di REDAZIONE POLITICA
Altro che riparazione e ripristino dei servizi entro poche ore… il sito della Regione Lazio è di nuovo ko e il governatore Nicola Zingaretti è completamente in confusione. O vi è stato un nuovo un attacco hacker e non viene raccontato oppure il sistema informatico tanto “strombazzato” da Zingaretti è una vera e propria schifezza. Al momento non funzionano i servizi digitali e persino le mail. In Regione si naviga letteralmente a vista ed è praticamente impossibile collegarsi con la Regione Lazio che è il “cuore” politico della Nazione. Da parte dell’ente regionale laziale, nel numeroso staff del presidente Zingaretti nessuno parla, tutto tace, non vi è alcuna traccia di informazioni, e si trovano solo e soltanto persone che si lavano le mani ben attenti a tenere le bocche cucite. Tutto ciò mentre ci sono servizi che vanno erogati, bandi di prossima scadenza, e domande da porre.
Zingaretti ha sinora sparato ad alzo zero cercando qualcuno su cui scaricare colpe politiche e gestionali della Regione Lazio. prima contro gli hackers spacciati come terrorismo, per poi passare nei giorni successivi a dichiarazioni trionfali “tutto a posto, siamo fortissimi, ricominciamo a lavorare”. In realtà i fatti non stanno esattamente come Zingaretti vorrebbe lasciare intendere, mentre invece sarebbe necessario comunicare e possibilmente con la dovuta serietà necessaria quanto sta accadendo per davvero alla Regione Lazio. Anche perchè quel sito della Regione Lazio lo pagano anche i contribuenti…
Inoltre oltre al danno, vi sarebbe anche una vera e propria beffa. L’indagine avviata dal Garante della privacy sull’attacco al sistema informatico della Regione Lazio potrebbe portare con una maxi-multa, in quanto come ben noto il trattamento e la protezione dei dati personali sono una materia molto delicata. La pandemia sembra aver dato ancora più voglia di rischiare agli hacker, che hanno effettuato una serie interminabile di attacchi informatici.
Nei forum frequentati dagli hackers è partita la caccia alle informazioni conservate nei database della Regione Lazio. per i quali esiste già una lunga fila di acquirenti, pronti a pagare per avere una copia dei file trafugati. Su Raidforums.com, alla voce “trading”, c’è una discussione aperta sul Lazio. Quattro utenti si dicono già da ora disponibili a pagare per avere “Covid informations” e “medical data” ma per fortuna sinora, le risposte però non sono fortunatamente soddisfacenti. Altri hanno offerto per giorni nomi e cognomi di 7,2 milioni di vaccinati italiani, con tanto di mail, codice fiscale e Asl di appartenenza , salvo poi scomparire dalla circolazione . Al momento i dati sul Lazio, probabilmente utili per essere poi rivenduti a case farmaceutiche, non sono ancora saltati fuori.
Negli ultimi due anni, soltanto a Roma, sono finiti nel mirino oltre alla Regione Lazio, l’Università di Tor Vergata, il Consiglio Nazionale Forense e la Sittel, una società specializzata in telecomunicazioni con sede a Roma. I loro dati sono ormai pubblici, diffusi e disponibili nel dark web (cioè il web occulto, regno delle illegalità).
Nel dark web web dove si trovano annunci di ogni tipo, ed informazioni in vendita anche a mille euro, gli investigatori al lavoro sull’assalto ai server della Regione Lazio stanno monitorando la situazione, sospettando che prima o poi i dati del Lazio, che non sono ancora in circolazione, verranno messi in vendita.