Il Tribunale del Riesame di Bari ha respinto entrambi i due ricorsi avanzati dalla Procura di Bari sostenendo che non sussistano i presupposti per la misura cautelare in carcere per il 69enne ginecologo barese Giovanni Miniello, arrestato e posto ai domiciliari il 30 novembre 2021 per violenza sessuale aggravata su due pazienti, accusato di averle molestate durante le visite ginecologiche. L’arresto era già stato revocato dal Gip il 22 aprile 2022 sostituito con l’interdizione dalla professione medico dalla quale peraltro era già stato sospeso dall’ Ordine dei Medici per 12 mesi. La procura di Bari aveva presentato appello anche contro questa decisione , ma i giudici dell’ Appello l’ha respinto confermando anche in questo caso da decisione precedentemente adottata del Gip del Tribunale di Bari.
Roberto Eustachio Sisto difensore del ginecologo barese Miniello, , ha espresso la propria “grande soddisfazione” per i due provvedimenti del Tribunale del Riesame che hanno rigettato le opposizioni presentate dalla Procura barese. I provvedimenti “dimostrano, ancora una volta, con pacatezza, l’assoluta necessità dell’accertamento giudiziario prima che il circo mediatico possa distruggere vite, famiglie, futuro”. L’ avvocato Sisto jr. (figlio del sottosegretario alla giustizia Onofrio Paolo Sisto) ricorda che “dopo l’intervento di otto diversi magistrati che hanno sancito l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, sono certo che con queste importanti ulteriori due decisioni possa, a ragione, dirsi chiusa la fase cautelare, così consentendo di affidare al dibattimento ogni approfondimento teso a dimostrare l’assenza di penale responsabilità del professor Giovanni Miniello“.
Il ginecologo Miniello è attualmente a processo per violenza sessuale nei confronti di 20 donne, ad alcune delle quali – secondo l’ipotesi accusatoria della Procura di Bari – avrebbe proposto rapporti sessuali come cura per il papillomavirus e per prevenire il tumore dell’utero, la cosiddetta terapia del sesso. Nel primo appello la Procura di Bari guidata da Roberto Rossi contestava la decisione adottata dal Gip Angelo Salerno di escludere i gravi indizi di colpevolezza quanto alla “terapia del sesso“, concedendo i domiciliari per i soli due episodi di violenza compiuti durante le visite ginecologiche, per la quale la Procura aveva chiesto il carcere per il ginecologo.
Il 30 dicembre 2021 il Tribunale del Riesame di Bari (collegio composto dai giudici Annachiara Mastrorilli, Marco Galesi e Marika Schilardi) aveva rigettato l’appello dei pm baresi, che hanno successivamente presentato ricorso in Cassazione, la quale ha disposto l’annullamento con rinvio. Il Riesame ha nuovamente esaminato l’appello della Procura, confermando il rigetto della richiesta di custodia in carcere, escludendo che “il rimedio terapeutico di tipo sessuale proposto dal ginecologo ad alcune pazienti possa ritenersi oggettivamente idoneo a violare la libertà di autodeterminazione sessuale della vittima” ritenendo tardive alcune delle querele presentate nei suoi confronti. Con la sentenza di oggi, il Tribunale del Riesame di Bari ha respinto anche l’appello dei magistrati della Procura di Bari contro la revoca degli arresti domiciliari dell’aprile 2022.