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22 Novembre 2024 02:24

Salvatore Caiata presidente del Potenza Calcio , prosciolto dalle accuse a suo carico. Ed il M5S ha perso un senatore (passato a FdI)

La Procura di Siena ha richiesto l'archiviazione delle ipotesi accusatorie precedentemente mosse nei confronti di Salvatore Caiata, richiesta che è stata accolta lo scorso 28 agosto 2018 dal Gip. dr.ssa Ilaria Cornetti del Tribunale di Siena, che ha definitivamente archiviato il procedimento penale a suo carico

ROMA – “Sono contento che Salvatore da imprenditore esterno a logiche politiche abbia accettato di mettere la sua esperienza e competenze manageriali a disposizione del nostro progetto  – aveva dichiarato Luigi Di Maio  – per il Paese e la Basilicata in particolare. L’ Italia ha bisogno di persone capaci, che hanno dimostrato di saper fare bene e tanto per il proprio territorio“.

Salvatore Caiata, potentino, nato del 1970 , era emigrato per molto tempo in Toscana dove ha costruito famiglia e una fortuna come proprietario di ristoranti in piazza del Campo a Siena. Ma Di Maio ed i suoi “comunicatori” hanno dimenticato di ricordare anche  che Caiata in passato è stato un dirigente del PdL a Siena, membro del Coordinamento provinciale del Popolo della libertà nella città del Palio.

Luigi Di Maio e Salvatore Caiata

Ma che cosa prevede il fantomatico regolamento del M5s per le candidature? Che l’aspirante parlamentare “non dovrà essere iscritto ad alcun altro partito” e “non dovrà aver mai partecipato a elezioni di qualsiasi livello, né aver svolto un mandato elettorale o ricoperto ruoli di amministratore e/o componente di giunta o governo, con forze politiche diverse dal MoVimento 5 Stelle a far data dal 4 ottobre 2009”.

La reazione di Di Maio nell’apprendere che Salvatore Caiata  capolista a Potenza del Movimento Cinquestelle nel collegio uninominale è al centro delle indagini in corso sui suoi affari,  non è stata delle migliori. Infatti dallo scorso 1 luglio 2018, infatti, anche il ristorante “Il Campo” a Siena non è più di Caiata ma del gruppo La Cascina, società della Compagnia delle Opere, braccio armato economico di “Comunione e Liberazione“.  Il gruppo La Cascina nel 2015 fu colpito da interdittiva antimafia e commissariato dal prefetto di Roma (all’epoca dei fatti) Franco Gabrielli ora a capo della Polizia di Stato, in quanto la rete di coop bianche avevano manager coinvolti nel secondo capitolo di “Mafia Capitale“.

 

Le interdittive firmate da Gabrielli, colpirono  la Cooperativa di lavoro La Cascina; La Cascina global service; Vivenda Spa; il Consorzio di cooperative sociali Casa della solidarietà costituito da Domus caritatis, Mediterranea onlus, Osa Mayor onlus, Tre Fontane, ed Il provvedimento aveva valore per Roma ma anche per tutto il territorio nazionale, “in virtù della gravità dei fatti oggetto di indagine e delle particolari esigenze di tutela della legalità”, emanato un mese dagli arresti che hanno portato a parallele perquisizioni nelle sedi delle cooperative coinvolte nella maxi inchiesta della Procura diRoma.

Il provvedimento del Prefetto Gabrielli di amministrazione giudiziaria nei confronti del Gruppo La Cascina, venne revocato nell’estate del 2016 dal Tribunale di Roma. I cui magistrati hanno hanno concluso che l’azienda non deve essere confiscata. Facendo tirare un sospiro di sollievo ai 7mila dipendenti dell’azienda che opera nel settore delle mense, dell’assistenza ai minori ed agli immigrati.

Salvatore Caiata

Il fascicolo aperto dal procuratore di Siena Salvatore Vitiello, vede iscritto tra gli indagati anche l’imprenditore kazako Igor Bidilo e Cataldo Staffieri, rappresentante per l’Umbria e la Toscana del gruppo La Cascina, la cooperativa che nella cittadina toscana ha rilevato i locali più famosi del centro storico.  La “collaborazione”   di Caiata con Staffieri va avanti da lungo tempo tanto che altri luoghi rinomati come “Conca d’Oro”, “Nannini Toselli” e “Nannini Massetana” erano gestiti da La Cascina e soltanto  con la consulenza di Caiata.

