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5 Novembre 2024 05:16

Raggiunto il numero di firme per referendum in Senato sul taglio dei Parlamentari

Superata quota minima 64 anche grazie ai senatori della Lega. Il coordinamento nazionale dei comitati noiNO, contrari alla riforma approvata dal Parlamento con i costituzionalisti e i parlamentari che aderiscono alla campagna sarà presentato in una conferenza stampa martedì prossimo

ROMA – E’ stato raggiunto e superato al Senato il numero minimo di firme (64)  necessario per presentare il quesito del referendum contro il taglio dei parlamentari. Nelle ultime ore, sarebbe arrivato un sostanzioso appoggio anche da parte di senatori leghisti. Nel pomeriggio è atteso il deposito in Cassazione.

C’è stato anche chi ci ha fatto dietrofront, ritirando la propria firma, come i senatori Mario Michele Giarrusso (M5s), Francesco Verducci (Pd) e Vincenzo D’Arienzo (Pd). “Stamattina ho ritirato la firma sul referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. L’ho ritirata, perché la mia posizione è stata strumentalizzata da alcuni e travisata da altri“, ha scritto il senatore grillino.

I senatori del Pd Francesco Verducci e Vincenzo D’Arienzo hanno ritirato le firme dalla proposta del referendum sulla riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari. Fonti Dem spiegano che i due senatori lo avrebbero fatto in conseguenza “di un fatto politico nuovo” e cioè la presentazione di quella proposta di legge elettorale proporzionale, che fin dall’inizio era stata chiesta dal Pd in relazione al taglio dei parlamentari.

Un vero “flop” la raccolta di firme del Partito Radicale che ha ricevuto soltanto 669 firme per promuovere un referendum sulla riforma che taglia il numero dei parlamentari. Peccato che ne sarebbero servite 500 mila. Le sottoscrizioni sono state comunque depositate in Cassazione. “Abbiamo voluto verbalizzare la violenta censura attuata dai media e dal servizio pubblico – ha dichiarato Maurizio Turco, il segretario del Partito radicale – ai quali si era rivolto per la prima volta nel discorso di fine anno il Presidente della Repubblica”. Turco si è anche detto contrario alla riforma “che prevede la cessione di rappresentanza da parte dei cittadini“.

“Quello sul taglio dei parlamentari è un referendum salva-poltrone“, ha scritto in una nota Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia  . “Siamo e saremo sempre all’opposizione di questo governo dannoso, vogliamo andare al voto anche domani, ma vogliamo farlo in totale trasparenza eleggendo da subito un Parlamento più snello. Non abbiamo alcun interesse a sostenere un finto referendum, vogliamo dire la verità agli italiani. Per questo ai colleghi senatori che mi hanno chiesto un parere ho detto: non prestatevi a un giochino di Palazzo che screditerà la politica, squalificherà Forza Italia, resusciterà il populismo», ha proseguito la vicepresidente della Camera nel documento.

La Carfagna ha ricordato anche chela riduzione dei parlamentari è stata approvata con il sì di Forza Italia appena tre mesi fa, dopo quattro letture” e che il partito è “sempre favorevole al taglio delle poltrone” ricordando che il presidente Silvio Berlusconiè stato tra i primi a volere una riforma costituzionale di questo tipo“.

Ale 15 la presentazione delle firme in Cassazione. “Mi interessa che si possa svolgere nel Paese la consultazione. Alla fine hano firmato tutti i gruppi parlamentari“, ha commentato il senatore azzurro Andrea Cangini. Tra i nuovi arrivi i forzisti Roberta Toffanin e Dario Damiani, vicini a Silvio Berlusconi, irritato per l’iniziativa della Carfagna e sollecitato da Salvini perché richiamasse all’ordine i suoi parlamentari.

Tra i nuovi firmatari vi sono poi sei senatori leghisti. E c’è già anche chi guiderà il Comitato per il no: è la Fondazione Luigi Einaudi che ha anche promosso la raccolta delle firme tra i parlamentari. Il coordinamento nazionale dei comitati noiNO, contrari alla riforma approvata dal Parlamento, sarà presentato in una conferenza martedì prossimo nella sala stampa della Camera dei Deputati, con i costituzionalisti e i parlamentari che aderiscono alla campagna.

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