di Marco Ginanneschi
Sono 4.835 dipendenti pubblici che hanno rubato o sperperato i soldi della collettività sottraendo allo Stato oltre tre miliardi di euro in appena sei mesi hanno. Funzionari, medici, politici, impiegati di primo livello: tutti citati in giudizio chiamati a restituire il maltolto dalla Corte dei Conti . Lo certifica il rapporto della Guardia di Finanza sulla base dei danni danni erariali contestati tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2015, che ha svelato quanto sia profondo e gonfio il “sacco” dei soldi pubblici causato dai lavoratori infedeli . Il dato che maggiormente impressione è quello sulla cattiva gestione del patrimonio immobiliare in cui è stato perso oltre un miliardo di euro . Case concesse in affitto a prezzi vergognosi (stracciati) , terreni mai utilizzati, edifici svenduti ai soliti “furbetti” del mattone, costituiscono la voce più “pesante” della relazione.
Appartamenti a 7 euro
Sono migliaia gli immobili trasformati in un “costo”, dai quali lo Stato avrebbe potuto invece ricavare profitti. In particolare modo quanto si tratta di case “popolari”. Gli uomini della Guardia di Finanza sono impegnati in indagini e verifiche dal tacco d’italia del Salento salendo su per lo stivale sino ai confini in Val d’ Aosta per scoprire i “morosi” e tutti quei privati che pagano (quando li versano..) canoni ridicoli. In questi casi bisogna accertare se si tratti esclusivamente di male gestione o se, come è stato scoperto in Puglia, la concessione dell’immobile sia in realtà una contropartita, ad esempio per ottenere in cambio voti alle elezioni. I casi sono diversi, ma la somma finale genera una vera e propria voragine nei conti dello Stato. Un Comune in provincia di Bolzano non riscuote l’affitto per l’occupazione di suolo pubblico e perde 350 mila euro ! Senza dimenticare il direttore dell’Agenzia territoriale di Asti noto alle cronache con l’accusa di aver sperperato 9 milioni di euro. Sono ancora in corso le verifiche sulle case del patrimonio immobiliare di proprietà del Comune di Roma con dentro inquilini che pagano sette euro al mese. Senza dimenticare la bassissima redditività del patrimonio dell’Inps…. così come occorre soffermarsi sull’indagine sul Comune di Nepi, in provincia di Viterbo, in cui “reiterati episodi di “mala gestio” tramite una serie di artifizi, raggiri e ammanchi di cassa al patrimonio» avrebbero causato un danno di un milione e 200 milioni di euro“.
Truffatori e corrotti
Sono state 1.290 le segnalazioni inviate dalla magistratura ordinaria o direttamente dalle stesse Fiamme Gialle ai giudici contabili della Corte dei Conti. I numeri parlano chiaro e confermano come nei primi sei mesi di quest’anno ci sia stata una vera e propria impennata con contestazioni pari a un miliardo e 357 milioni di euro, il 13 per cento in più rispetto a tutto il 2014. Dato che conferma purtroppo l’ aumento del malaffare, nonostante l’attività di controllo della Guardia di Finanza sia diventata di giorno in giorno più incisiva, e si concentra su quei settori ritenuti maggiormente a rischio rispetto alla possibilità di un arricchimento personale. Le accuse a carico dei dipendenti pubblici infedeli, sono molteplici, gravi e pesanti: si va dalla corruzione dalla concussione, dalla truffa alla turbativa d’asta, dall’ appropriazione indebita all’ abuso d’ufficio. Nell’elenco compare anche chi, per inerzia o incapacità ha provocato un disservizio e quindi deve essere sanzionato.
I corsi di formazione
Nel settore della Pubblica amministrazione la creatività a delinquere non ha limiti. E così il comportamento infedele del dipendente di un ente di Catanzaro che per sette anni ha percepito stipendio e pensione, è diventato un caso da manuale quello. Il “furbetto” qualche giorno dopo essere stato pensionato per limiti d’età e aver cominciato a incassare l’assegno dell’Inps , “ha presentato domanda di riammissione in servizio presso la sua azienda confidando che le esigenze di organico gli avrebbero consentito di tornare immediatamente al proprio posto, cosa che è effettivamente accaduta“. Il fatto è che nessuno tra i dirigenti si è preoccupato di segnalare la nuova assunzione all’Istituto previdenziale e l’uomo ha incassato illecitamente ben 700 mila euro. Quello dei mancati controlli è uno dei problemi che emerge con evidenza nel dossier della Guardia di Finanza perché causa danni immensi. Basti pensare a quanto accaduto in Sicilia con 47 milioni di euro sprecati tra il 2006 e il 2011 per corsi di formazione finanziati con soldi pubblici e in realtà mai svolti. E non sarebbe male che i finanzieri dessero un’occhiata a Taranto ed in Puglia…
I manager della sanità
Il settore della sanità si conferma un “area” fertile…. dove continuano sprechi e abusi, ed infatti in appena sei mesi il danno contestato non a caso supera gli 800 milioni di euro. Gli investigatori delle Guardia di Finanza hanno aperto 264 procedimenti, le persone denunciate o arrestate sono 2.325 . Il “Nucleo speciale spesa pubblica” della Finanza ha svolto un accertamento in 18 Regioni che ha consentito di individuare 83 dirigenti medici che hanno provocato un danno al servizio sanitario di 6 milioni di euro. Due le contestazioni principali: “Mancato rispetto degli obblighi di esclusività delle prestazioni da parte dei dirigenti medici per aver accettato incarichi extraprofessionali non autorizzati preventivamente dall’ente di appartenenza e impiego presso altre strutture private convenzionate”. Un esempio: all’ospedale di Gallarate, in provincia di Varese, il valore di un appalto a una società esterna incaricata della manutenzione è stato raddoppiato lievitando da 15 milioni e mezzo di euro a ben 36 milioni per poter – questa è l’accusa a carico dei manager dell’azienda sanitaria locale, per ricavare una sostanziosa “cresta“.
La Polonia e i treni
Emblematico è il caso scoperto a Bari dove i manager le Ferrovie Sud-est guidate…dal tarantino Luigi Fiorillo, hanno speso 912 mila euro per l’acquisto di 25 carrozze passeggeri, che sono state rivendute a una società polacca “incaricata di eseguire interventi di ristrutturazione per 7 milioni di euro” e poco tempo dopo hanno deciso di riacquistarle a 22 milioni e mezzo di euro provocando un danno alla società pubblica che la Corte dei conti ha stimato in oltre 11 milioni di euro.