ROMA – L’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Filippo Caracciolo, indagato per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di una indagine della Procura di Bari su una gara d’appalto per 5,8 milioni di euro per la costruzione di una scuola media a Corato, nel Barese, ha comunicato questa mattina al governatore Michele Emiliano, la sua decisione di rimettere le deleghe. Caracciolo è candidato del Pd nel collegio uninominale Puglia 4 per la Camera dei Deputati che comprende i comuni di Andria, Barletta, Canosa e Trani . “Tale decisione – informa una nota – è motivata esclusivamente dall’intento di tutelare l’amministrazione regionale e di consentire una serena prosecuzione delle indagini“. Emiliano ha assegnato le deleghe di Caracciolo all’assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese.
La Guardia di Finanza nel corso dell’indagine della procura barese condotta dai pm Savina Toscani e Lino Giorgio Bruno , ha effettuato delle perquisizioni nell’ufficio e nell’abitazione di Caracciolo. Si tratta di un filone dell’inchiesta sull’Arca Puglia che ha portato lo scorso 5 dicembre scorso all’arresto dell’imprenditore Massimo Manchisi, titolare dell’impresa che sarebbe stata favorita proprio dall’intervento dell’assessore Caracciolo, esponente della corrente “Fronte Democratico” che fa capo a Michele Emiliano.
A Caracciolo le Fiamme Gialle erano arrivate nel corso delle indagini su Arca Puglia che ha portato all’arresto lo scorso 5 dicembre di Lupelli, degli imprenditori Antonio Lecce e Massimo Manchisi, della cancelliera della Procura di Bari Teresa Antonicelli , dell’avvocato Fabio Mesto, e all’interdizione dell’imprenditore, Dante Mazzitelli proprietario dell’emittente televisiva TeleBari. Dopodichè grazie ad un pedinamento svolto il 30 settembre scorso fuori ad un ufficio della Regione, l’assessore Caracciolo si è incontrato con il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta, cui avrebbe consegnato un foglio arancione.
La Guardia di Finanza di Bari ha controllato i “movimenti” di Lupelli ed ha documentato fotograficamente ai magistrati un pranzo svoltosi lo scorso 3 novembre scorso presso il ristorante “Tabula Rasa” di Bari l’ex dg di Arca Puglia, l’assessore Caracciolo e Manchisi nel corso del quale secondo le ipotesi accusatorie si sarebbe parlato dell’imminente seduta di gara programmata per il successivo giorno 8. E la gara che si è conclusa con l’aggiudicazione a un’associazione temporanea di imprese composta dal consorzio Consital di cui fa parte la società Caementarius. La gara è stata successivamente impugnata dalla seconda classificata davanti al Tar, e questa circostanza ha indotto la Procura di Bari a intervenire, autorizzando la Guardia di Finanza a perquisire anche il Rup ed altri due componenti (attualmente non indagati) commissione di gara.
I finanzieri stanno redigendo una relazione per l’ Avvocaturadel Comune di Corato, che potrebbe ipoteticamente modificare gli atti, e contestualmente i magistrati hanno chiesto ed ottenuto dal Gip una richiesta di proroga delle indagini che hanno consentito che Lupelli che Massimo Manchisi siamo coinvolti anche in questo nuovo troncone di indagine.
L’ ipotesi accusatoria nei confronti di Caracciolo è quella avrebbe indotto il dirigente del Comune di Barletta Donato Lamacchia presidente della commissione aggiudicatrice della gara, ad “agevolare” l’impresa di Manchisi, il quale avrebbe appoggiato e finanziato la sua candidatura elettorale nella corsa al Parlamento.
Il governatore Emiliano , come accadde nel caso delle dimissioni dell’assessore regionale Giannini, esprime la sua “personale fiducia sul fatto che Caracciolo chiarirà completamente ogni dubbio sollevato dall’Autorità giudiziaria sulla sua condotta“. “La cultura istituzionale e politica della quale Caracciolo è portatore – aggiunge – lo ha indotto a tutelare le istituzioni che rappresenta prima di ogni altra cosa. E non posso che apprezzare questo gesto che contribuisce a consentire una, mi auguro, rapida conclusione delle indagini senza turbare la regolare attività della Giunta“.
Il segretario del Pd Puglia, Marco Lacarra ha commentato: “Noi continuiamo a essere garantisti e siamo fiduciosi che la magistratura faccia il suo corso e che possa accertare l’estraneità di Caracciolo“. Sull’ opportunità che Caracciolo debba dimettersi anche dal ruolo di candidato in Parlamento, Lacarra sorvola e ritiene che detta valutazione e decisione debba essere presa dallo stesso Caracciolo: “Non credo – dice il segretario del Pd Puglia – che debba essere coartato in decisioni che competono alla sua persona». Ribadendo la posizione “garantista“, Lacarra ricorda che “l’avviso di garanzia è a garanzia dell’indagato: non è un atto che di per sé implichi alcuna ipotesi di responsabilità“. Una testi condivisibile in parte, che però contrasta con le dimissioni di Caracciolo soltanto dall’ assessorato regionale . Sarà bene che qualcuno ricordi al segretario regionale pugliese del Partito Democratico che in Parlamento, esiste l’ immunità parlamentare….che ha salvato sin troppo spesso dalle condanne molti politici corrotti. Per fortuna non tutti !
Dopo l’assessore regionale Mazzarano salvatosi da due processi per intervenuta prescrizione, due assessori (Giannini e Caracciolo) indagati e dimessisi. Tutti e tre del PD e tutti e tre della corrente “Fronte Democratico” che fa capo al governatore della Regione Puglia. Adesso chissà se Emiliano avrà ancora il coraggio… di sostenere davanti al CSM, il Consiglio Superiore della Magistratura dove è attualmente sotto procedimento disciplinare che “nessun mio assessore, prima al Comune di Bari e poi alla Regione Puglia è stato mai coinvolto in indagini e tantomeno indagato…” !