di Marco Ginanneschi
L’economia italiana fa registrare segnali di ripresa. Aumentano, ad ottobre, il fatturato e gli ordinativi industriali. Lo rileva l’Istat. Rispetto al mese di settembre, l’incremento è dello 0,8% nel primo caso e dello 0,9% nel secondo. Su base annua, però, entrambi gli indici sono in calo, rispettivamente del 4,1% e del 3,2%.
La crescita congiunturale del fatturato è maggiore sul mercato interno (+1%) mentre è più limitata su quello esterno (+0,3%). Gli ordinativi mostrano invece un andamento simile (+1% sul mercato interno, +0,9% su quello estero). Per il fatturato, la maggiore diminuzione tendenziale, nel comparto manifatturiero, riguarda la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (-18,7%), mentre l’incremento più rilevante si registra nelle industrie alimentari e delle bevande (+3,4%).
Per gli ordini, invece, la flessione più rilevante è nella fabbricazione di computer e prodotti elettronici (-17,4%) mentre l’aumento maggiore si osserva nei macchinari (+0.7%). Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice Istat complessivo del fatturato fa registrare un aumento del 2,3% rispetto al trimestre precedente (+2,1% per il fatturato interno, +2,6% per quello estero), quello degli ordinativi segna invece un incremento del 3,3%.
Corretto per gli effetti del calendario (i giorni lavorativi sono stati 21, contro i 22 del mese di ottobre 2015), il fatturato totale diminuisce, in termini tendenziali, dello 0,9%, con un calo dell’1,5% sul mercato interno e dello 0,5% su quello estero. Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano invece incrementi congiunturali per tutti i principali raggruppamenti industriali, particolarmente rilevanti nei settori di energia (+4,4%) e beni di consumo.
Segnali positivi arrivano anche dal commercio. Le vendite al dettaglio sono cresciute dell’1,2% rispetto a settembre sia in valore che in volume. Si tratta dell’aumento congiunturale maggiore dal 2011, anche se su base annua si evidenzia un calo dello 0,2%. Bene la grande distribuzione, giù i piccoli negozi. Incrementi maggiori per alimentari, mobili e abbigliamento. In calo i casalinghi.