ROMA – Condannato definitivamente a sei anni e tre mesi di reclusione per l’incendio allo stabilimento ThyssenKrupp di Torino avvenuto il 6 dicembre 2007nel quale morirono sette operai, Marco Pucci ha ottenuto l’affidamento ai servizi sociali ed ha quindi potuto lasciare il carcere di Terni dove era detenuto dal maggio del 2016, ed ha anche chiesto la grazia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Poco prima della sentenza di condanna definitiva a sei anni e tre mesi per il rogo in cui nel 2007 morirono a Torino sette operai della Thyssen, che lo aveva colpito, Pucci in quel momento ricopriva la carica direttore centrale dell’ Ilva in amministrazione straordinaria, e responsabile delle società partecipate, con grande correttezza e stile si era autosospeso dall’incarico nel siderurgico tarantino e dalla retribuzione, comunicando egli stesso ai commissari dell’Ilva Corrado Carrubba, Piero Gnudi, Enrico Laghi la sua esemplare e corretta decisione.
Pucci all’epoca dei fatti dell’incendio di Torino era responsabile commerciale dell’area marketing e successivamente per un periodo amministratore delegato dell’Ast di Terni, aveva ottenuto nel giugno 2017 la possibilità di svolgere un lavoro esterno al carcere, come consulente in un’azienda del posto, con obbligo di rientro in cella alle 18.30. La nuova misura alternativa alla detenzione è stata disposta dal tribunale di sorveglianza già da qualche mese, ma se ne è avuta notizia ora, dopo che la vicenda giudiziaria è tornata d’attualità in seguito alla notizia che il procedimento nei confronti dei due manager tedeschi condannati, ancora liberi in Germania, potrebbe essere archiviato.