Silvio Berlusconi è stato assolto dall’accusa di corruzione in atti giudiziari nel processo milanese “Ruby ter”. Lo hanno deciso i giudici della settima sezione penale del tribunale di Milano dopo una camera di consiglio durata circa 2 ore. Assieme a Berlusconi i giudici hanno assolto tutti i 28 imputati, tra cui Ruby, l’ex compagno Luca Risso e le 20 ‘olgettine’ accusati, a vario titolo, di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari.
La sentenza odierna mette la parola fine ad un processo durato sei anni in cui la procura di Milano accusava il leader di Forza Italia di aver pagato – a partire dal novembre 2011 e fino al 2015 – circa 10 milioni di euro alle giovani ospiti di Arcore per essere reticenti o mentire durante i processi “Ruby” e “Ruby bis” sulle serate di villa San Martino. Un’accusa da cui l’ex premier si è sempre difeso parlando di “generosità” per ricompensare chi si è visto rovinare la vita da un’inchiesta giudiziaria presto esplosa sulla stampa.
Le motivazioni
Le “olgettine” andavano ascoltate in veste di indagate e non di testimoni, l’ ‘errore’ madornale della procura ambrosiana che ha fatto decadere sia la falsa testimonianza che la corruzione in atti giudiziari. Questa in sintesi la motivazione con cui i giudici della settima sezione penale del tribunale di Milano hanno assolto Berlusconi e gli altri 28 imputati. “La falsa testimonianza può essere commessa solo da chi legittimamente riveste la qualità di testimone. Se viene assunto come ‘testimone’ un soggetto che non poteva rivestire tale qualità perché sostanzialmente raggiunto da indizi per il reato per cui si procede o per altro ad esso connesso, la possibilità di punirlo per dichiarazioni false – spiegano i giudici – è esplicitamente esclusa“.
La corruzione in atti giudiziari sussiste “solo quando il soggetto corrotto sia un pubblico ufficiale. Per giurisprudenza costante, la persona che testimonia assume un pubblico ufficio e le Sezioni Unite della Cassazione hanno chiarito che il giudice chiamato ad accertare la fattispecie correttiva deve verificare se il dichiarante che si assume essere stato corrotto sia stato o meno correttamente qualificato come testimone“, si spiega nella sentenza.
“Poiché le persone chiamate a rendere dichiarazioni nei processi Ruby 1 e Ruby 2 andavano correttamente qualificate come indagate di reato connesso e non testimoni, non solo non è configurabile il delitto di falsa testimonianza ma neppure il reato di corruzione in atti giudiziari, mancando la qualità di pubblico ufficiale (nella specie testimone) in capo al ‘corrotto’. Se il soggetto che si assume come corrotto non può qualificarsi come pubblico ufficiale e dunque manca un elemento costitutivo del delitto corruttivo, giuridicamente quest’ultimo non può sussistere nemmeno nei confronti dell’ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi. Infatti, la corruzione in atti giudiziari presuppone necessariamente un accordo tra il pubblico ufficiale corrotto e il corruttore”. Nessuna condanna quindi per Iris Berardi, Barbara Faggioli, le gemelle De Vivo, Francesca Cipriani, Marystell Polanco e le altre ragazze ospiti delle serate di Arcore.
Per analoghe ragioni, di carattere esclusivamente giuridico, sono stati assolti anche l’ex avvocato di Ruby, Luca Giuliante (accusato di corruzione) e l’ex fidanzato Luca Risso (falsa testimonianza e riciclaggio) accusati di reati che “presuppongono la sussistenza di un reato che non sussiste, la corruzione in atti giudiziari attribuita a El Mahroug“. Risso, inoltre, non poteva essere sentito come testimone. Infine, è stata pronunciata assoluzione per il delitto di false informazioni contestato a Luca Pedrini (la procura aveva chiesto l’assoluzione), per le false testimonianze ascritte al giornalista Carlo Rossella nonché per l’ipotesi di favoreggiamento alla prostituzione contestato a Aris Espinosa “perché dagli atti è emersa con evidenza l’insussistenza del fatto“. Per l’imputazione di calunnia contestata a Roberta Bonasia e le false testimonianze di cui erano accusati Simonetta Losi, l’esponente politica Maria Rosaria Rossi ed il fisioterapista Giorgio Puricelli “ha prevalso l’estinzione del reato per prescrizione“.