Al centro delle verifiche disposte dai magistrati della Procura di Siena ci sono questi trasferimenti di immobili e capitali che, oltre a Caiata e Steffieri, si allargavano ad un altro imprenditore molto noto nella zona: Igor Bidilo, kazako presente nel cda della multinazionale Usa Atek società che si occupa di tecnologie informatiche e meccaniche, specializzato tra l’altro nell’affitto di aziende.

Proprietario della Sielna,  Bidilo ha partecipato un anno fa alla gara per aggiudicarsi il monastero Sant’Orsola di Firenze dove voleva aprire una scuola internazionale e una Spa con impianto termale. Nella sua azienda ha come socio il rumeno Maxim Constantin Catalin. Le indiscrezioni assicurano che il coinvolgimento di questi personaggi nell’indagine porti ad alcuni investimenti all’estero e non è escluso che su questo siano giunte anche segnalazioni per operazioni sospette.

 

 

All’imprenditore potentino  candidatosi nel M5S e successivamente migrato prima al Gruppo Misto ed ora in Fratelli d’ Italia, è riconducibile una galassia di società, alcune attive, altre costituite di recente ma inattive , in altre dove è entrato o uscito o come azionista o come amministratore. Nel marzo 2016 Caiata ha fondato la società di ristorazione Wilaf srl, nel dicembre ha costituito la società pubblicitaria Potenza Calcio Comunication srl. Nel 2014 Caiata aveva costituto la società sportiva Siena 2019 srl, tutte società che al momento risultano inattive nei registri delle imprese delle camere di commercio. Le società attive sono la Potenza Calcio srl  (dal 2015), la Toro srl che si occupa commercio al dettaglio in funzione dal 2010 con un fatturato intorno ai 2milioni di euro, che ha chiuso il tuo ultimo bilancio con  un utile di appena 8 mila euro , e la Taica srl che dal 2015 si occupa di compravendita di beni immobili.

Le indagini erano state affidate alla Guardia di Finanza e riguardarono il reimpiego di capitali attraverso alcune aziende e conti correnti anche esteri. Controlli condotti nel massimo riserbo che si concentrano sul passaggio di proprietà di quote societarie.

Nuovamente nella bufera il Movimento 5 Stelle, ancora una volta ha dimostrato di non essere capace di garantire la presunzione d’innocenza ai propri esponenti. O meglio la garantisce solo a chi e quando fa loro comodo .  Caiata al momento della candidatura infatti aveva  fornito tutta la documentazione solitamente richiesta dai 5 stelle. E la sua fedina penale risultava immacolata. Caiata, però non aveva reso noto di essere indagato in un’inchiesta penale (che non configura di fatto alcun reato!) . Per questo motivo, le parole odierne del suo legale all’Agi-Agenzia Italia hanno ulteriormente compromesso ed inguaiato la sua posizione: “Non è una vicenda che nasce oggi e che scoppia improvvisamente – ha spiegato l’avvocato Enrico De Martino uscendo dalla procura – è stata rubricata nel 2016 e il dottor Caiata un anno fa ne venne a conoscenza rendendosi immediatamente disponibile presso la Procura della Repubblica di Siena per chiarire ogni eventuale contestazione“.

Per questo i grillini avevano immediatamente richiesto a Caiata tutte le carte, per ergersi a giudici (che poi non sono)  come se fossero una corte di un Tribunale ! Sul profilo Facebook del Movimento è stato pubblicato  un post eloquente: “Se accuse tanto gravi fossero confermate, non faremo sconti a nessuno“. Cosa vogliono dire ?
Ed ora che Caiata è stato prosciolto Di Maio ed il suo staff hanno fatto l’ennesima pessima figura perdendo anche un senatore a Palazzo Madama.

 

 

AGGIORNAMENTO

Il pubblico ministero che aveva indagato Salvatore Caiata, attuale Senatore della Repubblica (passato a Fratelli d’ Italia) , ha richiesto l’archiviazione delle ipotesi accusatorie a suo carico, richiesta questa che è stata accolta dal Gip. dr.ssa Ilaria Cornetti del Tribunale di Siena, che ha definitivamente archiviato il procedimento penale a suo carico.

archiviazione Caiata GIP Siena
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