ROMA – Alla fine è stata raggiunta un intesa prima delle votazioni, la quarta a Montecitorio e la terza a Palazzo Madama, che eleggeranno i vertici del Parlamento della XVIII legislatura: infatti, stavolta basterà la maggioranza assoluta, contate anche le schede bianche.
Nell’Aula della Camera dei Deputati al termine della la quarta votazione per eleggere il presidente, il quorum per fare scattare l’elezione scende alla maggioranza assoluta dei voti, contando anche le schede bianche.
Al Senato Giorgio Napolitano ha dato il via alla terza votazione per l’elezione del presidente del Senato. Per questa terza votazione si dovrà raggiungere la maggioranza assoluta dei votanti conteggiando quindi anche le schede bianche. Nel caso questa non si raggiungesse, si procederà alla quarta votazione cioè al ballottaggio tra i due nomi più votati.
I candidati presidenti del nuovo Parlamento che escono “vincitori” da una notte dei lunghi coltelli nella trattativa centrodestra-M5s, segnata fino all’ultimo dai veti incrociati sono Maria Elisabetta Alberti Casellati al Senato e Roberto Fico alla Camera .
I loro nomi sono stati concordati dai vertici di Fi-Lega-Fdi, che si sono ritrovati con Berlusconi a palazzo Grazioli dopo lo “strappo” di ieri di Matteo Salvini, mentre i vertici dei Cinquestelle con Luigi Di Maio si sono riuniti all’Hotel Forum, con il loro “garante” Beppe Grillo.
Terminata nell’Aula della Camera la quarta votazione per eleggere il presidente, si è proceduto allo spoglio, che è pubblico ed è avvenuto in Aula. Le schede sono state lette una ad una dal presidente provvisorio Roberto Giachetti. Roberto Fico è il nuovo presidente della Camera. Ecco il risultato della votazione. Fico 422 voti, Giachetti 102, Fraccaro 7, Brunetta 3. I voti dispersi sono stati 5, 60 le schede bianche, 21 le nulle. Il quorum richiesto era di 311 voti.
Il leader del M5s, Luigi Di Maio, esulta tra i banchi del partito a Montecitorio. Fico è già nella stanza dei presidenti di Montecitorio . Fuori dalla porta i commessi già con i guanti bianchi lo “blindano”. Il suo discorso è pronto: “Sarò il presidente del cambiamento. Questo non sarà più il palazzo della Casta”.
Alle 13.05: Maria Elisabetta Alberti Casellati ha raggiunto il quorum dei voti necessari e diventa Presidente del Senato. La Casellati è la prima donna nella storia della repubblica a ricoprire la seconda carica nei poteri dello Stato. Maria Elisabetta Alberti Casellati è la ventiduesima presidente del Senato La senatrice di Forza Italia, è stata eletta al terzo scrutinio con 240 voti. A lei sono arrivati 240 voti. Valeria Fedeli (Pd) ha ricevuto 54 voti, mentre le bianche sono state 14. Una sola preferenza per Paolo Romani, 3 per Calderoli, 1 per Zanda, 2 per la Segre, 1 per Gasparri, 2 per la Pinotti, una scheda nulla.
Fonti del quotidiano La Stampa, preannunciano probabili dimissioni Gentiloni questa sera “È molto probabile che già stasera il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dia le dimissioni” Dopo le visite di rito sul Colle dei nuovi presidenti di Camera e Senato, Gentiloni verrà quasi certamente ricevuto da Sergio Mattarella per rimettere il mandato. Le dimissioni verranno accolte e il capo del governo resterà in carica per gli affari correnti”
GRUPPI PARLAMENTARI ED I CAPIGRUPPO: Entro due giorni dalla prima seduta, e quindi il 27 marzo i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono: a quel punto i gruppi sono convocati per eleggere i rispettivi presidenti.
GLI UFFICI DI PRESIDENZA: Le due Camere verranno convocate tra il 27 ed il 28 marzo prossimo per eleggere i rispettivi vicepresidenti, questori e segretari d’Aula.
Chi è Maria Elisabetta Alberti Casellati
Maria Elisabetta Alberti Casellati, si avvia a diventare la prima donna nella storia repubblicana a ricoprire la carica di presidente del Senato. Nata a Rovigo 71 anni fa, ha lasciato da pochi mesi il Consiglio superiore della magistratura per candidarsi alle elezioni dello scorso 4 marzo, dove è stata eletta al Senato nel collegio uninominale di Venezia.
Laureata in giurisprudenza e in diritto canonico nella Pontificia Università Lateranense, è stata ricercatrice universitaria in “Diritto canonico ed ecclesiastico” presso l’Università di Padova. È iscritta all’Ordine avvocati di Padova e vive nella città veneta, dove ha iniziato la sua attività politica.
Avvocato matrimonialista in tema di famiglia non ha mai nascosto lo scetticismo riguardo alle unioni civili, “in alcun modo equiparabili al matrimonio. Lo Stato – ha detto la Casellati durante un convegno promosso a Roma dall’associazione Italia Più – non può far crescere un minore in una coppia che non sia famiglia”.
Chi è Roberto Fico
Roberto Fico, classe 1974, leader dell’ala ribattezzata dai giornalisti come “ortodossa”, in questi anni di narrazione grillina Fico è stato il paladino, sconfitto, della fronda movimentista dei 5 Stelle, sempre più minoritaria nell’era della realpolitik di Luigi Di Maio. I colleghi che confidavano in lui, nella sua ribalta, per frenare l’ascesa dell’attuale capo politico, che hanno dovuto constatare la propria debolezza di fronte all’egemonia di Luigi, vivono come una rivincita questo momento. Una tappa che porterà al governo con la Lega? C’è da giurarsi che ora Fico, a un passo dallo scranno più alto di Montecitorio grazie a Salvini, ci penserà due volte prima di dire “mai”.
Nato a Napoli, Fico è laureato in Scienze della comunicazione all’Università degli Studi di Trieste con indirizzo alle comunicazioni di massa. Dopo l’Erasmus a Helsinki, ha completato il percorso di studi con un master in Knowledge management al Politecnico di Milano. Pentastellato della prima ora, nel 2005 è tra i fondatori del Meetup Amici di Beppe Grillo a Napoli.
Nel 2010 si candida presidente della Regione Campania e nel 2011 tenta la corsa a sindaco di Napoli. A dicembre dell’anno successivo è primo alle Parlamentarie del M5S nella Circoscrizione Campania 1 e grazie a 228 preferenze ottenute sul web viene candidato in prima posizione nella lista bloccata del M5S della circoscrizione. Alle elezioni politiche del 2013 è eletto nella XVII legislatura alla Camera dei Deputati, poi riconfermato il 4 marzo 2018.