Lo spiega con precisione il presidente facente funzioni del Tribunale di Milano Fabio Roia con una nota sulla base “degli elementi di fatto” che “verranno dettagliatamente illustrati nella motivazione della sentenza, il Tribunale ha accertato – scrive Roia in una lunga nota – che le imputate Amarghioalei, Barizonte, Berardi, Bonasia, Cipriani, De Vivo Concetta, De Vivo Eleonora, El Mahroug, Espinosa, Faggioli, Ferrera Marianna, Ferrera Manuela, Loddo, Garcia Polanco, Guerra, Rigato, Skorkina, Sorcinelli, Toti, Trevaini e Visan non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone nei procedimenti” Ruby e Ruby bis “perché sostanzialmente indagate di reato connesso“. Gli indizi “non equivoci a loro carico risultavano dagli atti dei procedimenti in cui le stesse sono state escusse come testimoni”. Questo accertamento, si legge, “sulla qualità soggettiva in capo alle imputate dei reati contestati incide sulla stessa possibilità di configurare sia la falsa testimonianza che la corruzione in atti giudiziari”.
La falsa testimonianza, infatti, chiarisce il Tribunale, “può essere commessa solo da chi legittimamente riveste la qualità di testimone”. Andavano, invece, indagate e sentite con la presenza di avvocati e la possibilità di non rispondere. La corruzione in atti giudiziari, poi, “sussiste solo quando il soggetto corrotto sia un pubblico ufficiale“. La Cassazione ha chiarito “che il giudice deve verificare se il dichiarante che si assume essere stato corrotto sia stato o meno correttamente qualificato come testimone”. E poiché “le persone chiamate a rendere dichiarazioni nei processi” andavano “correttamente qualificate come indagate di reato connesso e non testimoni, non solo non è configurabile il delitto di falsa testimonianza ma neppure il reato di corruzione in atti giudiziari, mancando la qualità di pubblico ufficiale (nella specie: testimone) in capo al ‘corrotto‘”.
Così l’elemento “costitutivo del delitto corruttivo” non “può sussistere nemmeno nei confronti dell’ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi”. Infatti, la “corruzione in atti giudiziari presuppone necessariamente un accordo tra il pubblico ufficiale corrotto e il corruttore”. Assoluzioni che si trascinano dietro, in sintesi, anche quelle di Giuliante, ex legale di Ruby e per l’accusa presunto intermediario nella corruzione, e di Luca Risso, ex compagno della giovane e che era accusato di riciclaggio. Anche Risso, poi, non poteva essere sentito come teste ‘semplice’. Infine, è stata pronunciata “assoluzione per il delitto di false informazioni al pm contestato a Pedrini, per le false testimonianze ascritte a Carlo Rossella, nonché per l’ipotesi di favoreggiamento alla prostituzione contestato a Espinosa perché dagli atti è emersa con evidenza l’insussistenza del fatto. Per la residua imputazione di calunnia contestata a Bonosia e le false testimonianze di cui erano accusati Losi, Rossi e Puricelli ha prevalso l’estinzione del reato per prescrizione“.
Si tratta di un macigno giudiziario “tombale” sul processo, difficilmente superabile anche se la Procura decidesse di ricorrere in appello contro l’assoluzione di Berlusconi.
Karima «Ruby» El Marough dopo la lettura della sentenza di assoluzione ha regalato il suo libro – che presenterà il 16 febbraio a Milano – alla pm Tiziana Siciliano che insieme al pm Luca Gaglio ha rappresentato l’accusa nel processo per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari. Un regalo, una stretta di mano e una frase sussurrata davanti ai giornalisti: “Così conoscerà la mia vera storia“.
Le reazioni alla sentenza
“E’ un’assoluzione con la formula più ampia e più piena possibile, non posso che essere enormemente soddisfatto, tre su tre!”, ha commentato l’avvocato Federico Cecconi, facendo riferimento anche alle precedenti assoluzioni per i due filoni del processo Ruby ter a Siena e Roma.
