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23 Dicembre 2024 05:11

Ragazze di famiglie della Roma “bene” escort per comprarsi vestiti griffati

Continua il fenomeno delle prostitute di "famiglia" a Roma e dopo il caso scoppiato ai Parioli, viene alla luce un episodio analogo. Le ragazze coinvolte tutte di di nazionalità italiana hanno tra i 18 e i 22 anni . Indagato un 24enne, è accusato di sfruttamento della prostituzione

Facevano le escort per comprarsi vestiti all’ultima moda, borsette griffate, scarpe di marca e cellulari di ultima generazione. A prostituirsi in due hotel tra Prati e Trastevere, al centro di Roma, tre ragazze originarie dell’Infernetto, periferia della Capitale confinante con il quartiere dell’ Eur. Le ragazze quindi non vivevano in un ambiente economico degradato. Anzi. Sono tutte giovanissime, tra i 18 e i 22 anni e di nazionalità italiana, figlie di facoltosi commercianti e di agiati dipendenti con dignitosi redditi.

L’imponente giro d’affari sotterraneo andava avanti da un anno sotto la regia di Edoardo B., 24 anni, un amico ed ex compagno di classe delle ragazze, fidanzato con una di loro (la più grande) , che le controllava con un’app. Sapeva esattamente dove erano le sue amiche, le ragazze della sua stessa comitiva, quando erano con i clienti a prostituirsi. Tutto era nato come un gioco. Prostituirsi anche per divertirsi ed evadere dalla noia. I clienti non arrivavano solo dalla Capitale. Da Barcellona, un uomo, faceva visita ad una delle ragazze con cadenza mensile. Con un “cadeaux” di mille euro a notte in un hotel a Prati. Poi la mattina, in fretta e furia, prendeva il taxi per Fiumicino e quindi saliva un aereo di ritorno verso la Spagna. E così di seguito per quasi un anno. 

Era la ricerca sfrenata del lusso a muovere le ragazze, per permettersi alcuni costosissimi accessori che altrimenti, i loro genitori non gli avrebbero mai comprato: borse delle più esclusive maison di moda internazionali, scarpe ed abbigliamento griffate, e cellulari di ultima generazione. Successivamente il “gioco”, è diventato un vero e proprio business. Il patto era chiaro: le giovani ci mettono il corpo, lui le amicizie, la pubblicità nei posti che contano e, quindi, una clientela selezionata. Molti i soldi incassati, anche se nelle case delle rispettive famiglie, il denaro non mancava assolutamente. Anzi.

I genitori erano totalmente all’oscuro del “lavoro” delle figlie. Soltanto il padre di una ha scoperto cosa faceva realmente la figlia 18enne venendo a saperlo solo dopo l’indagine. Un’autentico shock. Le giovani sono state molte scaltre nel nascondere ai familiari quello che facevano in realtà. Quando gli incontri si prolungavano durante la notte, telefonavano a casa e si inventavano le scuse più note come ad esempio “rimango a dormire a casa di un’amica“. Gli appuntamenti sessuali si svolgevano anche di giorno. Negli alberghi extra lusso, il conto della stanza lo pagava sempre il cliente facoltoso di turno.

Numerosi i professionisti e gli imprenditori che hanno usufruito delle prestazioni sessuali delle tre ragazze per le quali i clienti diventavano tutti pazzi . Il “”gioco” ha infatti funzionato oltre le aspettative. per le tre giovani. E così, in appena 12 mesi, il business messo in piedi ha iniziato a volare. Il 24enne non ha operato come protettore, ma semplicemente come manager incassando la metà dei soldi, intorno ai 200 euro ad incontro, a patto che chi le incontrasse fosse una persona di fiducia. Il business è stato bloccato dai pm Carlo Villani Pietro Pollidori della procura di Roma che hanno chiuso le indagini dell’inchiesta portata avanti nei suoi confronti, notificando il 415 bis all’indagato, atto che precede la richiesta richiesta rinvio a giudizio, dopo una delicata indagine congiunta della Guardia di Finanza e Polizia di Stato.

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