Regione Puglia, Emiliano alle prese con il rimpasto e con una maggioranza sempre più traballante
Politica & Istituzioni, Puglia
Redazione CdG 1947
Una situazione a dir poco confusa e difficile, alla luce degli ultimi risultati delle Politiche dello scorso 4 marzo, che hanno visto la Puglia, la regione che ha ottenuto il peggior risultato in Italia del PD, nonostante tutto il potere e sotto potere esercitato a 360 gradi da Emiliano alla Presidenza della Regione Puglia
ROMA – Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano , sempre più nei guai a causa dei vari assessori dimissionari in quanto coinvolti in inchieste giudiziarie, si appresta ad una riunione della sua maggioranza sempre più debole ed a rischio. Emiliano non intende negoziare e vuole cercare di tappare le “falle” lasciati aperte a causa delle dimissioni dagli assessori Caracciolo all’Ambiente, Giannini ai Trasporti, e Mazzarano allo Sviluppo economico.
La partita, è essenzialmente politica , nel vano tentativo di sparigliare gli equilibri politici a seguito del risultato delle urne del 4 marzo, che ha letteralmente asfaltato in tutta la Puglia il centrosinistra ma sopratutto il Pd. La futura ripartizione degli assessorati sembra strumentali anche sulla base delle liste dei candidati che scenderanno in campo alle prossime amministrative di giugno , da Barletta a Brindisi dove il candidato imposto due anni fa da Emiliano venne sonoramente sconfitto, nella speranza che il Partito Democratico non perda altri voti.
La decisione quasi certa di affidare un assessorato a Ruggiero Mennea consigliere regionale del Pd renziano, sembra strumentale a ricompattare, le diverse “anime” del Pd pugliese sinora molto diviso e rissoso, mentre la segreteria del partito regionale, sinora ricoperta dal “renziano” Marco Lacarra, eletto deputato nel “listino bloccato” dovrebbe passare ad un altro consigliere Fabiano Amati renziano. Un altro assessorato potrebbe andare a Pino Romano, ma per altre motivi, in quanto Art. 1 – Mdp partito di D’Alema, Bersani e Speranza, dopo aver preso una clamorosa bocciatura dell’elettorato alle ultime elezioni politiche sotto le insegne di Liberi e Uguali, ha visto dissolversi nel nulla anche il gruppo consiglio regionale in Puglia, a seguito del rientro del trasfuga Vizzino, rientrato nel gruppo “Emiliano sindaco di Puglia”, e del passaggio all’opposizione del “vendoliano” Mino Borraccino, che ha lasciato la maggioranza di Emiliano, anticipato dalla precedente uscita del consigliere tarantino Gianni Liviano passato al gruppo misto.
Emiliano sta cercando di mandare segnali trasversalidi alleanza ai dalemiani, il cui leader Massimo D’ Alema è da sempre uno dei suoi principali detrattori, i quali al momento sono rimasti di fatto senza un gruppo a partire dall’ex- capogruppo Abbaterusso di restare soli a presidiare l’ala sinistra della sinistra. Nasce quindi da questa esigenza l’idea di portare in Giunta in realtà non il “partitino” di D’Alema e “compagni” ma chi, di quella componente politica, si è rivelato un fiancheggiatore della maggioranza, come appunto il consigliere Pino Romano.
Il Governatore pugliese vorrebbe provar ad un apertura al gruppetto di centrodestra della vecchia maggioranza del centrosinistra che sostiene la sua giunta ipotizzando un assessorato per Luigi Morgante, consigliere regionale eletto con Ap (Alfano) successivamente emigrato nella componente-movimento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin (Civica Popolare) un tempo berlusconiana, che negli ultimi ha fatto parte dei Governi a guida Pd (Renzi, Gentiloni). Voci di provincia sostengono che Morgante, nell’ultima campagna elettorale avrebbe sostenuto nel suo collegio elettorale di Manduria alle recenti elezioni politiche la candidatura al Senato di Luigi Vitali, segretario regionale di Forza Italia, trombato dagli elettori nel proprio collegio uninominale e salvatosi entrando in Senato grazie ai voti del listino “bloccato”.
Emiliano da sempre cerca di imbarcare di tutto e di più , provando da sempre anche con i grillini che hanno sempre respinto le sue proposte ritenendolo e definendolo pubblicamente “inaffidabile” per “coprire l’elettorato” della provincia di Taranto, che ancora una volta rimane “scoperto” in Giunta dopo le rispettive dimissioni di Gianni Liviano (che ha lasciato persino la maggioranza passando nel Gruppo Misto) e nei giorni scorsi di Michele Mazzarano. Ma sulla testa di Morgante pende un’inchiesta giudiziaria relativa al suo recente passato di amministratore locale a suoi trascorsi amministrativi a Manduria, e sarebbe non poco arduo avvicinare nuovamente la Giunta Emiliano agli atti giudiziari, e l’altro consigliere eletto nelle liste di Emiliano nella provincia di Taranto, cioè Peppo Turco non gode della fiducia di tutto in centrosinistra tarantino venendo ritenuto “inaffidabile”
Michele Emiliano è alla disperata ricerca di una soluzione che non potrà mai ipotizzare l’ingresso in giunta del , il consigliere “renziano” del Pd di Martina Franca Donato Pentassuglia da sempre in rotta col governatore barese. Un giornale barese nei giorni scorsi ha ipotizzato persino dell’ uscita dalla giunta anche dell’ Assessore al Welfare Salvatore Ruggieri, in quanto osteggiato persino dai suoi colleghi del gruppo dei Popolari, a seguito del ruolo influente nell’Udc di Lorenzo Cesa, considerato organico al centrodestra. La sua uscita della giunta Emiliano lascerebbe un assessorato da riservare ad un’a nomina “esterna”, che consentirebbe al Governatore pugliese, di ricompensare la questione geografica ripagando Taranto del forte sostegno avuto alle ultime regionali. Rimescolando le carte, alleanze e nomine, il terzo assessorato da nominare con un eletto in consiglio, verrebbe riassegnato ai Popolari con l’ingresso in giunta di Peppino Longo, attuale vicepresidente del consiglio regionale .da sempre molto “vicino” all'”armata brancaleone” di Emiliano.
Una situazione a dir poco confusa e difficile, alla luce degli ultimi risultati delle Politiche dello scorso 4 marzo, che hanno visto la Puglia, la regione che ha ottenuto il peggior risultato in Italia del PD, nonostante tutto il potere e sotto potere esercitato a 360 gradi da Emiliano alla Presidenza della Regione Puglia. Che difficilmente potrà tornare alle prossime regionali a spacciarsi come “il sindaco di Puglia“.
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