ROMA – Sarà la Corte Costituzionale a stabilire se sia ancora oggi costituzionale punire chi recluta escort che volontariamente si prostituiscono. La Terza sezione della Corte di Appello di Bari, dinanzi alla quale si sta celebrando il processo di secondo grado sulle donne portate fra il 2008 e il 2009 dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini nelle residenze dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha infatti sospeso il processo “escort”, accogliendo l’istanza, che era stata rigettata nel processo di primo grado, è stata presentata dai difensori di Tarantini, gli avvocati Nicola Quaranta e Raffaele Quarta, e di Massimiliano Verdoscia, gli avvocati Ascanio Amenduni e Nino Ghiro.
I giudici hanno rinviando gli atti alla Corte costituzionale perché, a 60 anni dall’approvazione della legge Merlin (1958), si esprima per la prima volta sulla incostituzionalità di alcune norme in essa contenute. L’istanza, rigettata nel processo di primo grado, è stata accolta dai giudici dell’appello che hanno ritenuto non manifestamente infondata la questione posta. Tarantini è accusato di avere portato 26 giovani donne ed escort, affinché si prostituissero, ai party a casa del leader di Forza Italia.
La decisione dei giudici della Corte di Appello barese è stata adottata durante un’udienza del procedimento in cui sono imputati Gianpaolo Tarantini, Sabina Began (l'”ape regina” dei party nelle residenze dell’allora premier Silvio Berlusconi), Massimiliano Verdoscia e il pr milanese Peter Faraone.
L’eccezione di incostituzionalità, nella parte in cui si affronta la questione dell’autodetermibazione nella scelta di prostituirsi, era stata rigettata nel processo di primo grado e riproposta dagli avvocati difensori in secondo.
Il sostituto procuratore generale Emanuele De Maria che si era opposto dichiarandosi contrario : “è un lavoro che fa soffrire chi lo esercita – aveva detto – per questo, che lo di eserciti in locali di lusso o per strada, la sostanza non cambia”. Chi si prostitusce, in pratica, rinuncia alla libertà di scegliere.
Per la posizione processuale dell’ex Cavaliere il Tribunale di Bari lo scorso 26 gennaio ha reso noto che deciderà dopo il voto del 4 marzo sul rinvio a giudizio. Il Gup del tribunale di Bari dottoressa Rosa Anna Depalo ha accolto l’istanza di rinvio presentata dall’ avvocato Francesco Paolo Sisto difensore dell’ex Presidente del Consiglio, . “Abbiamo chiesto un differimento a data successiva al voto – ha spiegato l’ avv. Sisto – – perche’ Berlusconi e Forza Italia non ricevano vantaggi sul piano elettorale in caso di proscioglimento, ma nemmeno subiscano danni in caso di rinvio a giudizio”. Sono già state fissate altre udienze, l’ 11 maggio per le repliche dell’accusa, il 14 e il 18 maggio, per le controrepliche e la decisione a conclusione dell’udienza preliminare.