Un vero e proprio colpo di scena è accaduto questa mattina al processo “Ambiente Svenduto” che doveva essere la prima udienza valida del processo, iniziato lo scorso 20 ottobre ma solo formalmente in quanto le prime due udienze non si erano svolte in un caso, a causa di un’omessa notifica ed in un altro per uno sciopero degli avvocati. La Corte d’assise di Taranto presieduta dal giudice dr. Michele Petrangelo, giudice a latere dr.ssa Fulvia Misserini oltre ai sei giudici popolari ha annullato il decreto che disponeva il giudizio in quanto nel verbale d’udienza preliminare dello scorso 23 luglio mancava l’indicazione del difensore d’ufficio per 10 imputati i cui legali erano assenti quel giorno. Indicazione che invece compare nella sentenza del Gup dr.ssa Vilma Gilli dove viene riportato e trascritto come difensore d’ufficio l’ avvocato Vincenzo Vozza. Nonostante sia stato ascoltato lo stesso legale, non è stato possibile accertare se in realtà gli imputati in quella udienza fossero assistiti o meno da un legale, e quindi per i giudici è avvenuta la violazione del diritto di difesa e quindi la conseguenziale nullità degli atti che in un eventuale appello avrebbe ribaltato qualsiasi tipo di sentenza della Corte. Nel decreto che dispone il giudizio non era stata trascritta neanche l’indicazione dei ruoli ricoperti da alcuni imputati e dei relativi periodi di riferimento. A causa di queste inadempienze ed irregolarità processuali, la Corte di Assise ha trasmesso e restituito l’intero fascicolo del procedimento, nuovamente al Giudice dell’udienza preliminare. A causa di tutto ciò andranno vanificati circa sei mesi.
Sono stati proprio i magistrati della procura della repubblica di Taranto, e cioè il sostituto procuratore aggiunto dr.Pietro Argentino presente in aula, ad evidenziare, il caso, sostenendo un caso di nullità relativa per rimuovere immediatamente una possibile eccezione sollevabile anche davanti ai giudici di Cassazione, mentre i legali degli imputati si sono immediatamente contrapposti insistendo per una nullità assoluta in maniera tale di far tornare il processo indietro all’udienza preliminare. E così è avvenuto . Si ritorna quindi, all’udienza dinnanzi al Gup, che ha preceduto il rinvio a giudizio di 44 persone fisiche a partire da Fabio Riva (attualmente detenuto in carcere) e Nicola Riva rappresentanti, dirigenti e management dell’ ILVA, politici, imprenditori, funzionari ministeriali e regionali, e 3 persone giuridiche (le società Ilva spa, Riva Fire e Riva Forni elettrici) riconducibili alla famiglia Riva. La Corte questa mattina, dopo una lunga camera di consiglio ha deciso in tal senso. La corte ha deciso dopo la sospensione e la camera di consiglio scrivendo nell’ ordinanza di oggi: “L’eccezione di nullità prospettata dall’accusa alla quale hanno aderito gli avvocati difensori deve essere correttamente inquadrata tra le nullità assolute di ordine generale, rilevabile anche d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio afferente a un difetto assoluto di rappresentanza di difesa a norma dell’art. 178 lettera G codice di procedura penale“.
Molteplici le accuse a carico degli imputati: dall’ “avvelenamento delle acque” o “di sostanze alimentari” all’ “associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale” al getto pericoloso di cose, dall’ “omissione di cautele sui luoghi di lavoro” che avrebbero causato, tra gli altri, due morti “bianche”, “concussione“, oltre a “falsa testimonianza” e “favoreggiamento”. Adesso sarà un nuovo un Gup, che non potrà più essere la dr.ssa Gilli (che si è già pronunciata in merito) a doversi nuovamente pronunciare sulle richieste di rinvio a giudizio per sanare le anomalie processuali che hanno costretto il blocco del processo ed il ritorno all’udienza preliminare.