Era esattamente un anno fa quando il 28 febbraio 2015 il “disinformato” Leonardo Giangrande presidente della Confcommercio di Taranto annunciava trionfante, sostenuto dai suoi soliti scudieri-faccendieri la sua assoluzione nel processo relativo al suo coinvolgimento nella vicenda giudiziaria relativa al concorso per la selezione e nomina del nuovo segretario generale della Camera di Commercio di Taranto. Giangrande in una conferenza stampa affiancato con poca oculatezza dal suo legale, pronunciò queste testuali parole: “si evince facilmente l’infondatezza di tutto il processo che è frutto delle logorroiche accuse mosse dal signor Falcone che ha trasmesso denunce ed esposti contenenti illazioni e pettegolezzi” dimenticando che per il Gip, cioè un Giudice per le Indagini Preliminari ed il pubblico ministero dr. Remo Epifani, non si trattava di pettegolezzi, ma di reati.
A suo tempo, questo quotidiano, il 1 marzo 2015 anticipò la notizia che la Procura, era intenzionato a ricorrere in Appello. E così è accaduto . Infatti proprio nei giorni scorsi, la Procura ha notificato a Giangrande ed agli altri imputati, assolti in 1° grado, il ricorso in appello contro l’allegra sentenza del Tribunale di Taranto, e quindi adesso il presidente della Confcommercio di Taranto & compagnia varia dovranno sottoporsi ad un nuovo processo di secondo grado. Questo quotidiano scrisse “questa sentenza di 1° grado del Tribunale di Taranto, di cui prendiamo atto, ed abbiamo già dato notizia, e lo ricordiamo per dovere di cronaca e rispetto ai nostri lettori, al momento non è definitiva in quanto non è ancora passata in giudicato. Quindi gioire manifestando rancori, accusando gli assenti è a dir poco una mancanza di tatto, e strategia processuale-difensiva. Ma dato il personaggio non ci meravigliamo”.
Patetico fu commento del vice presidente vicario Manzulli sulla sua bacheca Facebook: “Come volevasi dimostrare: il fatto non sussiste. Purtroppo per il nostro territorio, però, lo stesso non può dirsi della vostra disgustosa malafede e profonda disonestà. Quelle sussistono, eccome, ma il tempo ….. è galantuomo. E non ve ne resta molto“. Appunto il tempo è galantuomo, e qualcuno dovrebbe spiegare non solo a Giangrande ma anche al “professorino” (di liceo statale) Manzulli che un processo ha tre gradi di giudizio prima che un imputato possa ritenersi assolto senza alcun’ombra di dubbio. Ed in questo siamo ancora al 1° grado…..
In quell’ articolo (leggi QUI) scrivevamo ” Giangrande ci spieghi piuttosto e lo spieghi pubblicamente sopratutto ai commercianti tarantini, alle loro famiglie di cui parla spesso inutilmente, ai cittadini di Taranto, delle vicende societarie della societàComunicare srl (controllata dalla Confcommercio Taranto) e dei capannoni realizzati con soldi pubblici nelle vicinanze di San Giorgio Jonico, e che fine hanno fatto“.
Sapete quale fu il risultato ? Immediatamente i vertici della Confcommercio tarantina corsero dal notaio a mettere in liquidazione la società COMUNICARE affidandone la liquidazione ad un commercialista, Giuliano Cannizzo, lo stesso Cannizzo che qualche mese fa ha subito una perquisizione domiciliare a casa, nel suo studio e presso l’Ordine dei Commercialisti di Taranto dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Potenza per un altra vicenda giudiziaria.
Non è quindi un caso se nelle ultime elezioni per il rinnovo del consiglio della Camera di Commercio di Taranto, i consiglieri emanazione dell’associazione dei commercianti presieduta da Giangrande si siano dimezzati scendendo da 8 a 4 rappresentanti e grazie ad un ‘alleanza con i tabaccai, CasaArtigiani e la Clai. Una bruciante sconfitta per la Confcommercio di Taranto che ha reso “contento” solo qualcuno molto a cuore del loro presidente.
Ma nei prossimi giorni, cari lettori, vi faremo leggere qualcosa di incredibilmente poco legale messo in atto dalla solita compagnia di giro (società piene di debiti, consorzi inattivi…..) che gravita intorno alla Confcommercio di Taranto, e che si alimentano vivendo di mancette comunali e contributi pubblici regionali e comunitari su cui la Guardia di Finanza ha da tempo acceso i suoi fari. E ve lo racconteremo, come nel nostro stile giornalistico, documenti alla mano.
P.S. per la cronaca dei fatti Aldo Manzulli risulta iscritto nel registro degli indagati di ben due procure italiane, ed è stato querelato anche da noi.