Eccovi la quarta punta della nostra inchiesta giornalistica sull’imprenditoria tarantina, il cui consenso fra nostri lettori, il mondo imprenditoriale serio e sano, gli esponenti del mondo bancario, cresce di puntata in puntata. Quello che abbiamo realizzato e stiamo pubblicando, perdonateci se lo ripetiamo ancora una volta, ha un unico scopo: consentire ai lettori, all’opinione pubblica di poter scoprire meglio il tessuto imprenditoriale tarantino e sopratutto conoscere meglio coloro i quali a torto o ragione vengono definiti “imprenditori” ed “imprese” in provincia di Taranto.
Per poter leggere e comprendere meglio i numeri che vi forniamo , ricordiamo che tutto viene valorizzato da questi indicatori: il MOL (Margine Operativo Lordo), il ROA (acronimo che sta per ReturnOn Assests e il suo calcolo è piuttosto immediato: si prende l’utile netto di gruppo e lo si divide per il totale delle attività). Il valore minimo del ROA dev’essere superiore o uguale al costo del denaro (tassi d’interesse scelti dalle varie banche centrali), perchè ovviamente essendo il totale delle attività l’ammontare complessivo degli investimenti fatti dall’azienda ed essendo stati finanziati da indebitamento, cassa e/o denaro preso in prestito, il tasso minimo da ottenere è ovviamente quello dei tassi d’interesse. Se fosse inferiore significherebbe che il costo di questo denaro è stato per l’azienda maggiore a quanto quel denaro ha reso, quindi non sarebbe stato conveniente prenderlo. Ma sopratutto, quello che maggiormente conta è l’ UTILE DI ESERCIZIO da cui capire se la società lavora, guadagna ed è gestita bene.
AMIU S.P.A. AZIENDA MULTISERVIZI E IGIENE URBANA s.p.a.
RACCOLTA DEI RIFIUTI | FATTURATO € 36.080.370,00
NOTE CdG Nel giugno 2014 la Corte dei Conti di Puglia lanciò l’allarme sullo stato delle 385 società partecipate dagli enti locali pugliesi. Per la Puglia, come praticamente per quasi tutte le regioni del Centro-Sud, i magistrati contabili hanno rilevato infatti “una prevalenza delle perdite sugli utili”, oltre che un’incidenza superiore dei costi del personale superiore al 50% del valore della produzione: queste aziende, dice la Corte dei Conti, in generale non nascono per garantire una corretta gestione economica. E l’ AMIU di Taranto ne è l’esempio “perfetto”… Le perdite totali delle società pubbliche pugliesi nel 2013 ammontavano a 30 milioni di euro, 1/3 dei quali cioè 10milioni di euro sono proprio dell’ AMIU spa (la società della nettezza urbana di Taranto). Il recupero delle perdite nel bilancio 2013 non è frutto di efficienza ritrovata, ma solo del contributo ricevuto dal Comune di Taranto. Non a caso il presidente dimissionario-dimesso non era un manager, ed il Comune di Taranto ha indetto ora un bando pubblico per reperire un capo azienda.
DUE ESSE DISTRIBUZIONI S.R.L.
COMMERCIO ALL’INGROSSO DI ALTRI MACCHINARI, ATTREZZATURE E FORNITURE | FATTURATO € 30.041.552,00
NOTE CdG :La società nonostante un calo del proprio fatturato del 15% ha quasi triplicato il proprio Margine Operativo Lordo, riducendo del 10% le proprie passività e l’indebitamento. Una performance societaria non indifferente sopratutto se realizzata in provincia di Taranto.
AMAT – AZIENDA PER LA MOBILITA’ NELL’AREA DI TARANTO s.p.a.
ALTRI TRASPORTI TERRESTRI DI PASSEGGERI| FATTURATO € 29.563.396,00
NOTE CdG Il fatturato dell’azienda dei trasporti pubblici del Comune di Taranto rimase pressochè identico , ma ciò nonostante ha quasi dimezzato il proprio margine operativo lordo. Stabili anche le passività ed il patrimonio dell’azienda, con un’impercettibile ( 0,11) riduzione del rapporto di indebitamento. Il recupero nel 2013 delle perdite del precedente esercizio, in presenza di un fatturato pressochè identico ( solo + 130mila euro circa) , è quindi frutto di aggiustamenti contabili, ammortamenti e non di un miglioramento della gestione operativa. L’azienda municipalizzata dei trasporti urbani di Taranto, non ci risulta aver rinnovato il proprio autoparco, nè ridotto l’utilizzo di gasolio e conseguente non ha diminuito l’ inquinamento ambientale. Basti pensare che nel 2011 azienda dei trasporti pubblici , i finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza del capoluogo ionico, nel corso di un’attività congiunta con il dipartimento di prevenzione dell’Asl/TA, hanno messo sotto sequestro giudiziario un’area di 12mila metri quadri, all’interno del deposito degli automezzi dell’AMAT, la sequestrati un impianto di depurazione privo di autorizzazioni, 43 autobus dismessi e in completo abbandono e rifiuti speciali pericolosi: alcune parti meccaniche, batterie, oli esausti conservati in fusti, filtri, computer, stampanti e altri componenti elettrici ed elettronici, un box metallico di circa 100 mq. Uno scenario che i finanzieri definirono di “degrado ambientale”.
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N.B. I dati pubblicati sono aggiornati a febbraio 2015. Le informazioni economiche, fiscali, bancarie, pubblicate sono provenienti da pubblici archivi e/o altre fonti rielaborate da società esterne specializzate. Si declina ogni responsabilità per eventuali erroneità, incompletezze e qualsiasi altro vizio di cui alle informazioni ed ai dati. La nostra redazione economica è a disposizione delle società interessate per eventuali rettifiche, correzioni ecc. previa esibizione dei bilanci e verbali di assemblee regolarmente depositati presso il Registro Imprese della Camera di Commercio.
Le analisi dei bilanci delle società che operano a Taranto e provincia, verificati ed analizzati dal Corriere del Giorno, non sono finiti.
Continua/4.