Fino a un po’ di tempo fa Michele Emiliano era ospite fisso alla Leopolda di Firenze ( vedi foto a destra) e grande sostenitore di Renzi che gli consentì ed appoggiò la candidatura ed elezione alla Presidenza della Regione Puglia. Oggi, invece, il governatore della Puglia dal palco di Foggia, ha cambiato sponda interna al Partito Democratico e dal palco dice: “sapete come voto, cioè no e che giudizio ho dato di questa riforma pessima, e stare nel Pd per me vuol dire non avere timore di dire ciò che si pensa“.
L’immagine sbiadita e’ quella di una “contro-Leopolda”, nella città simbolo della più forte depressione socio-economica del Mezzogiorno d’Italia. Emiliano, sale sul palco e corre ad abbracciare Roberto Speranza: “Ho affetto e stima per Roberto, sono venuto da Bari per lui“. E da grande venditore di parole aggiunge, davanti ad una platea preoccupata per la profonda spaccatura presente ed evidente all’interno del Partito Democratico: “Comunque vada, sia in caso di vittoria del si sia in caso di vittoria del no, dal giorno dopo si deve ripartire assieme, non dobbiamo uscire spaccati e non dobbiamo lacerare la nostra comunità. C’è chi voterà Sì, c’è chi voterà No, ma non dobbiamo dividerci in guelfi e ghibellini. Non considerate chi la pensa diversamente da voi dei nemici”. Della serie: la mia poltrona non si tocca !
Roberto Speranza, leader di quella risicata opposizione interna che fa riferimento al giaguaro rottamato Bersani, parla di “un no di sinistra“, citando l’ Anpi e la Cgil. “La riforma e la legge elettorale – ha detto l’ex presidente dei deputati Pd – sono due pezzi della stessa riforma. È sempre più chiaro, giorno dopo giorno, che l’unico modo per cambiare l’ Italicum è votare No al referendum di dicembre”.
Nello stesso teatro di Foggia, alcune settimane fa ad ascoltare il ministro delle riforme Maria Elena Boschi ed appoggiare il Si referendario, a lodare la riforma costituzionale c’era la Confindustria . Due posizioni, diversi. Come il Sì ed il No. Esattamente come il “peso” politico fra la Leopolda di Firenze e gli oppositori interni al Pd riunitisi a Foggia .