere il presidente. Ho anche dichiarato che facevo i bunga bunga ma tutti sanno che non era vero. Io lavoravo, non avevo bisogno di fare prostituire ragazze per guadagnare“.
Anche l’altro imputato eccellente del processo Gianpaolo Tarantini personaggio cardine dell’inchiesta della Procura barese, ha optato per fare delle dichiarazioni spontanee prima dell’arringa del suo avvocato. A proposito dei soldi versati a due ragazze, Gianpi ha precisato che l’importo era stato pagato “per partecipare alla cena, non perché si prostituissero con il presidente“. Il difensore dell’imprenditore, l’avvocato Nicola Quaranta, invece si è chiesto : “Chi, in quest’aula avrebbe rifiutato un invito a cena a casa di Berlusconi? Invito a cena non equivale a orgia, come in questo processo si è voluto intendere alimentando ipocrisia e malizia: dobbiamo abbandonare la suggestione ‘peccato uguale reato’”
L’avvocato di Tarantini non ha lesinato accuse nei confronti di Patrizia D’Addario che, secondo il legale, “ha avuto un grande vantaggio e oggi viene a chiedere i danni“. A quel punto in aula sale la tensione, la donna, seduta tra il pubblico, si è rivolta al Tribunale ma il presidente, Luigi Forleo, l’ha invitata a rimanere tranquilla riportandola alla calma”. D’Addario dopo aver faticato a trattenersi in udienza, al termine concedendosi ai microfoni ha detto: “Fino a oggi non ci ho guadagnato un bel nulla. Se avessi voluto estorcere denaro a Berlusconi, come qualcuno oggi mi accusa, sarei già stata ricchissima. Invece sono stata distrutta anche mediaticamente e per anni“.
“Appare incredibile immaginare che cene di prestigio, come quelle organizzate nelle residenze del presidente del Consiglio, con ospiti del calibro di George Clooney, fossero solo occasioni per far prostituire ragazze“, ha detto l’avvocato Fabrizio Siggia il difensore di Sabina Beganovic, nella sua arringa nel “processo escor”t in corso a Bari, chiedendo l’assoluzione per l’imputata. “La Began aveva un rapporto intimo con Silvio Berlusconi – ha detto il legale – che le consentiva di avere libero accesso alle residenze dell’allora presidente del Consiglio. Voleva che lui si divertisse, che passasse serate piacevoli, e per questo invitava ragazze che ‘stessero al gioco’, che fossero carine, simpatiche e disposte a compiacerlo, disposte a ridere alle barzellette di Berlusconi anche quando non le capivano“.
Per l’avvocato Siggia, quelle giovani donne portate nelle residenze di Berlusconi altro non erano che “ragazze allettate dalla possibilità di entrare in un certo ambiente, consapevoli che se fossero state carine avrebbero ottenuto qualche aggancio, magari l’opportunità di fare la velina in qualche trasmissione“. “Non è emerso – ha concluso il difensore – alcun contatto diretto di Sabina Beganovic con nessuna di queste ragazze, e non c’è prova di rapporti di natura sessuale consumati a Palazzo Grazioli la sera del 5 settembre 2008″, quella contestata all’imputata, piena solo di ‘suggestioni’“.
Began, giudicatemi col cuore non solo con la legge – “Vi chiedo di giudicarmi con il cuore e non solo con la legge“. Sabina Began, che rischia una condanna a 3 anni di reclusione per favoreggiamento della prostituzione, subito dopo l’arringa del suo difensore nel processo escort in corso a Bari, ha chiesto di rendere nuovamente dichiarazioni spontanee. Con la voce ancora rotta dal pianto, da consolidata attrice…. Began ha detto: “il mio compito era portare ragazze per rendere felice il presidente. Era un teatro, un gioco, tutto doveva essere perfetto. Non ero contenta – ha detto – delle ragazze che aveva portato Tarantini e mi scuso per aver usato in quella circostanza parole dure contro di loro perché non erano eleganti“.
Dopo l’avvocato dell’ “Ape Regina”, è tocca ai difensori di Massimiliano Verdoscia un altro imputato del processo . “L’unico sfruttato in questa vicenda – ha detto uno dei suoi legali, l’avv. Ascanio Amenduni – è Silvio Berlusconi: se avesse saputo che le ragazze erano pagate per andare alle sue cene, avrebbe immediatamente defenestrato Tarantini“. L’avvocato ha definito l’ex premier un “malato di gallismo alla continua ricerca di conferme della sua capacità seduttiva“, aggiungendo che il suo assistito Verdoscia “non sapeva del dopo cena” e che Gianpi Tarantini “aveva le chiavi del cuore di Silvio e la mappa del tesoro che non voleva condividere”.
Il pubblico ministero, Eugenia Pontassuglia, ha chiesto di replicare alle arringhe della difesa, ed il processo è stato rinviato al 13 novembre. In quella data è prevista anche la sentenza.