“Ho fatto bene a credere nella giustizia“, queste le prime parole di Karima El Marough (Ruby) dopo la sentenza. “Questa assoluzione è una grandissima liberazione, questi anni sono stati un macigno, ho vissuto perdendo la mia identità e senza sentirmi mai giusta. Ero una ragazzina, andavo protetta”. E annuncia il suo debutto letterario con il libro ‘Karima‘ in cui racconta la sua storia. “Da domani inizia la mia nuova vita senza processi, avvocati e tribunali, smetto di venire in queste aule che mi hanno sempre fatto tanta paura. Da domani inizio a vivere“.
“Nessuno potrà mai restituirci gli anni di ingiustizia subiti e di sofferenza nostra e di chi ci sta accanto, ma oggi è il momento del sollievo e della gioia, ed io sono felice per me ovviamente ma per il Presidente Berlusconi soprattutto. Ci sarà tempo per tutto il resto”, commenta all’Adnkronos l’ex senatrice di Forza Italia Maria Rosaria Rossi, il proprio proscioglimento e l’assoluzione di Silvio Berlusconi.
“Non c’è amarezza, è il nostro sistema giudiziario, noi abbiamo lavorato con profonda convinzione e le prove dal nostro punto di vista conducevano assenza alcun dubbio a fatti di corruzione. Restiamo convinti delle false testimonianze e della corruzione”, afferma il procuratore aggiunto di Milano Tiziano Siciliano sulla sentenza che ha assolto tutti gli imputati.
“La nuova, ennesima, assoluzione del presidente Silvio Berlusconi dimostra ancora una volta i danni causati dall’uso politico della giustizia e le indebite interferenze sulla vita politica del nostro Paese. È questo il momento di fare chiarezza e, pertanto, oggi Forza Italia ha chiesto la calendarizzazione della proposta di una commissione parlamentare di inchiesta sull’uso politico della giustizia nel corso degli uffici di presidenza delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera“. Così in una nota i membri di Forza Italia delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera dei Deputati.
La soddisfazione e l’amarezza di Marina Berlusconi. La figlia maggiore del Cavaliere, Marina ha scritto un lungo commento sull’assoluzione del padre: “Ci sono voluti nove anni perché mio padre venisse assolto, e assolto “perché il fatto non sussiste”, da una accusa tanto infondata quanto infamante e del tutto priva di senso e di logica. Ed è la quarta assoluzione nei quattro processi celebrati per i vari filoni di quel mostro giuridico chiamato “caso Ruby”, che si trascina da dodici anni. Certo, la soddisfazione è grandissima, e il fatto che la giustizia riconosca finalmente la verità è importante, ma è una vittoria che ha avuto un prezzo troppo alto. Non solo per mio padre, anche per tutte le persone che lo amano e lo stimano, per i milioni di italiani che negli anni lo hanno votato”.
“Una persecuzione del genere non si può cancellare così, con un colpo di spugna. Anche perché questa vicenda, nata sul nulla e sul nulla portata avanti con furioso accanimento ideologico da una piccola ma potente parte della magistratura, ha segnato e condizionato la storia e la politica del nostro Paese, la sua stessa immagine all’estero. Mi auguro che questa ennesima dimostrazione dei guasti provocati dalla faziosità e dall’odio coltivato contro l’avversario favorisca il processo di cambiamento, che i tribunali possano finalmente essere davvero per tutti aule di giustizia e non di lotta politica, che i cittadini possano guardare alle toghe con la fiducia che gran parte di esse meritano. Solo in questo modo, credo, questa vicenda potrà forse risultare un po’ meno drammaticamente assurda“. conclude Marina Berlusconi.
“Sono stato finalmente assolto” nel processo Ruby ter “dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da Magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”. Lo scrive Silvio Berlusconi sui social a commento della sentenza definitiva di assoluzione per inel processo milanese perché il ‘‘fatto non sussiste”. Il Cav posta una sua foto sorridente in doppiopetto stile ’94 con la scritta a caratteri maxi ‘Finalmente‘ e alle spalle il simbolo di Forza Italia.