di ANDREA CANGINI*
La “porcata” si è ormai consumata, ma val la pena parlarne per capire con chi abbiamo a che fare e di cosa sono capaci. La “porcata” è stata abbinare il voto sulla Costituzione alle elezioni regionali e amministrative.
Non era mai capitato prima. Infatti la legge sull’”election day” prevede la possibilità di accorpare tutte le elezioni di natura politica (dalle europee alle comunali) ma non prevede la possibilità di accorpare un referendum confermativo sulla Costituzione. E si capisce.
Come la stessa Consulta ha sentenziato nel 2000, quello sulla Costituzione non è un voto di fazione, ma un voto sulle regole comuni del gioco. Perciò richiederebbe un distacco e una motivazione che l’abbinamento con elezioni politiche finirebbe per inquinare. A maggior ragione in questo caso, con elezioni a macchia di leopardo sul territorio nazionale.
Il Governo ha invece previsto l’abbinamento per favorire il Movimento 5 stelle. Tra regionali e amministrative saranno chiamati al voto 24 milioni di italiani e secondo i calcoli di Di Maio questo garantirà ai grillini quattro risultati: si alzerà la partecipazione al referendum; cresceranno i Sì, perché il referendum ha natura oppositiva e invece voteranno anche coloro che non si sarebbero recati alle urne per esprimersi “solo” sulla Costituzione; parte dei Sì al referendum si trasferirà sulle liste regionali pentastellate; poiché è sicuro che il Movimento 5 Stelle andrà male alle regionali ed è possibile che i Si prevalgano sui No al referendum, il 21 settembre i grillini contano di poter cantare vittoria pur avendo perso le elezioni.
Un’operazione spregiudicata. Un’evidente alterazione di due votazioni democratiche, una politica e l’altra, ancor più importante, sulla Costituzione. Una “porcata”, appunto.
Anche per questo #IoVotoNo
*Giornalista, senatore di Forza Italia